Carcere e società

28 DICEMBRE 2007


Ho letto molti commenti interessanti in questi giorni, inoltre ho ricevuto varie manifestazioni di incitamento affinchè continui a tenere in vita questo blog, ma ho ricevuto anche critiche da parte di chi, evidentemente, ha un'idea diversa rispetto alla mia. L'obiettivo n. 1 era proprio quello di creare uno spazio di discussione su temi molto complessi (forse è proprio per questo che i mass-media li evitano): qual'è oggi il rapporto tra il carcere e la società? In Italia il carcere permette il rispetto della dignità della persone e il reinserimento socio-lavorativo del reo? Tolleranza zero o diritto penale minimo?Queste sono alcune delle domande che innescano inevitabilmente discussioni lunghissime tra esperti di scienze sociali in generale e del fenomeno criminale in particolare. Purtroppo la cosiddetta "informazione di massa"  fa informazione disinformando. Perchè? A chi giova allarmare l'opinione pubblica affinchè si sostengano politiche penali sempre più repressive? Dai commenti viene fuori una scarsa conoscenza non solo del fenomeno criminale o deviante, ma anche un sentimento di repulsione rispetto a tutto ciò che riguarda il carcere o il carcerato. Molte opinioni di utenti, soprattutto quelle negative, sembrano simili perchè la loro conoscenza del carcere è basata sulla informazione televisiva. Altri commenti, sia positivi che negativi, sono basati su informazioni "altre", cioè sulla conoscenza teorica del tema duale carcere/criminalità oppure su una conoscenza diretta, come coloro che, direttamente o indirettamente, sono o sono stati coinvolti in quella che si può chiamare "l'area della penalità".