ZEN

giardino zen


Il giardino zen crea un senso di tranquillita', immobilita' e calma; la mente può espandersi e liberare l' immaginazione
Il giardino Zen Il giardino karesansui, meglio conosciuto in occidente come giardino zen, rappresenta la fusione tra l'arte del giardino giapponese e la filosofia zen. L'estremo simbolismo, talvolta criptico ed inaccessibile ai profani, dello zen, trova la sua espressione all'interno del giardino giapponese con l'assegnazione di un grande valore sia a pochi singoli elementi che al grande protagonista estetico, il vuoto. La pietra, presente in pochi esemplari accuratamente scelti, non solo sta a rappresentare, come nella tradizione, montagne e piante, ma è simbolo di tutte le cose del mondo naturale. Essa si erge a icona dell'esistenza stessa delle cose come le percepiamo, rappresenta la materia in contrapposizione con gli spazi vuoti.   
Simboli e cenni di Zen La disposizione apparentemente casuale delle pietre, talvolta lontane e solitarie, talvolta vicine e affastellate, richiama non solo la solitudine e l'incapacità dell'uomo di relazionarsi armoniosamente con l'ambiente naturale, ma vuole trasmetterci un messaggio chiaro e distinto: Concepire gli oggetti e gli esseri di questo mondo come entità singole a se stanti significa riconoscere all'esistenza stessa del nostro universo un carattere di tragica solitudine e incomunicabilità. Al contrario, pace ed armoina vengono raggiunte quando si individuano gli spazi vuoti e i rapporti tra gli oggetti materiali come protagonisti e leganti della realtà in continua trasformazione. Il seguace dello zen è un'osservatore, ed è parte della natura. Egli non cerca di comprendere, il suo campo d'azione è l'interazione pacifica con il naturale divenire del mondo materiale
Il giardiniere Zen Il curatore del giardino zen, alla luce di quanto detto, si trova davanti ad uno scenario che è bello per la sua semplicità e per la sua naturalità. Quali sono i suoi compiti ? Lo zen dice che di fronte al giardino di roccia c'è solo una cosa da fare: quello che naturalmente deve essere fatto, fare le righe con il rastrello e fondersi con lo spirito intimo della pietra. Raccogliere le foglie, i rami secchi, senza ragione, semplicemente perchè è nell'ordine delle cose che venga fatto. Accettare che non vi sia un motivo e un fine, farsi parte della pietra, farsi parte del vuoto. (Andrea Zabiello)
 Le origini Il giardino "Karesansui", detto anche giardino giapponese in stile "paesaggio secco" esiste da molti secoli.E' nel sesto secolo d.c., con l' avvento del Buddhismo Zen che il " giardino" ha cominciato ad evolversi. Innanzitutto sono stati creati paesaggi con dimensioni maggiori per permetterne l'accesso all'interno , cosi' da passeggiare e meditare senza rimanere all'esterno, sui bordi come nei primi Karesansui.I sacerdoti Zen hanno adottato poi il " Karesansui " assegnando alla sua costruzione uno scopo differente: aiutare alla comprensione più profonda dello zen e dei suoi concetti. La meditazione zen non avviene piu ' solo con l' osservazione del giardino ma anche e soprattutto con la sua creazione stessa. I principi base che oggi ci vengono tramandati risalgono al tardo 1200 e sono quelli che hanno creato i "kansho-niwa" o giardini della contemplazione dei piu' recenti sacerdoti Zen. (www.zenhome.it)