LA SCOMMESSA

QUARESIMA 2012, GIORNO 28


Letture del giorno: sabato 24 marzo 2012Donami la Sapienza, il tuo modo di vedere le cose... Più o meno così ha pregato il re Salomone e Dio ha vivamente apprezzato le sue parole.Recita anche tu la preghiera di Salomone per discernere il pensiero di Dio sugli stranieri:"Dio dei padri e Signore della misericordia,che tutto hai creato con la tua parola,e con la tua sapienza hai formato l'uomoperché dominasse sulle creature che tu hai fatto,e governasse il mondo con santità e giustiziaed esercitasse il giudizio con animo retto,dammi la sapienza, che siede accanto a te in trono,e non mi escludere dal numero dei tuoi figli,perché io sono tuo schiavo e figlio della tua schiava,uomo debole e dalla vita breve,incapace di comprendere la giustizia e le leggi.Se qualcuno fra gli uomini fosse perfetto,privo della sapienza che viene da te, sarebbe stimato un nulla.Tu mi hai prescelto come re del tuo popoloe giudice dei tuoi figli e delle tue figlie;mi hai detto di costruirti un tempio sul tuo santo monte,un altare nella città della tua dimora,immagine della tenda santache ti eri preparata fin da principio.Con te è la sapienza che conosce le tue opere,che era presente quando creavi il mondo;lei sa quel che piace ai tuoi occhie ciò che è conforme ai tuoi decreti.Inviala dai cieli santi,mandala dal tuo trono glorioso,perché mi assista e mi affianchi nella mia faticae io sappia ciò che ti è gradito.Ella infatti tutto conosce e tutto comprende:mi guiderà con prudenza nelle mie azionie mi proteggerà con la sua gloria.Così le mie opere ti saranno gradite;io giudicherò con giustizia il tuo popoloe sarò degno del trono di mio padre.Quale uomo può conoscere il volere di Dio?Chi può immaginare che cosa vuole il Signore? Signore,facci comprendere che nessuno davanti a Teè straniero.Ha scritto sapientemente il linguista Tullio De Mauro:Un geniale architetto e urbanista italiano, Luigi Piccinato, per sdrammatizzare il contrasto tra città e campagna ripeteva un bon mot: «Tutte le città sono nate in campagna». Quando si parla di alieni, forestieri, migranti, meticci, vale la pena ricordare che siamo tutti alieni e forestieri per qualcuno, tutti abbiamo il dna di qualcuno venuto da fuori, foresto, nel luogo in cui siamo e dunque tutti siamo un po’ meticci, basta risalire a volte anche poco nel tempo e nelle generazioni. [...] Siamo noi perché altri, anche assai diversi da noi, ci hanno fatto e fanno così come siamo: vale per le singole persone e per i grandi gruppi umani. [...]Nella Roma primitiva, quelli di fuori porta, stanziati al di là dell’originaria cinta muraria, in opposizione ai nativi interni, gli inquilini, furono detti exquilini. Ma poi le mura si ampliarono e l’Esquilino divenne uno dei sacri Sette Colli...(dalla prefazione di Tullio De Mauro a: Vinicio Ongini, Noi domani. Un viaggio nella scuola multiculturale, Laterza, 2011)