LA SCOMMESSA

RIPENSARE IL CATECHISMO, CIOE' RIPENSARE LA PARROCCHIA


Si è svolto ieri al Santuario di Caravaggio il Convegno degli Uffici catechistici diocesani della Lombardia per riflettere sul tema "Iniziazione cristiana dei ragazzi e rievangelizzazione degli adulti".Il senso del Convegno è di facile comprensione: tutte le parrocchie rilevano vistose carenze nel catechismo per la prima comunione e per la cresima. Rispetto ad alcuni anni fa "insegnare catechismo" è diventato molto più difficile. Si impiegano tante energie e si raccolgono pochissimi frutti.I motivi sono tanti: la capacità di concentrazione dei bambini si è ridotta sensibilmente (ne sono ben consapevoli gli insegnanti), alle famiglie spesso mancano i riferimenti cristiani di base per cui l'educazione alla fede si riduce all'ora settimanale trascorsa in parrocchia (ovviamente insufficiente), l'eucaristia domenicale è diventata un optional (a volte addirittura i genitori scaricano i figli sulla porta della  chiesa e li vengono a prendere al termine della celebrazione), a causa dei mutamenti della società l'Oratorio non ha più la forza di attrazione di qualche decennio fa, sul piano educativo gli adulti sono spesso latitanti perché occupati in altre cose, molte famiglie vivono situazioni difficili, ecc...Insomma, da qualche anno è palese che il catechismo per la prima comunione e la cresima va rivisto profondamente. Al riguardo sono state fatte varie sperimentazioni in Diocesi e in tutta Italia.Mi colpisce l'intuizione centrale del Convegno di Caravaggio:Tutte le diocesi lombarde - in particolare quelle che hanno sperimentato nuovi itinerari di Iniziazione Cristiana - sono convinte che il vero fulcro del rinnovamento catechistico stia nel recuperare o costruire ex-novo una relazione di collaborazione educativa con i soggetti adulti della famiglia (genitori e nonni). Ciò potrà avviare una vera e indilazionabile attenzione evangelizzatrice alla realtà “soglia” di tanti adulti chiamati ad essere accompagnatori dei cammini di fede dei loro piccoli, favorendo da un lato il risveglio della loro stessa fede di adulti e dall’altro lato rendendo maggiormente fecondi gli stessi cammini di iniziazione dei ragazzi.Sono convinto anch'io che la chiave del rebus stia proprio nel recupero della condivisione della fede tra i catechisti, i bambini e le loro famiglie nel quadro più ampio della comunità ecclesiale. Ma questo vuol dire, secondo me, ripensare il modello di parrocchia a cui siamo abituati e tornare in qualche modo all'esperienza delle "case-chiesa" (domus ecclesiae, chiese domestiche) che caratterizzavano il cristianesimo primitivo.