Elogio dell'otium

Post N° 8


« Tu prova ad avere un mondo nel cuore e non riuscire ad esprimerlo con le parole, e la luce del giorno si divide la piazza tra un villaggio che ride e te, lo scemo che passa, e neppure la notte ti lascia da solo: gli altri sognan se stessi, e tu sogni di loro. » Ho sempre pensato che in questo brano De André (o Lee Masters, non l'ho mai capito bene) non parlasse tanto di un matto generico, ma finisse per parlare di una condizione che prima o poi capita di sperimentare. Con questo non intendo che egli paragonasse la nostra condizione a quella di matti, o idioti; ma che questo ci induca a riflettere, o semplicemente capiti di identificarsi nel matto della canzone, questo mi pare di solare evidenza...