LA SCOMMESSA

QUARESIMA 2011, GIORNO 24


La preghiera è invocazione, certo.Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono! (Mt 7,7-12).Ma la preghiera non è solo invocazione, richiesta, supplica.Pregare vuol dire aprirsi all'ascolto, spalancare gli occhi sul cielo, esporsi allo sguardo di Dio e non fuggire per nessuna ragione. Stare lì, in silenzio, e reggere il suo sguardo. Respirare sentendo i battiti dell'intera creazione. Imparare a dire "grazie". Restituire a Dio tutto ciò che continuamente si riceve da Lui. Senza trattenere nulla per sé. Esercitarsi nel "ping-pong" ininterrotto dell'accogliere e rimettere in circolo. E' il movimento interiore della benedizione, che libera dalle cappa asfissiante dell'IO. A poco a poco si apprende il linguaggio dell'eucaristia. "En pantì eucharistèite!", scrive San Paolo ai Tessalonicesi. "Siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi" (1 Ts 5,16-18).- Letture del giorno: martedì 5 aprile