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Post n°48 pubblicato il 19 Settembre 2005 da CarloCarlucci
Tra i giochini che impazzano in blogland ci sono questi test sulle canzoni. E allora, siccome qualcuno li avrà pur scritti questi test, ho pensato che la cosa migliore è prendere la faccenda da un'altra parte: prima scegliere le canzoni - alcune canzoni - e poi vedere a cosa sono adatte, se non addirittura le ragioni per le quali le ho scelte. E allora, questo è il punto in cui sono, e questo è il punto che resta. casomai, cambierò, ma non credo. Quella che vorresti aver scritto tu: Land of Hope and Dreams (Bruce Springsteen) Quella che vorresti fosse stata scritta per te: The Boxer (Simon & Garfunkel); You’ve Got a Friend (Carole King) Quella più piena di speranza: Grace Darling (Strawbs) Quella per il futuro dietro alle spalle: There’s No Place Like Homerton (Hatfield & the North) Quella più malinconica: Bonny Woodhall (Andy Irvine) Quella per gli amici in difficoltà: If I Should Fall Behind (Bruce Springsteen) Quella per i momenti di solitudine: Have a Little Faith on Me (John Hiatt) Quella più triste: Canzone per te (Sergio Endrigo) Quella per i momenti di tristezza: Mi le m’uilinn (Karen Matheson) Quella più nostalgica: Farewell (Rod Stewart) Quella per i momenti di nostalgia: If You See Her Say Hello (Bob Dylan) Quella più disperatamente bella: Who Wants To Live Forever (Queen) Quella dalla disperata bellezza: Smalltown Boy (Bronski Beat) Quella più umbratile: In the Garden (Van Morrison) Quella più ilare: Don Alfonso (Mike Oldfield) Quella più divertente: Om Nama Shivaya (Steve Hillage) Quella più trascinante: Moldavian Triptych (Dónal Lunny con Marta Sebestyén) Quella più cazzuta: 5:15 (The Who) Quella che ti dà la carica: Wha’ll Be King But Cherlie? (Silly Wizard) Quella che ti porta in cielo e anche oltre: Eternity's Breath (Mahavishnu Orchestra) Quella più suggestiva: Across the Borderline (Ry Cooder) Quella più evocativa: Winter Wine (Caravan) Quella più emozionante: Man on the Moon (R.E.M.) Quella più commovente: The River (Bruce Springsteen) Quella più mistica: Der Ruf (Popol Vuh) Quella più esotica: Forbidden Colours (D.Sylvian & R.Sakamoto) Quella più intensa: Down Where the Drunkards Roll (Maura O’Connell) Quella per guardare lontano all’orizzonte verso l’Altrove: Flower of the West (Runrig) Quella per i bambini: La leva calcistica del ‘63 (Francesco de Gregori) Quella per l’amore lasciato andare: Next Time Around (Sandy Denny) Quella per l’amore che ti vorrebbe sempre: Stand By Me e Don’t Go Away (Oasis) Quella per l’amore che verrà: Advice for the Young at Heart (Tears for Fears) Quella per l’amore assoluto: She Belongs to Me (Bob Dylan) Quella più bella sull’amicizia: Bobby Jean (Bruce Springsteen) Quella più bella da dedicare ad una donna: Your Song (Elton John) Quella più bella dedicata ad una donna: Nancy Spain (Christy Moore) Quella che ti fa venire in mente la prima cotta: Money (Pink Floyd) Quella che ti fa sentire un gran fico: Subterranean Homesick Blues (Bob Dylan); Somebody to Love (Queen) Quella per fare marameo: Ramblin’ Man (Allman Brothers Band) Quella per le notti brave: Steppin’ Out (Joe Jackson) Quella per le notti in città: There Is a Light That Never Goes Out (The Smiths) Quella per quando sei incazzato: Once in a Lifetime (Talking Heads) Quella che ti estrania dalla realtà: Renaissance Fair (The Byrds) Quella che ti fa più paura al buio (beh, si fa per dire…): A Plague of Lighthouse Keepers (Van Der Graaf Generator) Quella più cattiva: Ventilator Blues (Rolling Stones) Quella col miglior inizio: Trilogy (Mahavishnu Orchestra) Quella col miglior finale: To Be Over (Yes) Quella per l’alba: One More Day e Torch Song (Todd Rundgren) Quella per la tarda mattinata: Hergest Ridge (Mike Oldfield) Quella per il pomeriggio: Maggie May (Rod Stewart) Quella per la sera: Papa Was a Rolling Stones (The Temptations) Quella per la notte: A Walk Across the Rooftops (The Blue Nile); So What (Miles Davis) Quella per la primavera: Acres Wild (Jethro Tull) Quella per l’autunno: Kellswater (Planxty) Quella da cantare finché ti radi: Shaving Is Boring (Hatfield & the North) Quella per guardare l’oceano: Just a Shadow (Big Country) Quella per guardare il cielo sopra le montagne ad alta quota d’estate col sole verso il tramonto: The Remembering (Yes) Quella per guardare i grattacieli che si illuminano di luci al tramonto d’inverno: This Is the Ice Age (Martha & the Muffins) Quella per la campagna d’estate (meglio se francese, con ricordi del Medioevo): Benedictus (Strawbs) Quella per guardare il paesaggio dall’alto di una collina magari seduti in auto che se è di notte è anche meglio: The Nightfly (Donald Fagen) Quella per quando piove d’inverno: Rain Song (Led Zeppelin) Quella per quando piove nelle mezze stagioni: Rainy Sundays Windy Dreams (Andy Irvine) Quella per i temporali estivi: Riders on the Storm (The Doors) Quella per il luogo in cui vivi: Frutto acerbo (Le Orme) Quella da sentire in viaggio di giorno: Travels (Pat Metheny) Quella da sentire in viaggio di notte: Do Your Thing (Isaac Hayes) Quella che ti ricorda l’adolescenza: Vincent (Don MacLean) Quella per il tuo funerale: In the Future (David Byrne) Quella col migliore duetto: Haunted (Shane MacGowan & Sìnead O’Connor); Fairytales of New York (The Pogues & Kirsty McColl); Happy Ending (Joe Jackson & Ellen Foley) Quella col miglior controcanto: Under African Skies (Paul Simon) Quella con cui sostituire We Are the Champions: Traccia II (Banco del Mutuo Soccorso) Quella che odiavi ma adesso ami: You Can Call Me Al (Paul Simon) Quella con il testo più originale: Montana (Frank Zappa) Quella col testo più intelligente: Nothing But Flowers (Talking Heads) Quella su cui fare l’amore: nessuna, solo il silenzio per ascoltare gli sguardi. Ehm… già, sì.
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