LA SCOMMESSA

QUARESIMA 2012, GIORNO 23


Letture del giorno: lunedì 19 marzo 2012 (S.Giuseppe)Non si comprende la rivelazione biblica sugli stranieri senza tenere presente un'idea fondamentale che segna nel profondo l'identità di Israele: "Le terre non si potranno vendere per sempre, perché la terra è mia e voi siete presso di me come forestieri e ospiti" (Lv 25,23).La terra promessa resta proprietà di Dio, per questo il popolo uscito dall'Egitto non ne è padrone e non è autorizzato a comportarsi da padrone con altri. Per la benevolenza di Dio abita in quella terra che gli è stata affidata. Questo spiega il rispetto che Israele deve agli stranieri.Scrive Enzo Bianchi:Israele resta dunque sempre immigrato e residente nella terra di Canaan, a tal punto che il re David alla fine della sua vita, che ha significato l'inizio del regno messianico, giunge a confessare davanti a tutto il popolo: "Noi siamo degli immigrati davanti a te, o Dio degli ospiti (toshavìm) come tutti i nostri padri" (1 Cr 29,15). C'è la chiara consapevolezza che Israele è straniero, è ospitato da Dio, è domiciliato in una terra che appartiene a Dio, sempre pronto a mettersi in cammino, sull'esempio di Abramo.[Enzo Bianchi, Ero straniero e mi avete ospitato, BUR Rizzoli, Milano 2009, pag. 29]La terra è di Dio. Siamo tutti stranieri.Viene da chiedersi: perché noi cristiani ci siamo dimenticati di questo insegnamento fondamentale della Scrittura?