Creato da geko1963 il 24/04/2007
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« 28 DICEMBRE 2007Secondo me »

Post N° 44

Post n°44 pubblicato il 29 Dicembre 2007 da farfalla_libera_2007

Ciao Geko, non devi preoccuparti per i commenti negativi, le persone non conoscono la realta' del carcere esistono dei pregiudizi dalle cose piu' piccole a quelle piu' importanti. L'articolo 27 della costituzione dice " LE PENE NON POSSONO CONSISTERE IN TRATTAMENTI CONTRARI AL SENSO DI UMANITA' E DEVONO TENDERE ALLA RIEDUCAZIONE DEL CONDANNATO". I detenuti non hanno diritti ma doveri per ottenere qualsiasi cosa devi compilare una domandina, se poi un detenuto vuole essere rispettato e reclama qualsiasi cosa viene trasferito da un carcere all' altro, in quanto alla rieducazione in alcune carceri si puo' frequentare la scuola, i corsi di formazione, il lavoro nella maggior parte dei casi si resta in cella 22 ore al giorno, questa e' la realta'. Il trattamento per le persone indagate e in stato di fermo in carcere vengono trattate come dei criminali della peggiore specie. La vita non e' solo bianco o nero, ci sono delle situazioni particolari in cui nessuna persona ci vorrebbe essere. Non si deve mai giudicare senza conoscere la vera realta' di qualsiasi cosa.Io ti ringrazio Geko ancora per questo blog, fai conoscere la verita'.

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Commenti al Post:
vita1954c
vita1954c il 30/12/07 alle 06:43 via WEB
A volte coloro che parlano lo fanno solo perchè non conoscono le varie situazioni che ci sono dietro ai detenuti...facile è il giudicare dal di fuori ma per poter dire la propria bisogna essere passati attraverso l'esperienza del carcere dal dentro, aver provato il bisogno grande che si ha quando persino un ago per cucire diventa un sogno, o un semplice paio di forbici per potersi tagliare le unghie....tutto quello che fuori abbiamo dentro a volte è un miraggio...tutti siamo uguali, sbagliare, per sbagliare basta un secondo , così cambia la vita di persone che sino ad ieri erano delle brave persone e poi non dimentichiamo la famiglia, chi paga maggiormente è proprio la famiglia, i figli, la gente giudica e fa fatica a perdonare perchè quella piccola parola che si chiama "Misericordia" ormai non fa parte del nostro vocabolario. Carla
 
 
al_pessimo_esempio
al_pessimo_esempio il 30/12/07 alle 09:05 via WEB
mi sembra un discorso ingenuo questo.. io non capisco. "misericordia"? il ministro castelli parlo' di trend alla festa delle forze di polizia di qualche anno fa. e' un affare la repressione, un commercio. misericordia de che? ma tengano le carceri li' come sono, piuttosto che inventarsi qualcosa di umano come chip e bracciali elettronici...
 
al_pessimo_esempio
al_pessimo_esempio il 30/12/07 alle 09:02 via WEB
scusa, mi spieghi come puo' il carcere essere cosa umana? cioe', e' la correzione di una devianza. quella devianza si chiama fattore umano. il carcere e' correttore dell'umano. il carcere e' inumano. e' ovvio che lo sia e che non possa essere in altro modo che cosi'.
 
vita1954c
vita1954c il 30/12/07 alle 11:46 via WEB
Ho depositato sul tuo c/c numero 2008 presso la Banca della felicità, 365 di salute, fortuna e amore. Divertiti a prosciugare il conto.... Buon 2008. Carla
 
Windness
Windness il 30/12/07 alle 14:12 via WEB
La gente fa presto a parlare e giudicare, troppo facile puntare il dito,e cambiare subito opinione nei confronti di una persona. Non auguro a nessuno di provare l'esperienza del carcere, non auguro a nessuno di ritrovarsi di punto in bianco da solo e di dover affronatre una lunga e dura battaglia, ma per favore evitate di fare commenti negativi,se prima non si conosce bene la situazione. Grazie Geko per aver aperto questo blog, grazie di cuore. W.
 
geko1963
geko1963 il 04/01/08 alle 15:55 via WEB
Tornando dalle vacanze ho letto alcuni commenti nei quali si fa riferimento al fatto che non si può conoscere il carcere se, in un modo o nell'altro, non si è avuto a che fare, direttamente o indirettamente. Ha ragione chi dice che "non è mai tutto bianco o tutto nero"; a volte l'esperienza carceraria piomba improvvisa nella vita di qualcuno. Quando questo accade la persona si trova catapultata in un mondo ostile, dove non esistono più persone con la loro esperienza, la loro cultura, il loro vissuto, dove le individualità si fermano al primo cancello d'ingresso: non ha importanza il motivo o le circostanze che hanno portato la persona a commettere un reato, si è detenuti e basta. Questo vuol dire che la personalizzazione della pena è solo una chimera, che chi ha commesso un furto è in cella con chi ha ammazzato e chi ha "fumato" con chi ha spacciato. In questo senso il carcere non rieduca, ma diventa una scuola di criminalità, nel senso che le esperienze personali devianti vengono esplicitate e fungono da insegnamento per i "pivelli". Inoltre la mancanza di personale educativo (educatori) spinge i più deboli ad avvicinarsi a gente "esperta", per cui i primi tendono ad avvicinarsi alla subcultura carceraria, fino ad usarla come reazione al sistema carcere.
 
FRUZZOLINA77
FRUZZOLINA77 il 06/01/08 alle 17:45 via WEB
ciao prima di tutto ti faccio i miei migliori auguri x il nuovo anno,con la speranza che ti porti tanta felicità . Ti faccio i miei complimenti x il tuo blog,io purtroppo a in qs mondo mi sono ritrovata catapultata x puro caso,ahimè il mio compagno con cui sto da ben 5 anni è recluso in attesa di giudizio in custodia cautelare da quasi un anno presso il carcere di Montacuto ad Ancona(per la cronaca,faccio qs appunto,non x te, ma per i molti che purtroppo parlano senza sapere la vera realtà di qs mondo...in attesa di giudizio in custodia cautelare ci stanno pure chi fino a prova contararia è incensurato ed innocente...fatto sta che ci si puo trovare pure a stare in galera pur essendo incensurati....).comunque ti aggiungo subito ai miei blog amici,e forza e coraggio la tua battaglia deve sempre andare avanti e non ti far mai intimorire dai giudizi di persone che non sanno una emerita mazza del pianeta carcere.persone che sono capaci di dire solo che esso è un albergo a 5 stelle,ma che non sa per esempio che per parlare con un dottore ci vogliono le domandine e che se si inviano francobolli ,essi sono bloccati all' ufficio matricole e x averli bisogna fare altrettante domandine,come non si possono tenere accappatoi con il cappuccio e cintura e cosi vale per tante altre cose.Quindi x tutte qs persone consiglierei invece di andare allo Stadio o di fare altre cose ,magari di fare un pò di volontariato presso una casa circondariale e poi eventualmente dare il proprio giudizio....ciao con affetto ilaria
 
servadelpadrone
servadelpadrone il 06/01/08 alle 18:49 via WEB
Ciao geko.. volevo esprimerti la mia solidarietà.. purtroppo viviamo in una società che, per distrazione o per ignoranza, è catapultata ai tempi in cui si bruciavano le cosiddette "streghe".. il genere umano, ha la presunzione e l'arroganza di poter prendere il posto dell'unico in grado di giudicare; Dio.. Viviamo in un mondo dove tutti puntano il dito e giudicano, quando invece dovrebbero prima guardare se stessi e le loro coscienze.. un mondo dove prevale il pregiudizio e il razzismo delle classi sociali, senza riflettere sul fatto che, un giorno, tutti avremo una fine, senza differenza alcuna.. Non conosco la realtà carceraria, ma conosco la realtà sociale.. Credo che prima di tutto, una buona educazione ce la deve dare la società nella quale viviamo, siamo noi il primo esempio di noi stessi, come esseri umani e come istituzioni.. Dovremmo imparare a portare rispetto prima di tutto per i nostri simili.. Un sorriso.. S.
 
dany226
dany226 il 08/01/08 alle 14:08 via WEB
Mi associo ad un frase letta in un commento precedente: la vita nn è mai solo bianca o solo nera.. alcune volte è meglio viverla grigia. Il grigio è il colore del compromesso, della saggezza, della maturità. Buona giornata
 
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IL MITO

 

HASTA SIEMPRE COMANDANTE GUEVARA

Il potere ha sempre paura delle idee e per arginare la lotta degli sfruttati comanda la mano di sudditi in divisa e la penna di cervelli sudditi. Assassinando vigliaccamente il Che lo hanno reso immortale, nel cuore e nella testa degli uomini liberi. Negli atti quotidiani di chi si ribella alle ingiustizie. Nei sogni dei giovani di ieri, di oggi, di domani!     

 

ART.1 L. 26 LUG 1975, N. 354

Il trattamento penitenziario deve essere conforme ad umanità e deve assicurare il rispetto della dignità della persona.

Il trattamento è improntato ad assoluta imparzialità, senza discriminazioni in ordine a nazionalità, razza e condizioni economiche e sociali, a opinioni politiche e a credenze religiose.

Negli istituti devono essere mantenuti l'ordine e la disciplina. Non possono essere adottate restrizioni non giustificabili con le esigenze predette o, nei confronti degli imputati, non indispensabili a fini giudiziari.

I detenuti e gli internati sono chiamati o indicati con il loro nome.

Il trattamento degli imputati deve essere rigorosamente informato al principio che essi non sono copnsiderati copevoli sino alla condanna definitiva.

Nei confronti dei condannati e degli internati deve essere attuato un trattamento rieducativo che tenda, anche attraverso i contatti con l'ambiente esterno, al reiserimento sociale degli stessi. Il trattamento è attuato secondo un criterio di individualizzazione in rapporto alle specifiche condizioni dei soggetti. 

ART. 27 COSTITUZIONE

La responsabilità penale è personale.

L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.

Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.

Non è ammessa la pena di morte, se non nei casi previsti dalla legge (La pena di morte non è più prevista dal codice penale ed è stata sostituita con la pena dell'ergastolo)

 

TESTI CONSIGLIATI

Sociologia della devianza, L. Berzano e F. Prina, 1995, Carocci Editore.
Asylums. Le istituzioni totali: i meccanismi dell'esclusione e della violenza,
E. Goffman, Edizioni di Comunità, 2001, Torino.
Condizioni di successo delle cerimonie di degradazione
, H. Garfinkel.
Perchè il carcere?,
T. Mathiesen, Edizioni Gruppo Abele, 1996, Torino.
Il sistema sociale,
T. Parsons, Edizioni di comunità, 1965, Milano.
Outsiders. saggi di sociologia della devianza,
Edizioni Gruppo Abele, 1987,
Torino. La criminalità, O. Vidoni Guidoni, Carocci editore, 2004, Roma.
La società dei detenuti, Studio su un carcere di massima sicurezza,
G.M. Sykes, 1958. Carcere e società liberale, E. Santoro, Giappichelli editore, 1997, Torino.

 

 

 

 


 

 

 

 

 
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