LA SCOMMESSA

QUARESIMA 2012, GIORNO 31


Letture del giorno: martedì 27 marzo 2012Gesù - scrivevo ieri - non si sente inviato agli stranieri, ma i vangeli testimoniano la sua apertura e la capacità di uscire dagli schemi. Nell'episodio della guarigione del servo del centurione romano di Cafarnao Gesù si fa pregare "con insistenza" (v.4) e alla fine accetta di andare a casa sua. Il centurione, consapevole che un ebreo si sarebbe contaminato entrando nella casa di uno straniero/pagano, esce e gli va incontro per non metterlo in difficoltà (per questa norma di purità rituale vedi, per esempio, Atti 10,28 e Gv 18,28).Quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, Gesù entrò in Cafàrnao. Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l'aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: "Egli merita che tu gli conceda quello che chiede - dicevano -, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga". Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: "Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di' una parola e il mio servo sarà guarito. Anch'io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: "Va'!", ed egli va; e a un altro: "Vieni!", ed egli viene; e al mio servo: "Fa' questo!", ed egli lo fa". All'udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: "Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!". E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito. (Lc 7,1-10)Enzo Bianchi commenta con queste parole:Se anche non fa degli stranieri i destinatari immediati del suo ministero e del suo annuncio, Gesù, condividendo la speranza dei profeti, intravede la loro venuta finale nell'orizzonte escatologico: «Molti verranno dall'oriente e dall'occidente, e sederanno a tavola con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli» (Mt 8,11). Gesù proclama che il tempio di Gerusalemme sarà «casa di preghiera per tutte le genti» (Mc 11,17), dunque anche per gli stranieri, e significativamente l'autentica confessione della fede in Gesù è posta in bocca a un pagano, il centurione romano che sotto la croce proclama: «Quest'uomo era veramente Figlio di Dio!» (Mc 15,39). [Enzo Bianchi, Ero straniero e mi avete ospitato, BUR Rizzoli, Milano 2009, pag.54-55]