Elogio dell'otium

Post N° 44


Non sono la stessa cosa, il Divino e il Sacro.Che il senso del Sacro discenda e dipenda dal senso del Divino è cosa che si può anche, eventualmente, capire. Si può anche capire, cioè, che il senso del Divino si ammanti, nel rispetto che gli è dovuto, di Sacro.Si può arrivare a comprendere che Sacro sia tutto ciò che attiene alla manifestazione del Divino. Ma nel far ciò si riconosce che non può esservi Sacro ove manchi il Divino.Il Divino è l'inesprimibile del Mondo: è ciò da cui il Mondo proviene, ha origine. Il Sacro è il riconoscimento della sua manifestazione. Ove il Divino ha avuto luogo, si è manifestato, il Sacro interviene in sua difesa, a sua protezione.E Sacro è anche il rispetto della Differenza tra Divino e Mortali; e tra Linguaggio e cose. Tra essere ed ente. Ma il Sacro inibisce in quanto preserva; chiude in quanto garantisce; soffoca in quanto eleva.Il Sacro è veramente Sacro quando rispetta la folle creatività del Divino; la sua imprevedibile vitalità.Il Sacro è veramente Sacro quando promuove la vita, e la rende libera. E si perde quando invece di seguire il Divino, lo precede, quasi pretendendo di istruirlo.Quando il Sacro prende il posto del Divino, sono i Mortali a farsi i Celesti. Che ridicolo spettacolo, la pretesa di riconoscere il Significato delle Cose, fissato in un Carnevale della Ragione! Il Sacro privato del Divino: ecco la profonda tristezza della povertà dei Mortali sulla Terra. La celebrazione della loro solitudine.