LA SCOMMESSA

QUARESIMA 2011, GIORNO 16


Abramo non era un credente smidollato, ma uno capace di tenere testa a Dio. Nella prima lettura di oggi lo vediamo impegnato in una trattativa audace e ad alto  rischio: «Davvero sterminerai il giusto con l’empio? Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere? (...) Forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per questi cinque distruggerai tutta la città?». E così avanti, fino al numero dieci (Gen 18,20-33). Oltre Abramo non si spinge, ma la logica è chiara.Dio ama chi accetta di lottare con lui. Come Giacobbe presso il guado dello Iabbok (Gen 32,23-33): botte da orbi per tutta la notte e sul far del mattino la benedizione di Dio...In fondo, aver fede vuol dire essere in confidenza con Dio. Chi crede osa, si spinge oltre i limiti imposti dal protocollo. Si permette di chiedere a Dio cose che normalmente non si possono chiedere.Gesù insegna che con Dio bisogna osare. Osiamo dire: "Padre nostro..." o addirittura abbà (che in aramaico vuol dire "papi"...).La preghiera del Padre nostro può essere presa come la carta di identità del cristiano. Se dico "Padre nostro" mi dichiaro figlio di Dio e al tempo stesso fratello di ogni uomo. "Che sei nei cieli" non esprime la lontananza di Dio, ma la sua immensità, il suo essere irriducibile alla Terra (pur essendo Colui che, nell'Incarnazione, è disceso sulla Terra)."Sia santificato il tuo nome" vuol dire "che tutti riconoscano te come sei" (traduzione interconfessionale in lingua corrente)"Venga il tuo regno" esprime il desiderio di tutta la creazione: venga finalmente il momento (ed è ora perché "il regno di Dio è in mezzo a voi" Lc 17,21) in cui la storia sarà regolata dalla tua logica di amore..."Sia fatta la tua volontà" non è la frase del perdente a cui non resta che accettare l'inesorabile... Indica piuttosto l'adesione dell'uomo allo sguardo di Dio: ciò che Tu vuoi, Signore, si compia nella mia vita e nella storia degli uomini!"Come in cielo, così in terra": l'armonia tra questi due opposti, cielo e terra, è la meta del nostro cammino."Dacci oggi il nostro pane quotidiano" esprime l'atteggiamento del figlio che tutto riceve dal Padre."E rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori". La legge dell'amore è una pratica di misericordia. Il tuo perdono, Signore, ci guarisce e ci apre al perdono dei fratelli; la tua clemenza ci rende clementi..."E non ci indurre in tentazione". Alle orecchie dell'uomo contemporaneo questa frase suona ostica: facciamo fatica a pensare che Dio ci possa gettare nella tentazione. Per questo la nuova traduzione della CEI dice così: "e non abbandonarci alla tentazione". La scelta del traduttore è comprensibile, ma chi fa esperienza di Dio sa che a volte il Signore conduce l'uomo nel deserto (anche se poi non lo abbandona a sé stesso quando si trova nel baratro della tentazione)."Ma liberaci dal Male". Non tutti lo sanno, ma si tratta di un esorcismo: liberaci dal Maligno, dal potere delle tenebre, dalla morte...- Letture del giorno: lunedì 28 marzo