Carcere e società

PENSIERO


...che vita di merda!!! E dire che la maggior parte della gente pensa che noi semiliberi siamo "liberi". E' vero, abbiamo sbagliato, dobbiamo pagare...ma come? Togliendoci anche la dignità di persone? La pena peggiore è essere soli nelle battaglie e non ci puoi fare niente, devi solo accettare le umiliazioni degli altri, di tutti coloro che gravitano intorno al circuito penale. Vogliono toglierti il pensiero, le idee, le tue capacità e inculcarti il loro pensiero, le loro idee perchè solo così sei "uno di loro", cioè una persona passiva, che dà il fondo schiena per la loro bella faccia, per la visibilità mediatica delle istituzioni, mentre tu perdi la tua personalità, la tua identità. E' questo l'intento: produrre persone senza identità. E tu sei lì a chiederti se vale la pena di lottare per tornare a vivere come una volta, quando ancora non pensavi neanche che esistesse il carcere nel tuo futuro. L'oggi, il presente, è un vivere vegetale, alla giornata, senza emozioni, senza un tuo futuro (pretendono anche di pensare al tuo futuro senza mai chiederti: chi vuoi essere?) perchè non hai la possibilità neanche di pensarci. Ti guardi allo specchio e ti chiedi: chi sono? cosa voglio? Ma non sai darti una risposta...perchè il male di vivere è dentro di te e non puoi farci niente finchè la solitudine divora la tua vita, giorno dopo giorno, ora dopo ora...senza tregua. Non puoi neanche parlare con le poche persone che ti sono vicino (se ci sono!) perchè non riuscirebbero a capire le tue paranoie, le tue non-emozioni, e sei costretto a fare l'ipocrita consapevole mostrando un sorriso di facciata, rispondendo sempre che va tutto bene, che è sempre meglio oggi da semilibero che ieri da detenuto. Certe volte penso che sarebbe meglio tornare dentro ed aspettare il fine-pena passivamente, tanto cosa cambia? Il fatto di stare "fuori" non vuol dire essere libero, se dentro di te non lo sei. "Libertà è partecipazione" diceva Gaber e noi ne siamo tagliati fuori.