LA SCOMMESSA

ACQUA, SUI REFERENDUM LA CHIESA E' MENO PRUDENTE DI "CITTA' 2000"


Video tratto dal sito di Nigrizia (Missionari Comboniani) Nei giorni scorsi Alberto Manzoni, direttore di Città 2000, mi ha scritto una lettera a seguito di una mia osservazione contenuta nel post del 23 maggio. Ecco, oggi, la mia risposta.Caro Alberto,                      rispondo volentieri alla tua lettera circa la scelta operata da Città 2000 a proposito dei due referendum sull'acqua bene comune. Anzitutto confermo il mio apprezzamento nei confronti di Città 2000. E' per questa mia attenzione che, spontaneamente, ho più volte fatto pubblicità al mensile cattolico cittadino.Sono d'accordo con te nel riconoscere che Città 2000 nel numero di maggio abbia dato ampio risalto  al tema dei referendum, offrendo vari elementi di informazione e riflessione.Ho sollevato una critica solo sul fatto che avete deciso di mettere sullo stesso piano le ragioni del Sì e quelle del No, come se il confronto si giocasse ad armi pari. Tu stesso scrivi che non è così, in quanto esistono varie forze interessate a far fallire i referendum attraverso il ricorso all'astensione. In questo quadro generale equiparare le due posizioni (dando loro buona visibilità attraverso i due box con sfondo grigio) mi è parsa una scelta non opportuna in quanto di fatto favorisce chi in questa competizione è più forte.Inoltre, mi colpisce il fatto che sul tema "referendum acqua" Città 2000 si sia dimostrata più prudente della Diocesi di Milano che invece ha organizzato un interessante convegno (martedì 31 maggio) senza alcuna preoccupazione di garantire l'equidistanza tra le due posizioni. Guarda, per esempio, questa pagina del sito della Diocesi: Acqua, per saperne di più. Per questo, non a caso nel post del 23 maggio ho accostato la segnalazione dell'appuntamento diocesano e la critica a Città 2000...In questa posizione tendenzialmente favorevole al Sì, la Diocesi di Milano non è affatto isolata. Tutt'altro. Come osserva Luca Kocci (redattore di Adista) sul manifesto del 27 maggio, "pare proprio che questa volta, tranne gli ultraliberisti ciellini, tutto il mondo cattolico sia schierato per andare a votare, e votare sì, all'abrogazione delle norme che privatizzano l'acqua" (per approfondire: Dacci oggi la nostra acqua quotidiana. Il sì dei cattolici).Nella tua lettera scrivi: "Dato che non ci risultava esistesse a Paderno un comitato per il «no», abbiamo ospitato l’intervento di Erminio Saita...". Già, a Paderno a tutt'oggi non si è formato un Comitato per il No. Non ti sembra anche questo un segno che i contrari giochino la carta (discutibile) dell'astensione? Del resto, anche a livello nazionale il "Comitato per il no ai referendum sui servizi pubblici locali e tariffa sull'acqua" si è costituito solo il 12 maggio e ha espresso un orientamento per il non voto (!).Insomma, ho criticato la scelta di mettere sullo stesso piano i pro e i contro perché apparentemente sembra un modo corretto e neutrale di affrontare l'argomento mentre in realtà garantisce al più forte il margine di vantaggio che già possiede.Mi sarebbe parso più utile indicare il criterio di fondo in vista di un discernimento, come ha fatto il segretario della CEI Monsignor Crociata: "Su questioni come l’acqua e simili ci deve sempre essere grande vigilanza e responsabilità sociale. La cura di questo e di altri beni comuni è fondamentale, perché rimangano e siano salvaguardati e custoditi per il bene di tutti" (Avvenire, 24 maggio 2011).Quanto all'articolo di Erminio Saita, sinceramente non ho capito se voterà sì (in quanto "contrarissimo alla privatizzazione dell'acqua") oppure voterà no o ancora si asterrà.Un cordiale saluto a te, a Erminio e a tutta la redazione di Città 2000.Giovanni Giuranna