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ESISTE DAVVERO IL TEMPO, IL DISTRUTTORE?
QUANDO, SUL MONTE IMMOBILE, SPEZZERA' LA FORTEZZA?
E QUESTO CUORE, CHE APPARTIENE INFINITAMENTE AL DIO
QUANDO LO VIOLENTERA'IL DEMIURGO?

SIAMO DAVVERO COSI ANGOSCIOSAMENTE FRAGILI,
COME IL DESTINO VUOLE FARCI INTENDERE?
L'INFANZIA PROFONDA E PROMETTENTE,
SI FA - POI - SILENZIONSA ALLE RADICI?

AH, IL FANTASMA DELL'EFFIMERO
ATTRAVERSA COME UN FUMO
CHI L'ACCOGLIE SENZA SOSPETTI.

NOI SIAMO QUESTO ANDARE ALLA DERIVA,
E PER QUESTO ABBIAMO VALORE,
COME USO DIVINO PRESSO LE DUREVOLI FORZE.

Rainer Maria Rilke

 
 
 
 
 
 
 

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La nostra Paura più Grande

La nostra paura più profonda non è quella di essere inadeguati.
La nostra paura più grande è che
noi siamo potenti al di là di ogni misura.
E’ la nostra luce, non il nostro buio
ciò che ci spaventa.
Ci domandiamo: "Chi sono io per
essere brillante, magnifico, pieno di talento, favoloso?".
In realtà, chi sei tu per non esserlo?
Tu sei un figlio dell’Universo.
Il tuo giocare a sminuirti non serve
al mondo.
Non c’è nulla di illuminato nel
rimpicciolirsi in modo che gli altri non si sentano insicuri intorno a noi.
Noi siamo fatti per risplendere come
fanno i bambini.
Noi siamo fatti per rendere manifesta
la gloria dell’universo che è in noi.
Non solo in alcuni di noi, è in ognuno
di noi.
E quando permettiamo alla nostra luce
di risplendere, noi, inconsciamente, diamo alle altre persone il permesso di fare la stessa cosa.
Quando ci liberiamo dalle nostre paure,
la nostra presenza automaticamente
libera gli altri.

Nelson Mandela

 
 
 
 
 
 
 

 

 
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Post N° 167

Post n°167 pubblicato il 07 Giugno 2007 da chic47

Maria Maddalena accanto a Gesu ultima cena chiesa Maria Maddalena Foix (Francia)

MARIA MADDALENA E IL FEMMINEO SACRO
di Giuseppe Bufalo
per Edicolaweb

 

La maggioranza di coloro che si accingono a leggere quest'articolo hanno sicuramente già visto il film "Il Codice da Vinci" o ne hanno appreso il contenuto attraverso il romanzo.

Nell'opera di Dan Brown è messa spesso in risalto la figura di Maria Maddalena definendola "compagna di Gesù" e madre della sua discendenza.
Nel romanzo, la ricerca del Santo Graal termina proprio al cospetto della tomba della Maddalena, come a voler significare che il "Segreto del Femmineo Sacro" rappresenti la soluzione della "cerca" che si protrae da millenni.
Pur riconoscendo l'importanza e la validità dell'opera, relativamente alla divulgazione di concetti occultati nel corso dei secoli a causa dell'ambito ed agognato "potere temporale", bisogna altresì riconoscere che queste conoscenze furono ampiamente esposte già nel 1982 attraverso il libro di R. Leigh, M. Baigent e H. Lincoln dal titolo "Il Santo Graal - Una catena di misteri lunga duemila anni".
La differenza significativa e, oserei dire, fondamentale tra le due opere, risiede nell'esposizione dei concetti riguardo ai lettori verso i quali erano indirizzate.
Per la "massa" il romanzo di Dan Brown e per i ricercatori ed esoteristi "Il Santo Graal".
Si badi bene, questo mio rilievo non vuole assolutamente essere discriminante poiché riconosco nelle due opere un'uguale importanza nei relativi ambiti nei quali hanno prodotto pari risonanza.
Nel "Santo Graal" è messa in rilievo l'importanza della figura della Maddalena, alla quale fu dedicata la chiesa di Rennes-le-Château e la famosa Torre Magdala consacrata dall'abate Souniere.

Ma perché tutto questo? Forse perché quella donna, elusiva nei Vangeli ufficiali, era in realtà la moglie di Gesù? Forse perché dalla loro unione erano nati dei figli? Ed infine, forse perché Souniere aveva scoperto questo segreto e voleva onorare questa figura bistrattata dalla chiesa verso la quale dedicava il suo servizio? Per cercare di rispondere a queste domande o almeno di avvicinarci alla verità, dobbiamo rivolgere la nostra attenzione verso quelli che sono considerati i Vangeli apocrifi o più giustamente detti Gnostici (da Gnosi = conoscenza perfetta del Divino).
A tal proposito, è importante rilevare che la figura di Maria Maddalena fu ampiamente descritta nei Vangeli di Filippo ed in quello di Maria.

Nel Vangelo di Filippo ai capi 63-33 e 64-2, possiamo leggere: "La compagna del Figlio è Maria Maddalena. Il Signore amava Maria più di tutti i discepoli e spesso la baciava sulla bocca. Gli altri discepoli vedendolo con Maria gli domandarono: perché l'ami più di noi tutti?"

In effetti, in questo Vangelo Gnostico, la Maddalena riveste una parte notevolmente preponderante tra tutti gli apostoli ed è citata per ben 67 volte.
Inoltre, nel "Pistis Sophia", scritto gnostico del III e IV secolo pubblicato nel 1851, notiamo come Gesù lodava spesso la Maddalena. Lei intercede persino per gli apostoli, specie quando non riescono a comprendere le parole del Maestro e ad esporre le loro domande.

Alla luce di quanto detto, possiamo riconoscere che la figura della donna, quindi della manifestazione nella forma dell'Energia Femminile, è vista in netta contrapposizione tra la chiesa ufficiale e le comunità gnostiche.
In effetti, è indicativo il fatto che sia sempre Pietro (nel vangelo di Tommaso, nel vangelo di Maria e nel "Pistis Sophia") ad assumere un atteggiamento ostile nei confronti delle donne in genere e di Maria Maddalena in particolare, cosa che, immancabilmente, Gesù rimproverava.

Nel già citato Pistis Sophia, leggiamo che Maria Maddalena "ha la mente sempre pronta" ma teme le minacce di Pietro, il quale ha in odio il genere femminile.
Nel Vangelo Gnostico di Maria, troviamo un altro riferimento che avvalora questa teoria.
Leggiamo che Andrea non credeva affatto alle parole della Maddalena, infatti, dopo l'esposizione riguardante l'Anima da parte della donna, egli disse agli altri discepoli: "Dite che cosa pensate di quanto ella ha detto. Io almeno non credo che il Salvatore abbia detto ciò."
Ed in seguito intervenne Pietro dicendo: "Egli ha forse parlato realmente in segreto e non apertamente ad una donna, senza che noi lo sapessimo? Ci dobbiamo ricredere tutti ed ascoltare lei? Forse egli l'ha anteposta a noi?"
Maria allora pianse e disse a Pietro: "Pietro, fratello mio, che cosa credi dunque? Credi tu che io l'abbia inventato in cuor mio, o che io menta riguardo al Salvatore?"
Levi (Matteo) replicò a Pietro dicendo: "Tu sei sempre irruente Pietro! Ora io vedo che ti scagli contro la donna come fanno gli avversari. Se il Salvatore l'ha resa degna, chi sei tu che la respingi? Non v'è dubbio, il Salvatore la conosce bene. Per questo amava lei più di noi. Dobbiamo pertanto vergognarci, vestirci dell'Uomo Perfetto, fermarci come Egli ci ha ordinato e annunziare il vangelo senza emanare né un ulteriore comandamento, né un ulteriore legge, all'infuori di quanto ci disse il Salvatore." (Vangelo di Maria, capi 10-18 e 10-19)

Molte civiltà attribuiscono al 3 (simbolo dello Spirito) un carattere maschile e al 4 (simbolo della Materia) un carattere femminile, e nel settenario vedono la sintesi dei due.
Personalmente credo che quando Matteo (Levi) dice: "Se il Salvatore l'ha resa degna, chi sei tu che la respingi? Non v'è dubbio, il Salvatore la conosce bene. Per questo amava lei più di noi", si riferisce a Maria Maddalena che, in questo caso, simboleggia l'energia femminile. Il Salvatore l'ha resa degna di integrarla in Se stesso e Pietro la respinge perché non ha ancora equilibrato l'energia femminile nel suo interiore.
E poi aggiunge: " vestirci dell'Uomo Perfetto"...
Quest'ultima frase possiamo metterla in relazione a quanto affermavano gli alchimisti riguardo l'Androgino, l'Essere realizzato nel quale i contrasti svaniscono. Egli rappresenta la perfetta combinazione tra il Sole e la Luna, il perfetto equilibrio tra l'Oro e l'Argento. In altre parole, la singolarità e l'unità, segno di una perfetta realizzazione del Sé.
L'Alchimista intravedeva nell'Androgino la perfezione Divina che, toccando il Sé Superiore, sperimentava l'Amore incondizionato.
Ciò che si era compiuto nel Messia in comunione con la Maddalena.

 
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Le gioie violente hanno violenta fine, e muoiono nel loro trionfo, come il fuoco e la polvere da sparo, che si distruggono al primo bacio. Il più squisito miele diviene stucchevole per la sua stessa dolcezza, e basta assaggiarlo per levarsene la voglia. Perciò ama moderatamente: l'amore che dura fa così.

W. Shakespeare

 

 

 
 
 
 
 
 
 

SONETTO 121

È meglio esser colpevole che tale esser stimato
quando non essendolo si è accusati d'esserlo;
e perso è ogni valor sincero perché creduto colpa
non dal nostro sentire, ma dal giudizio d'altri.

Perché mai dovrebbero gli occhi altrui adulteri
considerar vizioso il mio amoroso sangue?
Perché nelle mie voglie s'insinuan lascive spie
che a parer lor condannano quel ch'io ritengo giusto?

No, io sono quel che sono e chi mira
ai miei errori, colpisce solo i propri;
potrei esser io sincero e loro non dire il vero,

non venga il mio agir pesato dal loro pensar corrotto;
a men che non sostengano questo mal comune -
l'umanità é malvagia e nel suo mal trionfa.

William Shakespeare




 
 
 
 
 

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