LA SCOMMESSA

QUALE CAMBIAMENTO SENZA PARTECIPAZIONE?


Luise Andersen, Firebird rises (olio, 2006) Come è possibile cambiare la società se i cittadini non scendono in campo ma si limitano - nel migliore dei casi - a guardare la partita dagli spalti, o addirittura si disinteressano totalmente della posta in gioco per trascorrere altrimenti il loro tempo?Si può fare la rivoluzione senza partecipazione popolare? Evidentemente no.Questo mi sembra lo scoglio maggiore che la politica deve affrontare nel medio-lungo periodo, dopo anni di suadente veleno antidemocratico, inoculato a dosi massicce attraverso il tubo catodico e altre sottili strategie. La gente, nutrita di "entertainment", è sensibile agli intrattenitori e non avverte il fascino di innovatori e riformatori. In questo senso Silvio Berlusconi ha incarnato il ruolo in modo magistrale: non è un leader politico, ma uno straordinario people-sitter capace di ammaliare milioni di persone.Come uscire da questa paralisi mentale? Come risvegliare nelle persone il senso critico, il gusto della partecipazione attiva, la voglia di fare qualcosa di buono per la propria città, sia pure - a volte - col rischio di sbagliare?A mio avviso, sono queste le domande politiche imprescindibili a cui occorre dare risposta. Altrimenti sarà la fine: se infatti il popolo non si risveglia e non si rianima, la democrazia (etimologicamente "governo del popolo") sarà condannata a morire di astenia.