LA SCOMMESSA

RAVASI: "DIFENDONO LA CROCE E ODIANO GLI STRANIERI? FANNO PENA"


 Su Avvenire di oggi leggo una bella riflessione del Cardinale Gianfranco Ravasi, in preparazione alla festa di san Benedetto (11 luglio). La propongo volentieri ai miei venticinque lettori, pensando specialmente a quei cattolici che guardano agli stranieri con non dissimulato fastidio... L'OSPITE Quando salutate un ospite, mostrate grande deferenza. Quando arrivano e quando partono, chinate il capo davanti a loro, onorando Cristo che è in loro. Accogliendo l'ospite, accogli Cristo. San BenedettoFanno pena coloro che si riempiono la bocca dell'impegno di difendere il crocifisso e poi scaricano insulti sugli stranieri indesiderabili che bussano alle loro porte. Infatti, era stato proprio quello stesso uomo crocifisso a dire senza tante subordinate: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me». E, a scanso di equivoci, l'elenco era chiaro: stranieri, nudi, malati, carcerati (Matteo 25, 31-46). Domani celebreremo la festa di san Benedetto e dalla sua Regola ho estratto questo passo così suggestivo soprattutto con quell'inchino che accompagna l'ospite approdato al monastero. Certo, è facile accogliere a tavola l'amico per una festa: «Invitare qualcuno alla nostra mensa significa prendere su di noi la cura della sua felicità finché rimane sotto il nostro tetto», osservava quel magistrato gastronomo famoso che fu Anthelme Brillat-Savarin, nella sua Fisiologia del gusto (1825). Ma la cosa si fa ben più ardua quando devi accogliere un anziano che perde la bava, un conoscente malmesso, uno straniero, un malato. A livello sociale generale risuoni, allora, il sempre attuale (nonostante i secoli trascorsi) monito biblico: «Quando un forestiero dimorerà presso di voi nel vostro paese, non gli farete torto. Il forestiero dimorante fra voi lo tratterete come colui che è nato fra voi. Tu l'amerai come te stesso perché anche voi siete stati forestieri nel paese d'Egitto» (Levitico 19, 33-34). «Non dimenticate l'ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli» (Ebrei 13,2).Card. Gianfranco Ravasi Mattutino, Avvenire 10-7-2011