FUORI SERIE

Tutti per uno...


Con la Guascogna non c'entrava nulla, anzi. Il passerotto D'Artagnan era sempre vissuto a Cascina Gobba, tra gli alberi (pochi in verità) immmersi nella nebbia della periferia milanese. Un passero come tanti se non fosse per quel nome altisonante. Ma lui se lo meritava tutto. Generoso, simpatico, spaccone e sempre pronto a sfoderare la sua passione per le sfide impossibili. Chi sentiva pronunciare per la prima volta il suo nome rimaneva stupito dal contrasto tra l'alto lignaggio suggerito e la misera stazza del giovane pennuto. Chiamarsi D'Artagnan ed essere un passero richiede infatti un minimo di portamento. Invece era un passerotto qualunque: mingherlino, quasi sottopeso e con le penne perennemente scaruffate. A vederlo suscitava compassione.Ma il cuore, quello sì era grande! Un giorno, per dire l'ultima, si librò alla massima velocità a lui consentita per soccorrere un collega. Lo vedeva da lontano, gracilino, male in arnese, davvero misero alla vista. "Arriva D'Artaganan, amico, niente paura". E si fiondò. PAF! Spiaccicato su una lastra di plexiglas dell'autostrada, vicino alla sagoma nera di un rapace. Questa è la triste storia di D'Artagnan, passero noto per il suo coraggio, un po' meno per la sua sagacia. Se non fosse mancargli di rispetto verrebbe da dire: tutti per uno e uno... per nessuno.