FUORI SERIE

Silenzio, si gira!


I film mi entrano dagli occhi ma solo alcuni vi rimangono. I più, quando si riaccendono le luci in sala, svaniscono nel nulla. E la visione del lungometraggio successivo non fa che spingere fuori dalla mia coscienza e dalla mia memoria quello che l'ha preceduto. Quando mi chiedono quale film ho visto di recente nel migliore dei casi faccio la figura dello smemorato. Spesso di quell'orgia di immagini rimangono solo poche tracce evanescenti. Altri film invece mi entrano negli occhi e si espandono lentamente, come il colore di una bustina di tè appena immersa nell'acqua bollente e che piano piano satura la trasparenza dell'acqua con fantasiose volute scure. Come per il tè anche il film mi lascia il suo aroma. Se non lo riconosco al primo sorso vuol dire che il suo profumo mi è sconosciuto o che le mie papille non sono pronte. Poi ci sono i film che mi sorprendono, mi rallegrano e mi riconciliano con il mondo. Non perché c'è l'happy end o sono film d'autore. Affatto. A volte sono piccole e poco note produzioni. Raccontare una storia è sempre impresa ardua. Farlo attraverso un alfabeto di immagini e suoni lo è ancora di più. Ma quando quel linguaggio raggiunge il suo ritmo e amalgama con felicità (non facilità) inquadrature, storia, personaggi, musica e suoni, allora quei novanta minuti diventano pura magia. Non quella di Harry Potter. Quella vera. Quella del cinema.