Dentro un'Ostrica

Il cacciatore di ostriche


Faccio un bel respiro…Prendo lo slancio e mi immergo…Spariscono i suoni dell’aria e sento quelli dell’acqua. Il mio battito, le poche bolle che espiro.Mi spingo in profondità cercando di scovare tra gli scogli qualcosa che assomigli a ciò che cerco.Le ostriche si camuffano bene. Piu facile vederle mentre sono un po aperte, mentre tranquille filtrano l’acqua per mangiare e per ingrandire la loro madreperla.Le scardino con una lama dalle loro certezze per poi trascinarle con me nelle mie origini, nella mia rete.Un volta fuori, nella solitudine del sole, le forzo ad aprirsi nel punto giusto.Mi sento un ladro a volte, un predone che deruba un tesoro da uno scrigno splendente. Forse dovrei cercare un’ostrica che come il fegato di Prometeo ricresce la notte dopo che mi ha nutrito di giorno.. o viceversa…Son brutte da vedere. A volte ricoperte d’alghe e coralli celano la bellezza all’interno. Salda ma inebriante, splendente ma scivolosa, salata prima e dolce poi. La bellezza che l’uomo brama da sempre.La mia lingua l’avvolge e la trascina dentro inspirando con villana foga tutta la sua essenza, tutta la sua esistenza…