LA SCOMMESSA

REFERENDUM ACQUA: "CITTA' 2000" REAGISCE ALLE CRITICHE


  Ricevo da Alberto Manzoni, direttore di Città 2000, la seguente reazione al mio post del 23 maggio in cui muovevo una critica alla scelta operata dal mensile cattolico padernese circa i referendum sull'acqua. Pubblico volentieri la lettera di Manzoni. Caro Giovanni,                   conosco la tua costante attenzione nei confronti di Città 2000, che si è manifestata negli ultimi giorni, dapprima con la segnalazione della pubblicazione, da parte nostra, della lettera scritta dai parroci della città alla Provincia sul tema Rho-Monza; e poi con la critica al nostro servizio sui referendum, segnatamente a quanto scritto riguardo ai quesiti sull’acqua.Quantunque le critiche in generale e verso un giornale in particolare, in democrazia, siano possibili e lecite ed anche preziosa occasione di verifica per chi le riceve, tuttavia non riesco francamente a capire quella secondo cui avremmo «scelto di ricorrere a dei sofismi»: davvero non capisco dove stiano, se me lo spieghi ti ringrazio.Nel frattempo, comunque, come direttore responsabile della testata, desidero far notare a te e ai gentili lettori del blog alcuni punti. Magari qualcuno di questi è fra quelli che intendevi indicare con la tua osservazione.1) Nel tuo intervento, in cui parli anche di Città 2000, esordisci dicendo che la televisione (aggiungerei: anche altri mezzi di informazione) non parla dei referendum. Chi non è sprovveduto ha il fondato sospetto che non parlandone si favorisca l’astensionismo. È ciò che lamentano, fra l’altro e giustamente, i comitati per il sì. E siamo d’accordo: lo abbiamo scritto nell’articolo informativo che abbiamo pubblicato, a pagina 2, a firma Enrico Englaro.Mi pare che quest’ultimo sia un pezzo chiaro, per quanto sintetico, che può aiutare il lettore/cittadino/elettore a farsi un’idea dei quesiti e quindi a votare in modo consapevole.Considerate tali premesse, non ti pare significativo che su 16 pagine – fra le quali quelle dedicate a testimoni straordinari come Castagna e Masciari, oltre alle consuete su Chiesa, sport e cultura locale, – ne dedichiamo una intera al tema referendum? Voglio dire: mi pare un bel segnale, e non equivoco, dell’importanza che diamo all’argomento. O no?2) Accanto alla informazione di cui sopra, abbiamo scelto di appaiare (per par condicio) un “pro” e un “contro” ai quesiti sull’acqua.Potevamo farlo anche per le altre due materie, ma non ne avremmo avuto lo spazio.O potevamo farlo solo per un’altra al posto dell’acqua, ma quest’ultima ci è parsa quella di maggior rilievo.O potevamo ospitare solo le ragioni del “sì” o solo quelle del “no”; ma non siamo un giornale di partito, anche se non temiamo di prendere delle posizioni (vedi tutta la trafila della Rho-Monza, le osservazioni sulle celebrazioni del Venticinque Aprile e così via).Per il “sì” ci è parso normale interpellare il responsabile locale del relativo comitato, il quale peraltro ci ha mandato un contributo molto interessante.Dato che non ci risultava esistesse a Paderno un comitato per il “no”, abbiamo ospitato l’intervento di Erminio Saita che, pur «contrario alla privatizzazione dell’acqua», esprimeva – appunto – un parere critico sull’efficacia dello strumento referendario.Egli esprime un parere diverso dal tuo – e anche dal mio – ma, visto che spesso dici che è auspicabile, negli ambiti civili ed ecclesiali, avere dibattito e ospitare pluralità di posizioni, una volta tanto che abbiamo dei pareri diversi fra responsabili del giornale e li facciamo conoscere, dovresti esserne felice.Se intendessi che un parere “diverso” dal mio e dal tuo possa confondere i lettori, mi sembrerebbe argomentazione un tantino bizzarra.Se la critica, invece, riguardasse la comprensibilità dell’articolo – o di parte di esso o di altra parte del servizio –, come direttore la registro, ci rifletto sopra, ma sarebbe altro par di maniche.3) Dai commenti giunti a seguito del tuo “post” e dalla tua risposta emerge anche l’osservazione che non si può improvvisare una possibile mediazione ad un mese (anzi, meno) dal referendum. Anche se sostiene una scelta che non mi trova d’accordo, mi sembra evidente che l’intervento criticato lamentava la mancata “mediazione” prima  del referendum che, a suo dire, azzera le possibilità anche di mediazioni successive. Ti faccio presente che Saita aveva espresso le proprie considerazioni sul tema già nel servizio apparso su Città 2000 del dicembre 2009 (che ti allego). Pertanto, non ritengo si possa dire che abbia “improvvisato” una posizione sull’argomento.4) Come accade in tutti i giornali, l’articolo di fondo firmato dal direttore di solito è su un argomento molto importante e spesso esprime una posizione del giornale o se non altro quella del direttore stesso. Ora, proprio perché chi vuole sabotare i referendum non ne parla, vorrei chiederti se non sia abbastanza chiaro l’appello ad un voto informato e responsabile su tutti e tre i temi (ammesso che non venga annullato quello sul nucleare), oltre al richiamo alla centralità della Costituzione. Con questo – e con la riserva della perfettibilità di tutte le cose umane – a me pare che abbiamo fatto un buon servizio ai lettori e dato elementi per scegliere con cognizione di causa, e prima ancora aver detto che ci pare importante esprimere il voto.Grazie dell’ospitalità e – in attesa di eventuali precisazioni – cordiali saluti.Alberto Manzoni