Carcere e società

Vita dell'Istituto e rapporto con gli operatori (II parte)


 Il personale dell’Istituto Si rivolga agli Agenti (e agli altri operatori penitenziari) usando il "lei"; loro sono tenuti a rispondere nello stesso modo ed a chiamarla con il suo cognome. Per regolamento non può conoscere i nomi del personale di Polizia Penitenziaria, quindi lo chiami con il grado che ha: 
Agente (spallina senza gradi, o con una singola freccia rossa);
Assistente (spallina con due, o tre, frecce rosse);
Sovrintendente (spallina con una, o più, barre argentate);
Ispettore (spallina con uno, o più, pentagoni argentati);
Comandante (spallina con una barra e due pentagoni argentati).
i Vicedirettori;
i Funzionari dell’Area Pedagogica
lo Psicologo;
lo Psichiatra;
l’Assistente sociale;
gli Operatori del Ser.T.;
l’Assistente volontario;
gli Insegnanti;
il Cappellano;
il Dirigente sanitario;
i Medici. Oltre al personale di Polizia Penitenziaria, nell’Istituto sono presenti altri operatori:
il Direttore;Può chiedere di avere un colloquio con loro rivolgendo richiesta scritta (domandina) alla Direzione. L’Ordinamento Penitenziario le garantisce anche la possibilità di entrare in contatto con il Magistrato di Sorveglianza e con il Provveditore Regionale agli Istituti di Pena: può chiedere di essere sentito personalmente da loro, oppure può inviargli domande e reclami scritti. Se non ha il necessario per scrivere, l’Amministrazione è tenuta a fornirglielo. Può inviare anche una lettera in busta chiusa: sulla busta scriva in modo chiaro a chi la manda e, sul retro, il suo nome.Le istanze per il trasferimento in un altro carcere devono essere rivolte, per il tramite dell’istituto:
al Provveditore Regionale agli Istituti di Pena, quando chiede di essere trasferito in un carcere dello stesso distretto (il Triveneto, trovandovi a Padova);
al Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, quando chiede il trasferimento in un carcere fuori dal distretto. I colloqui, le telefonate e la posta Le spettano sei colloqui visivi al mese, della durata di un’ora ciascuno, con familiari o conviventi. In casi particolari (per i quali deve specificare i motivi, in un’apposita richiesta da rivolgere al Direttore) i colloqui "possono" essere consentiti anche con altre persone. I colloqui possono durare anche più di un’ora: se non fa colloquio spesso, o se i suoi parenti vengono da lontano, può chiedere di riunire più ore, previste nel mese, in un solo colloquio.Finché è imputato, l’autorizzazione ai colloqui viene concessa dal magistrato che procede; dopo il processo di primo grado, viene concessa dal Direttore.Una volta alla settimanapuò essere autorizzato a telefonare a familiari e conviventi, sempre dopo aver ottenuto la necessaria autorizzazione, che va chiesta:
al magistrato che sta procedendo nei suoi confronti, fino alla sentenza di primo grado;
al Magistrato di Sorveglianza, dopo la sentenza di primo grado e finché non sarà definitivo;
al Direttore dell’Istituto, quando è definitivo.(La domanda va sempre presentata alla direzione dell’Istituto, che nel caso la trasmetterà a chi di competenza).Anche se proviene da un altro carcere, dal quale già telefonava ai familiari, deve chiedere l’autorizzazione ad effettuare le telefonate in questo Istituto e dovrà attendere alcuni giorni, prima di ottenerla. Una volta ottenuta l’autorizzazione, può chiedere con una domandina di fare la telefonata, specificando il giorno e l’ora in cui vorrebbe effettuarla. Indichi nella domandina anche quale lingua utilizzerà durante la telefonata, se si tratta di lingua diversa dall’italiano.I condannati per i reati previsti dal primo periodo del primo comma dell’art. 4bis O.P., hanno diritto solamente a quattro colloqui e a due telefonate ogni mese. In questi casi, se ha necessità di avere dei colloqui in più, può chiedere al Direttore dell’Istituto di concederglieli, specificando bene i motivi della sua richiesta (ad esempio per favorire il mantenimento dei rapporti con la famiglia).Può ricevere, al massimo, quattro pacchi al mese, portati dalle persone ammesse ai colloqui o ricevuti per posta, contenenti generi alimentari, vestiario e lenzuola personali, per un peso complessivo di 20 Kg. Tenga presente che ogni plico postale, contenente qualsiasi oggetto (diverso dal materiale didattico), le verrà contato come pacco.Può ricevere libri (non con copertina rigida), riviste e altro materiale didattico anche in eccesso al peso previsto. Abiti e scarpe imbottiti potrebbero non esserle consegnati, perché di difficile controllo, o perché non consentiti.Può inoltrare e ricevere posta, senza limitazioni. Sulle lettere deve sempre scrivere il suo nome e cognome. Il Magistrato può sottoporre la corrispondenza a censura; in questo caso, sarà avvertito preventivamente e le lettere, in arrivo e in partenza, porteranno il visto della censura. (Se è sottoposto a censura, imbuchi la busta senza incollarla). La spesa In matricola le hanno ritirato il denaro: presto le verrà consegnato un "libretto" di conto corrente, sul quale è scritta la somma di cui dispone e che verrà aggiornato con tutti i successivi carichi e scarichi. Il denaro lo può ricevere tramite vaglia postale o deposito in portineria. È vietato ricevere soldi tramite la corrispondenza.Oltre ai tre pasti, che le vengono forniti dall’Amministrazione, può acquistare altri generi alimentari e cucinarli (purché siano di facile cottura) con un fornello a gas, tipo camping, anch’esso in vendita al sopravvitto. I detenuti di religione islamica possono chiedere, con apposita domandina, di avere il "vitto musulmano".Può acquistare tutti i prodotti (alimentari, detersivi, cartoleria, sigarette, etc.) che sono specificati sulla lista presente in ogni sezione. Se vuole altri prodotti, non compresi in questa lista, può chiederne l’acquisto tramite domandina, che solo in presenza di particolari motivi può essere autorizzata.Può spendere, al massimo, 424 Euro al mese (106 Euro la settimana), per comperare tutti i prodotti inseriti nell’elenco della spesa, quelli tramite "domandina", per spedire telegrammi ed effettuare telefonate. La "domandina" La domandina è un modulo che le serve per chiedere alla direzione:
colloquio con il Direttore;
colloquio con il Comandante;
colloquio con il responsabile dell’Ufficio Comando;
colloquio con il responsabile dell’Ufficio Matricola (se ha problemi giuridici);
colloquio con il Direttore dell’Area Pedagogica;
colloquio con gli assistenti sociali del C.S.S.A. (se ha qualche problema all’esterno);
colloquio con gli operatori del Ser.T. (se è tossicodipendente);
colloquio con lo psicologo;
colloquio con il cappellano;
colloquio con gli assistenti volontari autorizzati;
l’acquisto di prodotti non compresi nell’elenco della spesa (Mod. 72);
un sussidio, se si trova senza soldi (consiste in prodotti per la pulizia, francobolli, etc.);
libri in prestito dalla biblioteca;
cambiamento di cella o di sezione;
ammissione a corsi scolastici e altre attività;
altro… (specifichi bene i motivi, scrivendo anche sul retro, se lo spazio non è sufficiente). I moduli delle domandine può chiederli all’Agente in servizio nella sezione. Oltre alle domandine, sono disponibili altri moduli, con i quali può chiedere:
di effettuare le telefonate con i familiari e conviventi;
i benefici previsti dall’Ordinamento Penitenziario. Tranne le domandine, che vanno imbucate nella cassetta della posta, tutte le richieste vanno presentate all’Ufficio Matricola: per andare alla matricola deve prenotarsi, dando il suo cognome all’Agente della sezione. Se vuole comunicare al Direttore, o al Comandante, delle esigenze o dei problemi particolari, può farlo inviandogli una lettera in busta chiusa (che non va affrancata).