Leggo da Corsaro Rosso un articolo di stretta attualità, relativo alla conferenza negazionista svoltasi a Teheran nel Dicembre del 2006. Sono però attratto dal nome dell'autore, Massimo Mazzucco.Massimo Mazzucco...chi era costui? Non lo sapete? Mica un Carneade qualunque! Mazzucco è un grande pensatore, una delle menti che illuminano il XXI secolo. Solida preparazione accademica: nasce come fotografo di moda, poi passa addirittura dietro alla cinepresa e dirige uno degli ultimi film di Walter Chiari. La sua sfolgorante carriera cinematografica lo porta inevitabilmente nella Mecca del cinema, dove nel '95 dirige "Aaron Gillespie will make you a star", un'amara satira sul mondo degli aspiranti attori ad Hollywood, enorme successo di pubblico e critica.Per un po' di anni se ne perdono le tracce, poi ricompare in Italia e fonda il sito "luogocomune.net" dove, ma guarda un po', si occupa di teoria dei complotti. E via con l'assassinio di JFK, lo sbarco sulla Luna, le scie chimiche, l'11 settembre, gli UFO e chi più ne ha, più ne metta. Pateticamente sputtanato in ogni campo, decide però di giocare il jolly, e sostiene la teoria di Tullio Simoncini (medico radiato dall'Albo e condannato per omicidio colposo) secondo cui il cancro sarebbe un fungo e dovrebbe essere curato con il bicarbonato di sodio.E che ci racconta il buon Mazzucco? Prima ironizza infastidito sul fatto che i principali leader europei avessero manifestato disapprovazione per l'iniziativa di Ahmadinejad, poi ci rivela che "in realtà questa ridicola sceneggiata che si sta svolgendo sul palcoscenico internazionale è costituita da tre grandi menzogne, che stanno perfettamente incastrate una nell'altra." Confutare quelle che Mazzucco definiva "tre grandi menzogne" è un esercizietto tanto facile quanto inutile. Basta e avanza dire che è non è facile capire se lui (e chi gli crede) sia più degno di compatimento o disprezzo.Più interessante invece leggere le "verità" di Mazzucco. Che ci assicurava che Ahmadinejad non era antisemita....tanto è vero che in Iran vivono più di 25 mila ebrei, che lo stesso Ayatollah Komehini dichiarò a suo tempo una minoranza religiosa da proteggere e rispettare. Gli ebrei in Iran vivono tranquillamente mescolati alla popolazione di maggioranza musulmana, frequentano le loro sinagoghe, e uno di loro è addirittura stato eletto al parlamento.Questo non è del tutto falso. In effetti in Iran vive una consistente minoranza ebraica, stimata intorno a 20-25.000 unità, che la rende la più numerosa del Medio Oriente. Si tratta sempre di stime, ma si ritiene che nel '48 gli ebrei fossero almeno 70.000, e nel 2001 cira 35.000. Quindi la comunità è sì numerosa, ma non sembra prosperare poi tanto. Comunque agli ebrei iraniani è effettivamente andata meglio che ad altri. Tanto per fare qualche esempio, questi paesi oggi invece sono di fatto "Jewish free" (tra parentesi la consistenza delle relative comunità ebraiche nel 1948): Algeria (140.000), Egitto (75.000), Iraq (135.000), Libano (20.000), Siria (15.000), Yemen (45.000).A questo proposito giova ricordare che nel '48, a seguito della prima guerra arabo isaeliana, circa 850.000 ebrei sono stati espulsi dai paesi arabi. 600.000 si stabilirono in Israele, gli altri in Europa e in USA. Ovviamente abbandonando tutti i loro beni. Secondo una stima di fine anni '90 effettuata dal WOJAC (l'associazione dei profughi ebrei dai paesi arabi) le proprietà lasciate dagli ebrei nei paesi arabi avevano un valore di 300 miliardi di dollari e le proprietà immobiliari lasciate consistevano in circa 100.000 km quadrati (quasi cinque volte l'estensione dello stato di Israele). Trascuriamo l'inflazione e ammettiamo pure che gli ebrei siano un po' bugiardi quando si parla di soldi: se anche le cifre reali fossero un quinto di quelle denunciate dal WOJAC questo basterebbe comunque a ridicolizzare chiunque pianga sui "furti delle terre e delle stanze". E quei soldi e quelle terre sarebbero potuti servire a far vivere i palestinesi da esuli, ma da esuli ricchi. Invece di chiuderli nei campi profughi.Senza discriminazioni? E' quasi vero. E c'è davvero un deputato ebreo. Perché è previsto che sia così. Un deputato ebreo, eletto dai soli ebrei. Un deputato un po' anomalo. Che tra l'altro, con un meccanismo un po' complicato può essere votato solo dagli ebrei, che però possono eventualmente votare per i candidati musulmani. Stesso principio per la più numerosa comunità cristiana, a cui sono riservati due deputati. Chiese e sinagoghe sono comunque aperte, il che consente di fatto una certa libertà religiosa. Negli strettissimi limiti imposti dalla legge islamica, che non gradisce molto qualsiasi cosa che possa anche lontanamente assomigliare al proselitismo o al mancato rispetto dell'islam.Ci sono poi alcune piccole "difficoltà" in più per gli ebrei, ma sulla carta non sono poi così drammatiche. Non è però superfluo ricordare che gli stessi iraniani vivono sotto un regime inconcepibile per noi occidentali, quindi non c'è nessun bisogno di ulteriori discriminazioni...già si sta abbastanza male "di serie"! L'Iran è, dopo la Cina, il paese che più ricorre alla pena di morte. I reati capitali sono: omicidio volontario, terrorismo, strage, apostasia, gravi offese all'Islam, alla Repubblica islamica ed autorità religiose, vilipendio del profeta Maometto, omosessualità e rapporti sessuali illeciti reiterati e gravi, traffico di droga e di alcolici, adulterio della moglie, consumo di bevande alcoliche alla terza condanna, violenza sessuale aggravata, tradimento, spionaggio, casi di prostituzione. E' evidente che molti di questi reati riguardano la sfera della religione e delle opinioni. Per un credente non musulmano non sarebbe quindi difficile trovarsi incriminato anche solo per una frasetta o un comportamento apparentemente insignificanti, se lo si volesse perseguitare. Questo magari non porterebbe necessariamente al massimo della pena, ma alla sgradevole esperienza di essere un ebreo od un cristiano giudicato da un tribunale islamico. Il Corsaro Rosso quindi, tanto per fare un esempio, vista la sua propensione alla blasfemia e i trascorsi che ci ha raccontato, se fosse un cittadino del libero, democratico e calunniato stato di Ahmadinejad, avrebbe già raccattato (almeno) due condanne a morte.Mazzucco avrebbe potuto quindi essere un po' più prudente nel descrivere la qualità della vita degli ebrei nel paradiso iraniano. Ma deve avere ragione, se come scrive:alla stessa conferenza "revisionista" sull'olocausto hanno partecipato 67 storici ebrei dalla testa ai piediIn realtà non è molto facile trovare informazioni ed elenchi attendibili sui partecipanti alla conferenza. Non c'è nemmeno certezza sul numero di relatori, però incrociando più fonti qualcosa si ottiene. Quel numero, 67, qualche volta si ritrova, ma come numero TOTALE. Difficile pensare che fossero TUTTI ebrei!Tre ebrei però effettivamente c'erano sicuramente: Moshe Friedman, sedicente rabbino viennese antisionista (vicino alle posizioni del partito di Jorg Haider), che ha parlato alla conferenza stigmatizzando la stessa esistenza dello stato di Israele. Salvo poi nel 2009 ritrattare, e abbandonare le sue posizioni antisioniste. Ce n'era anche un altro, il rabbino David Moshe Weiss. Su di lui non ho trovato granché, pare sia inglese e che si sia augurato la dissoluzione dello stato di Israele. E un altro rabbino Arnold Cohen, non si capisce bene se americano o inglese. Insieme a loro, anche se non è chiaro se abbiano parlato o se fossero solo lì a fare da claque, un gruppetto di aderenti del movimento Neturei Karta. Questi sono un'organizzazione (circa tremila famiglie, per lo più in Israele, con qualche presenza in Europa e USA) di deficienti ultraortodossi, ferocemente antisionisti perché secondo loro non può e non deve esistere uno stato di Israele prima dell'arrivo del Messia. A loro va bene chiunque sia contrario all'esistenza di Israele.L'antisionismo di alcuni ambienti ortodossi non è certo una novità. Lo stesso movimento di Herzl era di fatto laico e socialisteggiante, e incontrò più di un'opposizione da parte di autorevoli religiosi, che non ritevano opportuna e necessaria una patria fisica per il popolo di Israele. Ma questi erano dibattiti che avevano un senso prima che il movimento sionista raggiungesse il suo obiettivo, la costituzione dello stato di Israele. Oggi è solo una ridicola manifestazione di integralismo religioso. Ciò che più conta però è che non si tratta di "67 storici", ma di tre personaggi che dello storico o dello studioso non hanno proprio nulla, di tre individui che non hanno alle spalle carriere accademiche, pubblicazioni o studi storici, ma che hanno avuto notorietà solo ed esclusivamente per la loro partecipazione alla farsa voluta da Ahmadinejad. Altre loro tracce io non ne ho trovate.E' un po' curioso che Mazzucco dopo aver moltiplicato per venti il numero dei partecipanti ebrei alla conferenza e averne amplificato la statura da miseri bigotti a "storici" sia invece del tutto reticente riguardo agli altri partecipanti. Il post è già fin troppo lungo, magari ne scriverò uno ad hoc. Per ora basti sapere che, per quanto riguarda i partecipanti occidentali, si tratta di personaggi che si distinguono più per corposità delle fedine penali che per ponderosità di lavori accademici. Membri non di accademie, ma del Ku Klux Klan, di White Supremacy, del NPD (il partito neonazista tedesco) e così via. E' piuttosto curioso che questo pattume umano venga così apprezzato da personaggi che si definiscono "di sinistra". Ma non c'è problema! Per trasformare un evento ignobile in un'occasione di propaganda anti israeliana, tutto fa brodo, poi se gli alleati dell'occasione hanno all'occhiello un distintivino con la svastica o si divertono ad fare dei simpatici falò in Alabama, vabbé, sono un po' esuberanti, ma in fondo non sono cattivi!Comunque sia, chiunque è libero di credere a quello che gli pare, anche a Mazzucco (per quanto possa sembrare impossibile farlo!), ma almeno abbia la dignità di non scrivere "Due popoli due stati". Non è credibile. Meglio "Juden raus", almeno è onesto.