Elogio dell'otium

Post N° 6


Ci vuole, credo, molta forza interiore, molta certezza di sé, per dedicarsi all'ozio. Che non è, ovviamente, il dolce non far nulla, ma è piuttosto il lasciar andare i propri pensieri, però interrogandoli, arricchendosi di essi. Occorre soprattutto non avere l'angoscia del tempo, l'ansia del perderlo, anche nella certezza che esso è semmai investito, ancor più che assaporato. In un certo senso, l'ozio è lo sfidare il tempo, il mettersi di fronte a lui, piegandolo alla propria volontà, ma senza atti d'imperio, anzi con dolcezza, quasi assecondandolo nel suo quieto scorrere. In un certo senso, occorre farsi tempo, lasciarlo agire, e coglierne i frutti...