LA SCOMMESSA

ASSOCIAZIONE PER LA LEGALITA': CHI ERA RITA ATRIA?


 Ricevo la seguente nota da Alessandra Davì, Federica Ielapi e Chiara Michelini, giovani socie dell'associazione per la legalità "Rita Atria" nata a Paderno Dugnano la scorsa settimana:Rita Atria nasce il 4/09/1974 a Partanna (un paesino in provincia di Trapani); la giovane donna  appartiene a  una famiglia legata al sistema criminoso di Cosa Nostra:  il padre “Don Vito Atria” ricopre  il ruolo di “paciere” nella cittadina,  mette ordine affinché la situazione resti sempre tranquilla e mira a raggiungere i vertici più alti dell'organizzazione criminale; la madre Giovanna  e il fratello Nicola sono anch'essi rinchiusi nei ciechi cunicoli insiti nella mentalità subdola di un “deserto che cresce”.Ed è  proprio nei piccoli paesi come Partanna che le regole vengono scritte e gestite, sono regole economiche ma prima di tutto culturali che divengono inesorabilmente modi di vivere e meccanismi per stare al mondo; regole e riti che non crescono solo in superficie ma penetrano in profondità e rispondono tutti allo stesso immutato codice.Sono gli anni dell'ascesa dei corleonesi e della seconda guerra di Mafia.Tra gli anni 1987 e il 1991 scoppia un conflitto tra le due famiglie più potenti  e autorevoli del paese:  gli Accardo e gli Ingolia, tra le decine di  vittime vi è Don Vito, il padre di Rita, ucciso due giorni dopo il matrimonio del figlio Nicola con Piera Aiello; Nicola, nervoso e agitato in quei giorni, non fa in tempo a concretizzare la sua idea di vendetta, verrà  infatti ucciso da due sicari  il 24/06/1991; Piera decide così di collaborare con la giustizia e si trasferisce a Roma.Rita sfoga i suoi timori all'interno di un diario, un flusso di coscienza dove angosce, stanchezza e conflitti interiori si intrecciano e in cui emerge anche la paura di essere assassinata. Il 5/11/1991 Rita – ridotta ormai allo stremo delle forze – si reca  in Procura a Sciacca, dove avverrà l'incontro più importante della sua breve esistenza con il giudice Paolo Borsellino, al quale racconterà il dedalo di intrighi insiti nei meccanismi di Cosa Nostra.Paolo Borsellino inserisce Rita in un programma di protezione e la fa trasferire a Roma dove raggiungerà la cognata.Rita, nonostante la presenza di Piera, si sente sola, avrebbe bisogno del sostegno della madre, che l'ha invece ripudiata sottolineando sempre la sua estraneità alle dichiarazioni della figlia e arrivando a denunciare il giudice Borsellino per “sottrazione di minore”; Rita ritrova nella figura di Borsellino un secondo padre, riuscendo così a sopportare il completo distacco dalla madre.Dopo la strage di via D'Amelio, Rita perde il suo unico punto di riferimento e decide così di porre fine alla sua tormentata esistenza: è il 26 luglio 1992.“Ora che è morto Borsellino, nessuno può capire che vuoto ha lasciato nella mia vita. Tutti hanno paura ma io l'unica cosa di cui ho paura è che lo Stato mafioso vincerà e quei poveri scemi che combattono contro i mulini a vento saranno uccisi. Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere  la mafia che c'è nel giro dei tuoi amici, la mafia siamo noi ed il nostro modo sbagliato di comportarsi. Borsellino sei morto per ciò in cui credevi, ma io senza di te sono morta.”(“Stralci del diario di Rita Atria”)Chiara MicheliniFederica IelapiAlessandra Davì