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Post n°7 pubblicato il 25 Gennaio 2006 da pada88
io ODIO l'influenza! ma io dico, è da quando avevo 10 anni che non ho più la febbre e questa quando cazzarola si deve presentare? Quando meno te lo aspetti, d'altra parte non mi preparerò in biologia, speriamo che non resti troppo indietro con le lezioni... uffff!! Ora visto che non ho niente da fare vi racconto una bella storiella, e mi raccomando leggetela Questa è la storia di una ragazza molto triste. Questa ragazzina che convenzionalmente chiameremo Elisa,per gli amici Ely(anzi visto che di amici non ne aveva,diciamo per voi che leggete,speranedo che qualcuno legga),aveva un solo obiettivo nella vita:essere bella.Aveva tutte le carte per esserlo ma un grande sasso ostacolò la riuscita del suo scopo ultimo. Ely si alzava puntualmente all'alba,vestiva la sua tuta e andava a correre per i verdi prati dei parchi e le grigie strade vuote. Poi ritornava a casa e lavatasi per bene,si spalmava tutte le creme che il suo corpo neccessitava:crema gluitei più sodi,crema anticellulite,crema per anticrescita peli gambe,crema zona inguinale,crema per seno rafforzante, crema per schiena antibrufoli,crema per i punti neri e crema giorno.Dopo essere diventata lei stessa un tubetto di crema e dopo essersi guardata allo specchio,localizzando precisamente le parti che ancora non andavano, si recava di fronte all'armadio e sceglieva il vestito che più la valorizzava quel giorno.Vestitasi e truccatasi in tinta, non le restava che sciogliere il crudele elastico che non le lasciava respirare quei delicati e soffici capelli biondi.Era perfetta eppure lei si guardava e non faceva altro che appuntarsi quelle cose che ancora andavano migliorate.Trascorreva la giornata a scuola con le sue compagne sedicenni e tra una lezione e l'altra dava un'occhiata al suo piccolo specchietto.Ritornava a casa che era ora di pranzo ,mangiava qualcosina perchè sapeva che più mangiava e più poi avrebbe dovuto faticare per eliminare le calorie di troppo.Una volta terminato il pranzo seguitava fare 150 addominali e nonostante avesse una pancia piatta, ella non si accontentava.Durante il pomeriggio studiava ed effettuava tutti i compiti di memorizzazione forzata per sviluppare il suo piccolo cervello.Verso sera andava in palestra e con regolarità eseguiva tutti gli esercizi assegnateli dal suo personal trainer,e quando la fatica si faceva sentire lei stringeva i denti e andava on.. Ebbene un giorno suonò la sveglia e lei la spense, continuò a dormire e a sognare quel diavoletto di torta sacher che le faceva cadere i denti ad uno ad uno,facendoli marcire piano piano.Si vide brutta davanti a quel diavoletto di specchio riflettente e si vide stanca sopra a quel diavoletto di letto malato.I giorni trascorrevano e la sua malattia peggiorava, era sperduta nella profondità degli occhi rossi del diavoletto che la trasportava nell'immensità dell'universo. Iniziò a chiedersi del perchè l'umanità vivesse,del perchè lei vivesse e del perchè tutto appariva così inutile davanti all'infinito.Si diede forza e riprese il suo ritmo, ma questa volta le mancava la determinazione di una volta.Ora le metodologie dovevano cambiare, non bastava imporsi qualcosa e riuscirci, questa volta la sconfitta era all'angolo. Iniziò così a vomitare, sorry, a mangiare , mangiare tanto tanto e poi vomitare. I mesi passavano, 9 erano diventati ora e lei non sapeva più perchè lo faceva. Aveva dimenticato la partenza, ora era solo il presente a regnare la sua vita, e il suo presente era vomitare perchè se no la pancina faceva male e lei soffriva. Questa è una storia noiosa, sono solo parole per raccontare quello che era Elisa. Non ci furono colpi di scena nella sua storia, nessun amore che arriva all'improvviso e cambia le carte in gioco, nessuna capacità di capire che la sua situazione stava degenerando, nessuna voglia di essere felice visto che non sapeva neppure cosa fosse la felicità. Dopo alcuni anni morì, aveva raggiunto il massimo punto di depressione ma aveva capito che la vita che ci è stata donata è troppo breve per pretendere di capire perchè viviamo e disse che forse è meglio ridere al diavoletto e proseguire la propria strada. Era bellissima dentro a quella bara. |
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