LA SCOMMESSA

UNA FAMIGLIA IN SEMINARIO, PER UNA SERA


Lo scalone del Seminario di Venegono con la grande statua di papa Pio XI E' stata un'esperienza emozionante e difficile da descrivere quella vissuta ieri sera dalla mia famiglia al Seminario Arcivescovile di Venegono.Siamo arrivati verso le 19,20 e abbiamo percorso velocemente gli ampi porticati e corridoi del Seminario fino alla cappella della Teologia dove ci aspettavano in preghiera una novantina di seminaristi vestiti, per l'occasione, con la veste nera. Ci siamo sistemati nella prima panca e la veglia ha avuto inizio con l'ingresso del celebrante, don Maurizio Zago (palazzolese, per anni missionario fidei donum in Zambia) e degli accoliti. Il canto iniziale "Li amò sino alla fine", eseguito nell'alternanza solista-assemblea, ha creato il clima di raccoglimento. Al ritornello è stato davvero impressionante sentire tutta la chiesa che risuonava del canto corale, come un corpo vivo che celebra il mistero! Nelle parrocchie non succede quasi più: se va bene, il coro canta le sue melodie e l'assemblea assiste in silenzio... Per introdurre la preghiera è stato scelto un testo di don Andrea Santoro, ucciso nel 2006 in Turchia: "Non c'è amore del Padre che non passi attraverso una moneta: il dono della nostra vita, che è amare oltre ogni misura, amando anche chi non ci ama, servendo chi non ci serve, dando la vita a chi a volte ce la rende impossibile". La Via Crucis si è snodata nei chiostri del Seminario in una splendida sera di primavera. Solo cinque stazioni, una per continente, nelle quali sono stati ricordati i missionari martiri uccisi nel 2011. Ad ogni stazione il celebrante inchiodava sulla croce un foglio con i loro nomi.Arrivati nella grande Basilica i seminaristi si sono sistemati nell'abside ed io e mia moglie abbiamo raccontato loro l'esperienza vissuta una decina di anni fa in Camerun e poi il rientro in Italia, dove la missione continua in altre forme.Terminata la celebrazione, alcuni seminaristi si sono fermati a parlare con noi e con i bambini: Ossee ha dato il meglio di sé, per nulla intimorito dalle vesti nere svolazzanti, mentre Paolo ed Elisa partecipavano con maggiore decoro.Rientrando a casa ci siamo raccontati le impressioni della serata, con la gioia di aver vissuto un momento di profonda condivisione missionaria.