Creato da: ossimora il 20/10/2004
ma c'è voluto del talento per riuscire ad invecchiare senza diventare adulti.
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Post n°2437 pubblicato il 16 Gennaio 2025 da ossimora
N:6
A.K. Blakemore L'insaziabile Fazi Editore ** Non conoscevo la "polifagia". Si tratta di un fenomeno fisico che porta chi ne soffre ad ingerire quantità di cibo sproporzionate . Può trattarsi di un problema fisico ma anche derivare da disturbi psichici. Sarà proprio un trauma a scatenare questa patologia in Tarare , giovanissimo ragazzo francese che dopo essere nato in una casa poverissima con la madre che si arrabatta per sopravvivere verrà cacciato di casa e quasi ucciso dal patrigno. L'autrice si è basata su una storia vera , sottolineando in postfazione di non raccontare i fatti nudi e crudi ma di voler raccontare un mito. Il romanzo è di fatto suddiviso in tre parti , nel primo si narra la storia , la nascita turbolenta ,l'infanzia di Tarare che diventa un ragazzo semplice ed ingenuo . Poi nella loro vita entra Nollet , un patrigno violento che lo emargina e lo malmena facendolo uscire di casa ed abbandonandolo in fin di vita. E' qui che la storia di Tarare si incentra tutta sulla sua polifagia che lo porta a granguignolesche avventure nella Francia di fine settecento fra personaggi di strada , saltimbanchi che lo sfruttano rendendolo un "fenomeno " per le sue doti di crapulone capace di mangiare qualsiasi cosa. Nella terza parte altre disgrazie si abbattono su Tarare , medici che cercano di capire , ospedali ; la suora Perpetuè che è forse colei che cerca di entrare nel suo animo . Ho avuto un rapporto un po' altalenante con questo romanzo , alcuni preziosismi di una scrittura certamente interessante mi sono piaciuti , uno stile elegante ed avvolgente nel quale la scrittrice è ben riuscita ad evocare un tempo lontano nel quale criminalità , povertà e continua , inspiegabile violenza erano all’ordine del giorno . La fame di Tarare , insaziabile che affonda le sue radici molto aldi là del cibo diventa la metafora massima del disagio e della solitudine incolmabile del protagonista.
Post n°2436 pubblicato il 12 Gennaio 2025 da ossimora
Dacia Maraini VOCI Rizzoli ** Rovistando per mercatini di libri usati mi sono imbattuta in questo libro di Dacia Maraini che non conoscevo. Non mi aspettavo di trovarmi un giallo ed in effetti si tratta di un giallo atipico dove c'è una vittima ed un colpevole da trovare , ovvio , ma questo è soltanto una parte del canovaccio principale e dell'atmosfere descrittiva e narrativa del romanzo . Michela , la protagonista è giornalista in una radio privata che rientra da un seminario di lavoro di qualche giorno a Marsiglia . Vive a Roma in un grande condominio popolare di via S. Cecilia, quelli da 90 alloggi , dove non ci si conosce ed a malapena ci si saluta , dove ci sono però dei portieri che tengono sotto controllo la vita dei condomini. Michela scopre che la sua dirimpettaia Angela è stata uccisa in casa da uno sconosciuto che nessuno ha notato. Cerca di ricordarla sia nell'aspetto fisico che nei comportamenti e di conoscerla tramite la sua famiglia e coloro che la frequentavano. Il direttore della radio , giorni dopo questo fatto le affida un'inchiesta sui delitti , spesso impuniti di cui sono vittime bambine e donne. Lei si mette al lavoro con impegno . Protagoniste diventano le "Voci" , perchè Michela è abituata tramite la radio a decifrare proprio quelle , a sentirne le variazioni e le sfumature . Lavora quindi intervistando le persone con un registratore. Non è facile comprendere la verità sul delitto di Angela , tanti sono i protagonisti che lasciano la loro testimonianza . Una trama complessa , forse un pò improbabile , ma precisa , che si dipana lentamente prendendo in esame tutti gli attori dell' evento. Scritto nel 1995 quando il termine "femminicidio" non esisteva e non si parlava di violenza di genere e di stolker , Voci ha il pregio di cominciare a parlarne tramite la scrittura precisa ed incalzante di dacia Maraini che non è certo una giallista ma se la cava bene.
Post n°2435 pubblicato il 10 Gennaio 2025 da ossimora
Camilla Lackberg Il gioco della notte Einaudi * Pensavo fosse un giallo . Invece è una storia ( una storiella) che racconta una notte di capodanno di 4 adolescenti della ricca borghesia svedese . Abitano villoni emormi fra la città di Stoccolma ed il mare . Non sono sereni . Tutti quattro ; Martina , Liv , Max ed Anton si conoscono e si frequentano nelle loro vite dorate , almeno economicamente ,fin dall'asilo. Si incontrano , nella notte della festa di Capodanno ed in attesa della mezzanotte mangiano , bevono forte ,insultano i sottoposti . Decidono di giocare a Monopoli ( i nomi delle strade sembrano tutti oggetti Ikea dai nomi impossibili ) ( il titolo del libro stesso suona "Gd i fungelse" ) ad ogni mossa che compiono non pagano pegno coi soldi di carta ma si impongono a vicenda gesti di vandalismo , di violenza o di strafottenza . Pian piano si raccontano le proprie frustrazioni , i rapporti più o meno disfunzionali con i genitori o dei genitori. le angherie vere o presunte , i tradimenti. . A mezzanotte la storia si chiude con un estremo gesto di violenza , con un sistema di corde legate alle fragili colonne e della forza di un quod la villa degli adulti che festeggiavano lì accanto viene fatta scivolare in mare compiendo di fatto una strage vera e proprio. . Una mefatora dell'irrequietezza adolescenziale e di desideri reconditi che diventano reali . L'ho trovato in verita 'piuttosto banale e grondante di luoghi comuni, per fortuna si legge in un'ora .
Post n°2434 pubblicato il 08 Gennaio 2025 da ossimora
Sacha Naspini Ossigeno edizioni e/o ** Luca è il figlio poco più che trentenne del professore Carlo Maria Balestri , stimato antropologo di fama mondiale . Laura scompare ad otto anni nel 1990 e vive segregata per i successivi anni in un container sperduto nella campagna Il legame fra i due personaggi è il padre di Luca . Il debito di ossigeno accompagna fino alla fine del libro. Ho sofferto con Laura , bambina diventata adolescente e poi donna in una segregazione senza speranza . Laura però è una ragazza eccezionale e riesce a fare della propria prigionia la forza che la aiuterà a sopravvivere . Ho sofferto di più con Luca ,figlio amatissimo e molto legato al padre quando scopre che il Male è proprio nella persona che lo ha generato e riesce male a sopravvivere . Sacha Naspini costruisce un impianto narrativo soffocante e meraviglioso ( dal punto di vista letterario) . Luca che fa di Laura ( o almeno cerca) il proprio riscatto agli occhi del mondo , quando la ragazza ritrova la libertà ;Laura che cerca "la gabbia" prima subendola come tormento e poi come "rifugio" Claustrofobico (!!!) , intenso, doloroso , grande Pathos. Dentro la gabbia , fuori dalla gabbia . Non si lascia il racconto , ti risucchia fino alla fine , a tratti disturba molto . Tutto nasce da curiosità scientifica infondo , osservare un essere umano in cattività nel tempo e nelle evoluzioni somministrando oltre che cibo , libri , computer , stimoli intellettuali . La curiosità "vediamo cosa fa"è il leit motiv che come un filo vischioso lega tutti gli attori della vicenda. Se lo chiede l'insospettabile maniaco professor Balestri addestrando ed osservando la sua prigioniere , Laura che una volta libera è diventata essa stessa una scienziata sociale fredda e distaccata ai limiti della sociopatia . E Luca stretto fra l'essere attonito per le azioni del padre e quelle della stessa Lucia. Intensa la scrittura di Naspini che ti avvolge e ti tiene dentro le pagine . E' una storia senza perchè , ed al contempo è intrisa di domande . Un romanzo carico di amari significati che grondano infelicità , a tratti dovevo quasi distogliere lo sguardo , riprendere il fiato per andare avanti.
Post n°2433 pubblicato il 07 Gennaio 2025 da ossimora
Serena Dandini Cronache dal paradiso Einaudi Super ET *** Quando uscì questo libro mi aveva subito colpito ma solo adesso mi sono decisa a leggerlo . Sono soddisfatta . Non mi ha affatto delusa , anzi mi ha fatto venire voglia di leggere altro della scrittrice. Alla ricerca del paradiso...del proprio paradiso , che sia quello della memoria dalla casa di campagna dell'infanzia , il racconto del suo viaggio iniziatico degli anni d'oro quando si poteva attraversare Afghanistan e Pakistan senza problemi alla ricerca del nirvana e della spiritualità o quello delle storie di donne ( preferibilmente ) e di pochi uomini ( che già hanno tanto spazio nella storiografia ufficiale meritata o meno ) che hanno fatto di tutta o parte delle loro vite una ricerca protesa alla ricerca e realizzazione del loro paradiso. Il paradiso è l'"Eden" primigenio ( quale che sia il pomo della discordia ) Paradiso declinato in vari modi , il vero e proprio giardino o il paradiso della ricerca scientifica o della nostalgia. Il tutto legato in un racconto fresco ma non certo superficiale . Una scrittura "donna". Capitoli che si susseguono alternando memoria personale ed aneddoti di personalità che in qualche modo , in un momento o durante tutta una vita hanno ricercato , a volte trovato il proprio eden : Linneo , Antoine de Bougainville , Monet e le sue ninfee, Jeanne Baret che nel 700, epoca non certo non propizia alle avventure al femminile esplora come valorosa e curiosissima scienziata mondi lontanissimi e poi Agatha Cristie ed i suoi minuziosi studi botanici sulle piante velenose che compaiono spesso anche nei suoi celeberrimi gialli ,Caterina de Medici che esporta in Francia la sua passione per le essenza profumate ed altri ancora ... E' un susseguirsi di persone e di storie . Lascia la voglia di andare ad approfondire le vicende di ogni singolo personaggio . L'intreccio coi suoi ricordi , col suo rapporto di amore intenso verso la natura , i problemi del pianeta ( urge visitare l'orto botanico di Roma) trasuda passione ,leggerezza e sano amore per la vita . Una buona apertura per l'anno nuovo. "Il ricordo è l'unico paradiso dal quale non possiamo essere cacciati " J.P.S. L'El Dorado , Atlantide, Avalon , Iperborea e tanti eden incontrati di cui si son perse le tracce sono miraggi un pò sbiaditi tenuti in vita da un'epica favolistica" Mi hanno mandato via? Io me lo rifaccio . E visto che ci sono , lo miglioro. Patrizia Cavalli
Post n°2432 pubblicato il 04 Gennaio 2025 da ossimora
N:1
Carlo Lucarelli L'ottava vibrazione Einaudi Big / Stile libero ** Un libro che ho stentato a finire a cavallo fra anno vecchio e nuovo , anche se superato un certo disagio iniziale ( dovuto al fatto che mi aspettavo un giallo ) ho cercato di comprenderne l'obbiettivo ed andare avanti . Siamo a Massaua , nel 1896. Nel vortice più che rovente di una città sensuale e cosmopolita dove si intrecciano vari destini . Un detective /carabiniere non autorizzato ma assai determinato alla ricerca di un assassino di bambini che aveva operato in Toscana . Uomini e donne italiani stanno scivolando verso la più colossale disfatta che il colonialismo europeo abbia subito : la sconfitta di Adua . Una storia che riemerge in una luce cupa e visionaria . La descrizione della sanguinosa battaglia , arriva dopo un fitto intreccio di narrazioni su personaggi che costituiscono un ristretto gruppo di persone. Tutte le voci , tutti i dialetti , gli amori , le perversioni folli si intrecciano all'innocenza più pura , l'arroganza dei potenti o presunti tali accanto alla comunità silente degli umili. Emerge bene dal romanzo la tipica "italianità ", sempre uguale , sempre simile, nella gestione della cosa pubblica , del potere e della sua natura. Violenza , intreccio, guerra e nessuna dinamica cambia pur nell'assolata Africa . L'assurdità della guerra emerge soprattutto dalle piccole vicende personali ed interpersonali e certamente dalla violenza del gesto bellico. All'inizio ed alla fine c'è una bambina che balla quasi a sugellare la ciclicità della storia , di questa storia.
Post n°2431 pubblicato il 26 Dicembre 2024 da ossimora
Valerie Perrin TATA' edizioni e/o Avevo letto della stessa scrittrice ,col mio gruppo di lettura " cambiare l'acqua ai fiori", una storia ben costruita, gradevole ed avvincente . Questo Tata' mi ha fatto faticare molto , proprio farraginoso . Troppo, tutto troppo . troppi fatti , richiami , rimandi grovigli a volte poco chiari che si esprimono in un racconto che procede troppo a lungo senza senso . C'è in ballo un'aspettativa che qualcosa renda la narrazione sensata ed avvolgente ma non succede nulla in realtà. Una vera delusione , non lascia assolutamente nulla a chi legge ed anche gli intrecci che avrebbero dovuto tenere alta la tensione risultano deboli e con poco senso fino a diventare in certe parti paradossali. Complessivamente l'ho trovato anche mal scritto . Anche considerandolo un semplice "feuilletton ", la ricerca della "stranezza" del "colpo di scena" ha portato a qualcosa di assurdo e poco credibile. I cattivi ad esempio e ce ne sono di molto cattivi ma per nulla tratteggiati , neanche viene in qualche modo spiegata l'origine di tanta ferocia( la madre di Colette , il marchese , il mondo del circo ,e su tutti il babbo cattivissimo di Blanche ) servono a creare la trama ma appaiono appiccicati a caso nelle vicende . Tutti i temi : la morte, la morte come fuga , la paura, l'ossessione , la musica , il calcio, la pedofilia e molti altri (troppi!) fanno a parte del romanzo ma niente viene approfondito . L'unica storia che sa di vero è la sofferenza della protagonista per l'abbandono del marito Pierre. C'è molto cinema , nelle citazioni , nei riferimenti , nei mestieri dei protagonisti ( come del resto in quello della scrittrice e del suo compagno) ma alla fine tutto risulta un vuoto calderone.
Post n°2430 pubblicato il 13 Dicembre 2024 da ossimora
Maurizio De Giovanni Volver Einaudi Non potevo mancare all'appuntamento con l' ultimo libro di Maurizio De Giovanni e con il ritorno del suo commissario Ricciardi. Un Ricciardi ritornato in Cilento ( volver) , nel paese di origine della sua nobile famiglia. Con lui la piccola, amatissima figlia Marta ed i suoceri , la fedele governante Nelide ( seguita in maniera imprevedibile dal suo fruttivendolo spasimante) . Napoli ormai è in preda alla guerra da poco dichiarata , incombe un'aria di sciagura dove le violenze dai fascisti , e le persecuzioni a "diversi" , ebrei e sovversivi la fanno da padroni . Tutti i personaggi "storici " , il brigadiere Marone , bambinella , il dottor Modo sono in una nuova situazione di rabbia , frustrazione e dolore per la situazione e per l'allontanamento dell'amico Ricciardi . Sotto falso nome ormai acquisito è tornata a Napoli anche Livia , la cantante innamorata di Ricciardi che lo cerca e scopre che non c'è. L'indagine che prende in mano Ricciardi questa volta non è complessa ed articolata come quelle alle quali De Giovanni ci aveva abituato. Avviene tanti anni prima nello stesso luogo della sua nascita . Va a fare luce su quello che fu per Ricciardi il primo caso di "apparizione/ricordo speciale" . Seguendo le tracce e le testimonianze possibili ,con la maestria solita arriverà ad una scoperta importante sul padre e sulla sua famiglia. I n questa semplice indagine manca la tensione ed il procedere avvincente delle prime ma non viene mai a mancare la grande capacità di De Giovanni di narrare fluidamente facendoci entrare negli animi , nei luoghi e nelle situazioni. Qualcuno ha scritto che sembra un pò tirato per ragioni commerciali, niente di nuovo. Doveva già essere chiusa in realtà la saga del commissario Ricciardi . Questo sarà l'ultimo ? IL libro si conclude così : "Chissà se si può davvero tornare riflettè . O se quelli che ci illudiamo essere un ritorno è soltanto una triste , patetica , illusione ;l'ultima illusione "
Post n°2429 pubblicato il 09 Dicembre 2024 da ossimora
Dario Franceschini Aqua e tera La nave di Teseo "Aqua e tera "è una piccola storia di speranza e di memoria , d'amore e silenzi, di lotte sindacali e violenze assurde . Un affresco di cultura emiliana Si svolge nel ferrarese , zona acquitrinosa e malarica prima delle bonifiche ed attraverso la presa di coscienza dei braccianti va a disegnare il racconto del ventennio del pesante squadrismo fascista sotto la guida di Italo Balbo , fino alla Liberazione dopo la seconda guerra mondiale nel 1945 . Ci sono le donne che sia contadine che cittadine sono tutte limitate ed intrappolate fra l'accondiscendenza degli uomini e da una mentalità introiettata da loro stesse che toglie loro ogni capacità di costruirsi un futuro , la libertà di studiare , di amare liberamente .Ma pur oppresse costruiscono percorsi in segreto ,lottano perchè le loro figlie possano affrancarsi immaginando una vita più giusta . In questo quadro della storia locale / nazionale si parla tanto anche di una storia d'amore ; il rapporto impossibile tra due amanti di due famiglie antagoniste . Lucia è la figlia del capolega dei braccianti di Baura , l'intransigente Milvano , a capo di un'onda rossa che dai campi sembrava fare la rivoluzione .Tina è invece la figlia dei Barillari , agrari fascisti i cui fratelli sono i primi a partecipare alle squadracce punitive dei picchiatori neri. L'amore proibito di due ragazze nella Ferrara dello squadrismo incrocia l'uccisione di Don Minzoni , l'ombra del delitto Matteotti , la durezza delle repressione, le discriminazioni delle leggi razziali, e le elezioni manipolate. Quando le famiglie si accorgono delle relazione , le due ragazze vengono immediatamente divise ed allontanate , costrette alla solitudine o ad un matrimonio posticcio falso come la "normalità " raggiunta. Lo "scrittore "Franceschini "è delicato e toccante , attinge a piene mani dai suoi ricordi , dalle tracce del suo passato , dei racconti presumibilmente della sua infanzia e della sua terra . Le figure sono tratteggiate con delicatezza ed il dialetto vivifica la narrazione. Sono molto particolari i nomi propri usati , emiliani e perduti : Nivardo , Isauro, Ginisca ,Milvano , Zoraide ,Olao ,Ismo , Scioperina. "non potete far mangiare a questi bambini solo polenta , gli viene la pellagra "l'aveva messo in guardia il medico anni prima , ma lei non aveva potuto fare altrimenti "Dutur , gli aveva risposto Ginisca ", chi a ghe sol aqua e tera "
Post n°2428 pubblicato il 03 Dicembre 2024 da ossimora
Matt Haig La vita impossibile edizioni e/o La storia inizia quando Grace , professoressa di matematica in pensione riceve una mail da un suo ex studente che le racconta di attraversare un periodo difficile. Grace per confortarlo gli racconta la sua incredibile avventura. Grace ha settanta anni , è vedova e la sua vita abitudinaria procede in un'apatia squarciata soltanto dal suo grande dolore per la perdita del figlio bambino , in un incidente in bici del quale si addossa anche sensi di colpa . La sua vita prende una svolta imprevista quando eredita una casetta ad Ibiza da una collega di scuola. Perchè ha lasciato la casa proprio a lei ? Vincendo la curiosità e la sorpresa iniziale Grace si reca ad Ibiza dove le si presentano tutta una serie di situazioni particolari ed eventi inspiegabili. Una verità soprannaturale, energia che arriva direttamente dal mare .Una energia ultraterrena e potente che permette a chi ne è investito di conoscere la mente delle persone . Una metafora della rinascita .Non è mai troppo tardi per ripartire e per scoprire quello che di bello può darci la vita . Sotto il cielo di una Ibiza certamente ben conosciuta ed amata dall'autore. Ibiza è il luogo nel quale , lo scrittore Matt Haig ha avuto il suo primo episodio depressivo ed in questo romanzo lui vede proprio l'isola per quello che è :un luogo di varia umanità , dalla natura varia e rigogliosa . Ibiza evoca in realtà vita notturna , musica e grandi discoteche , mercatini Hippy e denaro , casinò e spiagge bellissime , scogli selvaggi e locali internazionali , sede di bellezze naturali senza pari all'interno di un ecosistema dal delicato equilibrio . Grace in realtà ad Ibiza ridefinisce la sua intera vita , sia attraverso esperienze che sconfinano nel mistico e certo nell'esoterico ma che a ben guardare aprono alla possibilità talmente sorprendente ed inaspettata che la mente abitudinaria ed assuefatta allo "Status quo" bolla pigramente come impossibile. Scrittura fluida e fruibile ed anche se il genere fantasy / esoterico non è generalmente nelle mie corde lo definirei una lettura piacevole .
Post n°2427 pubblicato il 26 Novembre 2024 da ossimora
Feltrinelli Valerio Callieri Le furie Un romanzo un pò caotico. Sensazioni diverse A tratti certe parti della scrittura mi hanno colpito per una certa originalità . A volte l'ho trovato un pò farraginoso , poco lineare , stancante. Mi sembra inoltre che gli scrittori maschi quando parlano dei sentimenti e delle emozioni delle donne non sempre riescano a risultare credibili ed efficaci , restano estranei. La storia prende il via con una donna alla guida, Clementina , a fianco a lei suo figlio Matteo . Improvvisamente dietro il vetro di un locale la donna intravede Leonardo a distanza di trenta anni. E' il padre naturale di Matteo e colui che le aveva usato ripetute violenze al tempo della loro relazione : sconvolta dalla visione , Clementina si distrae ed imbarca una ragazza in motorino . Si tratta di di Giulia che lavora in un collettivo di donne , che per fortuna non si fa troppo male e seppur subito non soccorsa , diventerà amica di Clementina e per un periodo compagna di Matteo. Le "furie" oltre a protagoniste mitologiche di uno scritto di Clementina sono le donne del collettivo . La vendetta delle furie si esercita su uomini che hanno compito gesti riprovevoli di vario tipo nei confronti delle donne . Si incontrano nel lavoro di autocoscienza del collettivo ed agiscono per vendicare donne colpite pesantemente come le prostitute del boschetto. Non esiste un luogo preciso per lo svolgersi della storia , si parla di "piccola città" e "grande città" in un indistinto abitato soltanto dalle violenze contro le donne e da un sottofondo di malinconia. Le storie personali sembrano in secondo piano rispetto a questo lavorio sommerso di odio e di elaborazione più o meno fattiva dello stesso.
Post n°2426 pubblicato il 22 Novembre 2024 da ossimora
N: 84 Feltrinelli Donne dell'anima mia Isabel Allende
Non è un romanzo . Più una serie di annotazioni , una dissertazione sul femminismo :una raccolta di idee di Isabel maturate durante la sua ormai lunga vita , tramite le sue esperienze, il suo modo di essere e di leggere ed affrontare la vita. La narrazione è caratterizzata da capitoli brevi , leggibilissimi , che ben esprimono il pensiero dell'autrice e lasciano ampio spazio a riflessioni personali. nulla è imposto come dogma , tutto porta ad ulteriori percorsi di approfondimento . Ben decisa nelle idee ( "sono stata femminista dai tempi dell'asilo"dice ) delicata ed ironica seppur sempre forte e decisa . Parla delfemminismo come una donna che fin da bambina ha notato le diseguaglianze e cercato un futuro diverso per sè stessa e per tutta l'umanità . E' un ennesimo urlo per fermare la violenza, lo sfruttamento , gli abusi quelli più insopportabili come l'infibulazione delle bambine ed i femminicidi e/o quelli meno violenti ma altrettanto discriminanti nel posto di lavoro o per la strada . La voce di una donna che alla soglia degli ottanta anni crede fermamente nelle lotte delle donne per le pari opportunità sia anche la lotta per il superamento del patriarcato . E' un breve ibro , certamente avrebbe potuto approfondire e raccontare di più ma offre tanti spunti di riflessione di tipo mondiale. Interessantel a descrizione del machismo cileno del nonno negli anni sessanta a confronto con le teorie poliamorose e fluide dei nipoti dei nostri giorni . Trovo come sempre la scrittura di Isabel molto fresca , stimolante e piacevole , anche fiduciosa in un futuro di progresso continuo della condizione della donna pur riconoscendo che la strada è ancora lunga ma che le donne sapranno percorrerla con successo.
Post n°2423 pubblicato il 20 Novembre 2024 da ossimora
Barbara Pym Quartetto in autunno astoria Non conoscevo Barbara Pym , leggo che in Inghilterra c'è chi la considera una grande scrittrice , certamente per niente romantica . Questo romanzo che ho appena terminato è il suo ultimo e da molti considerato il migliore. La storia narrata è semplice ma non manca di penetrazione psicologica e di delicatezza. Quattro colleghi alla soglia della pensione , due uomini Edwin e Norman e due donne , Letty e Marcia , lavorano rinchiusi in un angusto ufficio e svolgono un lavoro che si intuisce ormai servire a poco , è un periodo di transizione , il mondo del lavoro comincia a cambiare e sembra un ufficio , un pò dimenticato , di "confine". Nessuno dei quattro ha una gran vita fuori dall'ufficio , sono tutti piuttosto soli , tutti senza figli e nucleo familiare. Paradossalmente non sono nemmeno amici fra di loro pur trascorrendo molto tempo insieme . La loro riservatezza, il loro modo di approcciare alla realtà è fatta da quattro microcosmi che al massimo comunica per condividere un caffè o un pasto frugale. Quando le due donne vanno in pensione le loro vite sembrano restare sospese fra l'attesa di qualcosa di nuovo e di vivificante e i problemi della vita pratica .. Si tratta di quattro diverse solitudini , piccole abitudini quotidiane . idiosincrasie consolidatesi nel tempo . Mi aspettavo pagina dopo pagina che accadesse qualche evento straordinario che andasse a scompaginare il minimalismo del racconto poi mi sono resa conto che la rappresentazione della solitudine nella terza età ed il bisogno di amore si esprime proprio nella rigidità acquisita dovendosi ritrovare in una Londra in pieno cambiamento sempre più distante dalla loro formazione / storia e dalla loro età anagrafica. Le piccole sicurezze quotidiane persino assurde ( le bottiglie del latte ordinate e pulite , le scatolette in dispensa come unico cibo , le messe per i vari santi , le camicie da notte nuove e pulite per l'ospedale , il prato del giardino con l'erba alta , la cura dell'apetto esteriore ...ognuno ha le sue ) sostituiscono le relazioni interpersonali e le capacità di interazione di ognuno di loro .Certamente è un pò triste tutto questo ma sa di verità.
Post n°2422 pubblicato il 17 Novembre 2024 da ossimora
Daniele Mencarelli brucia l'origine Mondadori Gabriele vive a Milano ;è diventato un designer di successo, ha una ragazza , figlia di un importante ingegnere che l'ha "scoperto" e lanciato nel mondo dei "creativi". Torna a Roma qualche giorno , nel quartiere popolare dove è nato e ha vissuto la sua infanzia e la prima giovinezza. C'è la sua famiglia che lo accoglie con immutato affetto e con la madre che tenta di riavvicinarlo . Ritrova il gruppo di amici della borgata con i quali aveva condiviso gioiosi momenti. "Brucia l'origine" , già qui c'è tutto il nucleo portante del romanzo , bruciano i sensi di colpa per l'allontanamento , per il successo , per l'acquisita diversità nel modo di vivere , di vestire, di essere. Soprattutto brucia un malcelato senso di vergogna verso le sue origini , verso il quartiere, l'officina del padre, i fallimenti della sorella , la grossolanità degli amici di sempre , vergogna che gli impedisce di portare a Roma , Camilla , la sua ragazza! Brucia l'evidenza di non riuscire ad essere autentico di fronte alle persone amate nella sua doppia vita. Da un lato quella passata , il cui ritmo lento ed immutabile lo irrita e lo infastidisce pur in parte attirandolo, dall'altro quella milanese , del successo , della vita da "vincente" ,pur all'interno di dinamiche aride e difficili. Il contrasto fra la sua nuova vita fatta di una relazione appagante e di un meritato successo professionale è una riflessione fra l'andarsene ed il restare . Un live malessere fra la risata spontanea e la gioia antica , condivisa con gli amici e certe necessarie sovrastrutture e falsità. Poi c'è la presa di coscienza di quanto la povertà , in termini economici e di successo personale possa rendere il clima del quartiere astioso ed incattivito e questo credo sia un punto di vista facilmente estensibile a tutte le periferie, le banlieu . Un romanzo molto semplice lineare, quasi un temino , era il mio primo Mencarelli ; dopo averlo sentito in qualche intervista e sentito i parere di critici ed altro ( che naturalmente , more solito , mi interessano sempre pochissimo) forse mi aspettavo di più . non so se avrò voglia di leggere altro.
Post n°2421 pubblicato il 15 Novembre 2024 da ossimora
N:81 Maria Grazia Calandrone Dove non mi hai portata Einaudi Non conoscevo la Calandrone se non per il fatto che fosse nella dozzina del premio Strega e leggere questo libro è stata una bella scoperta . Lei è molte cose, lavora per la tv , per il teatro , scrivendo monologhi ma è in primis una poetessa . In questo romanzo abbandona il verso senza però allontanarsi dalla parola poetica per potersi vedere e vedere sua madre nel "buio echeggiante". IL buio di Maria Grazia Calandrone è un buio illuminato dai riflettori dei rotocalchi e dei quotidiani del 1965, anno in cui l'autrice , ancora in fasce ( 9 mesi circa) si trova al centro di un caso di cronaca nazionale , per essere stata abbandonata presso Villa Borghese , lei frutto di un amore "illegittimo" e quindi punibile per la legge dell'epoca ; abbandonata dai suoi genitori naturali , ritrovati dopo qualche giorno suicidi nel Tevere. Un buio personale che si incastra nel buio più vasto di un patriarcato sociale diffuso, cieco e spesso molto violento. .Il susseguirsi degli eventi ( mi è molto piaciuta la prima parte che fra il Molise rurale della madre/ragazza e la guerra d'Abissinia del padre, indaga periodi che sembrano più lontani di quanto in effetti siano). IL percorso di questa donna /madre intenerisce . La scrupolosa ricostruzione degli eventi a ritroso nel tempo , cercando testimonianze ed indizi nei luoghi lasciati nel trascorrere delle esistenze è capillare e sistematica . La prosa/ poesia mi è piaciuta molto , contaminata da pause , "i silenzi " , gli "a capo" improvvisi come precipizi della coscienza e del ricordo , il fiato sospeso e le sincopi strozzate della poesia a sfaldare le regolarità sintattiche della prosa. L'ho letto in un giorno , tutto d'un fiato , mi sembrava impossibile farlo a pezzi. Un libro per lasciarsi attraversare. "ogni cosa che ho visto di te la restituisco amata"
Post n°2420 pubblicato il 12 Novembre 2024 da ossimora
N:80 Alison Espach La magia dei momenti no Bollati Boringhieri
libro scelto dal book club "Una tigre all'ora del the" per Novembre
Phoebe è una insegnante universitaria a contratto e sta scrivendo o meglio strascinando , la s crittura di un libro su Jane Eyre . Quando il marito la lascia , facendo naufragare le poche possibilità di diventare genitori assieme , per mettersi con Mia , una loro collaboratrice Phoebe va in depressione profonda ed alla morte del gatto Harry assai amato , decide di partire , senza bagagli se non un vestito verde elegante comprato e maii ndossato. La destinazione è un lussuoso Hotel storico di Newport dove sognava di soggiornare col marito Matt. Vuole una stanza davanti all'oceano , una stanza per suicidarsi. Ma arriva al Cornewall hotel mentre è in corso una sontuosa cerimonia che durerà una settimana, un matrimonio . E qui scatta il corto circuito ; incontrerà in primis la sposa che la dissuade dal suo proposito terrorizzata dal fatto che un suicidio possa incrinare la messa inscena del suo matrimonio da favola ; Lila questo è il nome della sposa diventa così amica di Phoebe ; le due donne pian piano si aprono una all'altra e Phoebe incontra progressivamente il promesso sposo ,la figlia di lui , il fratello ,la madre di lei ed altri personaggi che riaprono in lei la voglia di vivere e la curiosità verso ciò che accade ; gli incontri con le persone si fanno interessanti e si ritorna lo spazio alla fiducia che le offrirà un nuovo percorso della sua vita . Un libro leggero , leggero abbastanza prevedibile man mano che si legge.
Post n°2416 pubblicato il 05 Novembre 2024 da ossimora
N:79 Han Kang(Premio Nobel 2024) Attiumani Gli Adelphi
Prima di essere il paese produttore di soft power la Corea ha visto alternarsi governi democratici o governi autoritari , autori questi ultimi di feroci repressioni . Una delle ultima si svolse nel 1980 a Gwangju ; il 18 Maggio le proteste degli studenti dell'Università Nazionale vennero ferocemente represse e coinvolsero tutta la città e la popolazione fino al 27 Maggio. Il governo parlò di 191 vittime fra civili e militari ma secondo gli osservatori internazionali furono uccise fra le 1000 e le 2000 persone. In questo libro Han Kang lo racconta dando voce alle vittime ed a chi gli stava vicino. Alternando la prima , la seconda e la terza persona ed un punto di vista diverso ; il ragazzo, l'amico del ragazzo , la madre del ragazzo e la scrittrice stessa. Ognuno racconta le circostanze , le speranze ed i pensieri di quei giorni terribili e delle conseguenze sulla vita di chi le ha vissute. Tragico, toccante non è una lettura "facile ", l'orrore che emerge è palpabile, esplicito a volte persino insostenibile . La prosa diretta , asciutta aiuta a penetrare nell'insostenibile sofferenza e nei traumi sostenuti dal popolo. Molto difficile conciliare il piacere della lettura con la sofferenza che questi temi provocano . Si tratta di un'opera di impegno civile , straniante . Si segue Han Kang ( che all'epoca dei fatti aveva nove anni ) nel restituire alla luce ,alla coscienza , quasi a disseppellire quei corpi , quei volti , quelle identità annullate.
Post n°2415 pubblicato il 29 Ottobre 2024 da ossimora
N:78 Rachel Cusk Resoconto Einaudi
"Transiti", "Onori" ,"Resoconto" , la trilogia di Rachel Cusk pubblicata da Einaudi sta riscuotendo molto successo si trovano quasi dappertutto lodi sperticate , soprattutto da parte degli scrittori meno nei circoli dei lettori dove i pareri sono almeno discordi. Appena finito "Resoconto" ma non credo che leggerò gli altri due. E' un libro che in parte mi ha irritato , in altre ho anche ammirato certi tratti della scrittura , una certa capacità di analisi dei gesti umani ma seppur i personaggi coinvolti siano numerosi , nessuno di loro mi è rimasto particolarmente impresso. Ognuno di loro parla/pensa , son tutti monologhi , parlano di episodi successi o immaginati o meglio di episodi minimali della loro stessa vita. Nessuno di questi mi sembra degno di essere ricordato. Come osservare dei pesci tropicali colorati dentro un acquario. La protagonista del romanzo (!?!) è una scrittrice inglese che si trova ad Atene per tenere un corso di scrittura creativa. Incontra persone ed in questo circolo di studio ed esercizio si parla di argomenti suscitati dalla conduttrice del corso : lei parla pochissimo , ascolta i monologhi sulle relazioni umane , sulla letteratura , sugli animali , su incontri casuali . Non succede niente , si susseguono soltanto le conversazioni/monologo . Sembra tutto irreale ( anche l'incontro con l'uomo in aereo che che lei chiamerà sempre "il mio vicino " anche quando andrà in barca con lui e sembrerebbe nascere un’amicizia) . Ogni personaggio compare come una meteora (compare , parla , scompare) . Un romanzo forse ben scritto, accademico , freddo , per nulla emozionante . La storia se c' è non si percepisce. Mi ha fatto pensare alla crisi dell'Occidente , all'imperversare della scrittura da"scuole di scrittura" , all'incapacità dell'Occidente stesso di raccontare storie ( forse non ne abbiamo più ) se non quelle iperegocentriche nelle quali si parla di ogni minimo elemento come se si parlasse dei massimi sistemi .
Post n°2414 pubblicato il 26 Ottobre 2024 da ossimora
Anne Berest La cartolina Edizioni e/o Nel 2003, Leila Picabia , la madre di Anne Berest riceve una cartolina con 4 nomi ; Ephraim , Emma , Noemie, e Jacques , si tratta dei nonni e degli zii morti ad Auschwitz , manca Maryam la nonna della scrittrice che si salverà scappando da Parigi . ( Questa nonna che alla fine dimentica il francese e torna ad esprimersi soltanto in russo !) Li per lì non la considera , la ripone in un cassetto e la dimentica fino a quando la figlia Anne decide di scoprire chi l'abbia scritta e perchè sia stata spedita . E' l'inizio di un viaggio nel presente ed a ritroso nel quale Anna ricostruisce la storia della sua famiglia , i Robinovich ; ebrei russi che si spostano prima per un periodo in Lettonia , poi in Palestina , quindi ritornano a Parigi . Parigi prima della grande furia nazista che avrà per gli altri un tragico epilogo . La prima parte , quella del viaggio , delle speranze di trovarsi un luogo dove non essere maltrattati e considerarsi dei perenni esuli poi l'incredulità iniziale verso le persecuzioni e le discriminazioni , ,l'esproprio dei beni personali , le stelle sul petto , le deportazioni in condizioni subumane , la mattanza, fino al ritorno dei sopravvissuti ridotti esseri senza salute nè mentale nè fisica , incapaci di esprimersi , di dormire in un letto, di mangiare , sono un pò la rappresentazione del destino diffuso degli ebrei europei . Si tratta di una saga familiare , un memoir di interesse storico ma dove il peso dei singoli vissuti ,la pesantezza delle perdite insanabili servono a non perdere la memoria per chi scrive e per il mondo intero; ogni storia , ogni racconto aggiunge emozione e documento da conservare .
Post n°2412 pubblicato il 19 Ottobre 2024 da ossimora
N:76
Victoria Mas Il ballo delle pazze Edizioni e/o Fine 800, nell'ospedale psichiatrico di Parigi ( la Salpetriere) diretto dall'illustre e veneratissimo dottor Charcot ( uno dei maestri di Freud) c'è eccitazione e movimento perchè si organizza il ballo annuale delle donne cosiddette "alienate" , dove gli invitati della borghesia parigina si ritrovano per vedere e partecipare a questo evento muovendosi a metà strada fra l'interesse vero e proprio e la curiosità verso l'isteria e le sue cure. Le storie di cui le donne segregata sono portatrici sono inquietanti e dimostrano come poco più di un secolo fa la vita delle donne fosse totalmente eterodiretta , appesa ad un filo, completamente agita , manovrata dagli uomini della propria vita, fossero essi padri, mariti, fratelli. Le internate sono spesso donne ribelli che in qualche modo rifiutano il ruolo di non pensanti . Fra loro Eugenie che vede gli spiriti dei morti , Louise vittima di gravi violenze familiari ,Therese fuggita dalla vita dura dei marciapiedi di Parigi o le malinconiche e depresse rinchiuse nel bozzolo del loro stesso abbandono. Certamente il progresso sulla malattia mentale ha fatto passi enormi nel tempo , la segregazione coatta e prolungata è quasi sparita e soprattutto per le donne , l'istituzione totale non è più una risposta della società . Una lettura scorrevole e dinamica che apre però molte riflessioni . La storia delle donne ha profondamente bisogno di essere indagata , conosciuta e scritta . Ho scoperto che è stato prodotto anche un film basato su questo racconto e cercherò di vederlo.
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Inviato da: jigendaisuke
il 16/01/2025 alle 19:11
Inviato da: ossimora
il 16/01/2025 alle 18:13
Inviato da: merizeta21
il 15/01/2025 alle 23:15
Inviato da: ossimora
il 12/01/2025 alle 20:14
Inviato da: jigendaisuke
il 12/01/2025 alle 19:22