Creato da: CarloCarlucci il 22/08/2004
"Pensieri oziosi di un ozioso"

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

I miei Moblog preferiti

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

beth68danibiaMoonlight_6okkiazzurri0108Alessia.CorFab.Phillary.canevarokashmira85giovi8527extraiCarloCarluccifattodinientelelizabethminsterr999
 

Chi può scrivere sul blog

Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi e commenti in questo Blog.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

 
« "The Sunlit Path"Messaggio #49 »

Post n°48 pubblicato il 19 Settembre 2005 da CarloCarlucci

Tra i giochini che impazzano in blogland ci sono questi test sulle canzoni.
Mai riuscito a finirne uno. Sono peggio di Rob Fleming, in Alta Fedeltà.
Stavolta mi ci sono messo d'impegno, ma mi ci sono riperso. È una cosa che non si può fare: come pensi di averla finita, scopri di aver dimenticato almeno cinque titoli irrinunciabili.

E allora, siccome qualcuno li avrà pur scritti questi test, ho pensato che la cosa migliore è prendere la faccenda da un'altra parte: prima scegliere le canzoni - alcune canzoni - e poi vedere a cosa sono adatte, se non addirittura le ragioni per le quali le ho scelte.
Non che abbia risolto granché: ben presto mi son scoperto ad aggiungere, ed aggiungere, e togliere, e spostare. Neanche Penelope ci avrebbe messo così tanto, e io non sono Penelope.

E allora, questo è il punto in cui sono, e questo è il punto che resta. casomai, cambierò, ma non credo.

Quella che vorresti aver scritto tu: Land of Hope and Dreams (Bruce Springsteen)

Quella che vorresti fosse stata scritta per te: The Boxer (Simon & Garfunkel); You’ve Got a Friend (Carole King)

Quella più piena di speranza: Grace Darling (Strawbs)

Quella per il futuro dietro alle spalle: There’s No Place Like Homerton (Hatfield & the North)

Quella più malinconica: Bonny Woodhall (Andy Irvine)

Quella per gli amici in difficoltà: If I Should Fall Behind (Bruce Springsteen)

Quella per i momenti di solitudine: Have a Little Faith on Me (John Hiatt)

Quella più triste: Canzone per te (Sergio Endrigo)

Quella per i momenti di tristezza: Mi le m’uilinn (Karen Matheson)

Quella più nostalgica: Farewell (Rod Stewart)

Quella per i momenti di nostalgia: If You See Her Say Hello (Bob Dylan)

Quella più disperatamente bella: Who Wants To Live Forever (Queen)

Quella dalla disperata bellezza: Smalltown Boy (Bronski Beat)

Quella più umbratile: In the Garden (Van Morrison)

Quella più ilare: Don Alfonso (Mike Oldfield)

Quella più divertente: Om Nama Shivaya (Steve Hillage)

Quella più trascinante: Moldavian Triptych (Dónal Lunny con Marta Sebestyén)

Quella più cazzuta: 5:15 (The Who)

Quella che ti dà la carica: Wha’ll Be King But Cherlie? (Silly Wizard)

Quella che ti porta in cielo e anche oltre: Eternity's Breath (Mahavishnu Orchestra)

Quella più suggestiva: Across the Borderline (Ry Cooder)

Quella più evocativa: Winter Wine (Caravan)

Quella più emozionante: Man on the Moon (R.E.M.)

Quella più commovente: The River (Bruce Springsteen)

Quella più mistica: Der Ruf (Popol Vuh)

Quella più esotica: Forbidden Colours (D.Sylvian & R.Sakamoto)

Quella più intensa: Down Where the Drunkards Roll (Maura O’Connell)

Quella per guardare lontano all’orizzonte verso l’Altrove: Flower of the West (Runrig)

Quella per i bambini: La leva calcistica del ‘63 (Francesco de Gregori)

Quella per l’amore lasciato andare: Next Time Around (Sandy Denny)

Quella per l’amore che ti vorrebbe sempre: Stand By Me e Don’t Go Away (Oasis)

Quella per l’amore che verrà: Advice for the Young at Heart (Tears for Fears)

Quella per l’amore assoluto: She Belongs to Me (Bob Dylan)

Quella più bella sull’amicizia: Bobby Jean (Bruce Springsteen)

Quella più bella da dedicare ad una donna: Your Song (Elton John)

Quella più bella dedicata ad una donna: Nancy Spain (Christy Moore)

Quella che ti fa venire in mente la prima cotta: Money (Pink Floyd)

Quella che ti fa sentire un gran fico: Subterranean Homesick Blues (Bob Dylan); Somebody to Love (Queen)

Quella per fare marameo: Ramblin’ Man (Allman Brothers Band)

Quella per le notti brave: Steppin’ Out (Joe Jackson)

Quella per le notti in città: There Is a Light That Never Goes Out (The Smiths)

Quella per quando sei incazzato: Once in a Lifetime (Talking Heads)

Quella che ti estrania dalla realtà: Renaissance Fair (The Byrds)

Quella che ti fa più paura al buio (beh, si fa per dire…): A Plague of Lighthouse Keepers (Van Der Graaf Generator)

Quella più cattiva: Ventilator Blues (Rolling Stones)

Quella col miglior inizio: Trilogy (Mahavishnu Orchestra)

Quella col miglior finale: To Be Over (Yes)

Quella per l’alba: One More Day e Torch Song (Todd Rundgren)

Quella per la tarda mattinata: Hergest Ridge (Mike Oldfield)

Quella per il pomeriggio: Maggie May (Rod Stewart)

Quella per la sera: Papa Was a Rolling Stones (The Temptations)

Quella per la notte: A Walk Across the Rooftops (The Blue Nile); So What (Miles Davis)

Quella per la primavera: Acres Wild (Jethro Tull)

Quella per l’autunno: Kellswater (Planxty)

Quella da cantare finché ti radi: Shaving Is Boring (Hatfield & the North)

Quella per guardare l’oceano: Just a Shadow (Big Country)

Quella per guardare il cielo sopra le montagne ad alta quota d’estate col sole verso il tramonto: The Remembering (Yes)

Quella per guardare i grattacieli che si illuminano di luci al tramonto d’inverno: This Is the Ice Age (Martha & the Muffins)

Quella per la campagna d’estate (meglio se francese, con ricordi del Medioevo): Benedictus (Strawbs)

Quella per guardare il paesaggio dall’alto di una collina magari seduti in auto che se è di notte è anche meglio: The Nightfly (Donald Fagen)

Quella per quando piove d’inverno: Rain Song (Led Zeppelin)

Quella per quando piove nelle mezze stagioni: Rainy Sundays Windy Dreams (Andy Irvine)

Quella per i temporali estivi: Riders on the Storm (The Doors)

Quella per il luogo in cui vivi: Frutto acerbo (Le Orme)

Quella da sentire in viaggio di giorno: Travels (Pat Metheny)

Quella da sentire in viaggio di notte: Do Your Thing (Isaac Hayes)

Quella che ti ricorda l’adolescenza: Vincent (Don MacLean)

Quella per il tuo funerale: In the Future (David Byrne)

Quella col migliore duetto: Haunted (Shane MacGowan & Sìnead O’Connor); Fairytales of New York (The Pogues & Kirsty McColl); Happy Ending (Joe Jackson & Ellen Foley)

Quella col miglior controcanto: Under African Skies (Paul Simon)

Quella con cui sostituire We Are the Champions: Traccia II (Banco del Mutuo Soccorso)

Quella che odiavi ma adesso ami: You Can Call Me Al (Paul Simon)

Quella con il testo più originale: Montana (Frank Zappa)

Quella col testo più intelligente: Nothing But Flowers (Talking Heads)

Quella su cui fare l’amore: nessuna, solo il silenzio per ascoltare gli sguardi. Ehm… già, sì.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Commenti al Post:
extrai
extrai il 19/11/06 alle 20:25 via WEB
Bello questo post(o), ovviamente è interminabile e oggettivo. ciao, vieni a trovarmi, c'è un abbraccio anche per te.(poi capirai):Franco.
(Rispondi)
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963