LA SCOMMESSA

DON CARRON (CL): SE TANTI CI GIUDICANO MALE, UN MOTIVO CI SARA'


don Juliàn Carròn Oggi sulla prima pagina di Repubblica si poteva leggere una lunga lettera del  presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, don Juliàn Carròn.Il testo prende le mosse da un'osservazione onesta: Se il movimento di Comunione e Liberazione è continuamente identificato con l'attrattiva del potere, dei soldi, di stili di vita che nulla hanno a che vedere con quello che abbiamo incontrato, qualche pretesto dobbiamo averlo dato.Leggi integralmente la lettera: Carrón: da chi ha sbagliato un'umiliazione per CLPer sentire l'altra campana leggi anche la reazione di Domenico Basile di Merate (LC), inviata oggi a Repubblica e, per conoscenza, a Rocca e Adista:Dott. Corrado AugiasRubrica Lettere, Commenti e IdeeQuotidiano la Repubblica - Romae p.c.Rivista Rocca - AssisiAgenzia Adista - Roma Gentile Dott. Augias,ho letto, con un misto di imbarazzo e crescente irritazione, la lettera di Don Julian Carròn - Presidente della Fraternità di Comunione  e Liberazione - pubblicata su la Repubblica di oggi, 1 maggio 2012. Imbarazzo di fronte alla pubblica esternazione di sentimenti riguardanti la fede in Cristo e la devozione a don Giussani - che sarebbe preferibile restassero nascosti nell'intimo della propria coscienza di credenti - e irritazione crescente per la malcelata intenzione di separare le responsabilità del movimento di CL da quelle di alcuni suoi esponenti attualmente inquisiti dalla magistratura.Ritorna l'eco di atteggiamenti già osservati a ben altro livello, quando Giovanni Paolo II fece pubblica richiesta di perdono per tanti spiacevoli episodi nella storia della Chiesa Cattolica, facendone tuttavia ricadere la colpa su singoli individui peccatori, piuttosto che sull'istituzione come tale. C'è in questi atteggiamenti una tipica ipocrisia che trova più comodo attribuire ai peccati individuali, ritualmente riscattabili, la responsabilità, ignorando quella collettiva che richiederebbe ben altri approfondimenti e risarcimenti.Nel caso di CL, infatti, è sotto gli occhi di tutti come questo movimento sia diventato una autentica struttura di potere che ha egemonizzato le istituzioni pubbliche lombarde, a partire dalla Sanità - gestita, pare, con pratiche discutibili - e che, a livello nazionale, è stata sostegno determinante dei più screditati governi della Repubblica.Il "dolore indicibile" sofferto da Carròn e il "perdono", richiesto per l'eventuale danno alla memoria di don Giussani, andrebbero meglio indirizzati al danno arrecato al bene comune, continuamente aggredito dagli interessi particolari di cricche, lobbies, o movimenti. E, per finire, vorrei sommessamente suggerire un uso più discreto del nome di Cristo - che nella lettera di Carròn è citato quasi quanto quello di don Giussani - visto che, per i credenti in Lui, è scritto di non nominare il nome di Dio invano.Cordiali saluti.Domenico Basile (Merate - Lc) Sull'argomento è utile leggere anche l'articolo di Gianni Barbacetto apparso sul Fatto Quotidiano del 24 aprile scorso, secondo cui ciò che sta accadendo non sarebbe un'infedeltà a don Giussani, ma la conseguenza del suo pensiero: Memorie di un Memores. Così CL è diventata “affari”. *   *   * Nei mesi scorsi don Carròn aveva rilasciato un'intervista al Corriere della Sera (vedi post del 28 gennaio), che a molti aveva dato l'impressione di una scorciatoia per uscire dagli imbarazzi e dal vicolo cieco in cui CL si trova.