LA SCOMMESSA

QUARESIMA 2011, GIORNO 12


La speranza cristiana non va confusa con l'ottimismo o col pensiero positivo a cui si può ricorrere quando ci si trova in situazioni difficili.Nella liturgia di oggi il salmo 118 offre una chiave di lettura per comprendere la speranza credente: Ricordati della parola detta al tuo servo,con la quale mi hai dato speranza.Questo mi consola nella mia miseria:la tua promessa mi fa vivere.Non spero perché ho sbirciato le previsioni del futuro e ho scoperto che le cose volgeranno al meglio. Non spero perché mi auguro che i problemi alla fine si risolvano. Spero in te, Signore: "la tua promessa mi fa vivere".L'uomo cerca di dare un senso alla propria esistenza realizzando giorno per giorno il proprio PROGETTO di vita (dove "progetto" in latino dà l'idea di qualcosa che viene gettato avanti e inseguito).La fede ebraica e quella cristiana ribaltano questa prospettiva centrata sull'IO. Non è il progetto che conta, né gli ideali che ciascuno di noi pone davanti a sé per orientare i propri passi. Ciò che ci sostiene è la PROMESSA di Dio (giocando ancora con l'etimologia latina, il termine "promessa" fa pensare a ciò che Dio pone davanti a noi, a ciò che realizza nella nostra vita).Dunque è molto diverso "vivere secondo il progetto" o "secondo la promessa". Nel primo caso l'uomo pone in sé stesso il fondamento del proprio esistere e organizza la propria esistenza intorno alla parola "IO". Nel secondo caso l'uomo si fida e si affida, cioè si apre al Mistero che lo trascende. La sua vita si costruisce giorno per giorno intorno alla parola "TU". Come dice il salmo, "la tua promessa mi fa vivere". A pensarci bene questo è il linguaggio dell'amore. - Letture del giorno:  giovedì 24 marzo