LA SCOMMESSA

COLORETTI (PD) CONTRO L'EDITORIALE DEL SINDACO SULLA "CALDERINA"


 Da Marco Coloretti (capogruppo PD in Consiglio Comunale) ricevo il seguente "controeditoriale" che critica quello del Sindaco Alparone sull'ultimo numero della CALDERINA.IL RUGGITO DEL CONIGLIONiente di personale: versi e animali non si riferiscono alla persona del Sindaco ma alle sue dichiarazioni pubbliche che fanno da editoriale all’ultimo numero della Calderina.Perché il ruggito? Perché l’impressione è che dopo alcune manifestazioni di incertezza e di indecisioni nella maggioranza di centrodestra, palesate in consiglio comunale e nelle commissioni come ha ben messo in luce il comunicato del PD, si sia sentita la necessità di una reazione, quasi a voler dimostrare una vitalità politica che nella realtà è del tutto assente.Probabilmente frutto di sudati brain storming estivi, si è passati al contrattacco, cercando di dimostrare come questa giunta, malgrado le avversità degli astri e del governo tecnico (peraltro sostenuto dagli stessi parlamentari amici del Sindaco che hanno mantenuto in vita per tre anni un governo Berlusconi inoperoso, inadeguato e incapace di garantire gli interessi nazionali), questa giunta Alparone riesca ad ottenere importanti risultati, malgrado tutto. Ad esempio,  un nuovo asilo nido, lo stesso che è stato programmato e finanziato dalla giunta di centrosinistra, negli anni in cui lui stava all’opposizione e votava contro tutto, (s)parlando di sprechi e cattedrali nel deserto, peccato che se la nostra città non è (ancora) desertificata socialmente lo si deve a questi investimenti (che è cosa diversa dal debito per spese inutili, come quelle che servono a pagare i brain storming di cui sopra – ma non sembra averlo ancora capito).L’unico vero spreco è la fetta di nastro tagliata dopo queste dichiarazioni.Perché del coniglio?Perché in un momento in cui i comuni, con voce unanime, stanno chiedendo al governo di rivedere alcune scelte fondamentali collegate ai tagli alla spesa, per non mettere in ginocchio chi ogni giorno garantisce servizi essenziali sul territorio ai propri cittadini – e dopo anni in cui l’unico comparto in attivo della pubblica amministrazione sono proprio gli enti locali – ecco che l’obiettivo di oggi non è perseguire con forza gli orientamenti congiunti dei colleghi sindaci, ma quello di ritorcere la testa verso un passato che non è mai esistito se non nelle fantasie di chi ha dormito sui banchi del consiglio comunale per anni.Ed allora si inventa l’arcadia, quel mondo dorato dove le vacche erano grasse e si mungevano euro a catinelle (forse pensava a Catania, non a Paderno).Peccato che dal 2004 al 2009, i comuni abbiano subito tagli lineari alla spesa  a volontà (Tremonti), patti di stabilità sempre più strozzanti (non stringenti) con blocco delle assunzioni (Brunetta) e dei pagamenti per garantire gli equilibri di bilancio di uno stato mal governato il cui debito pubblico è passato dal 103 al 118% in rapporto al Pil (Berlusconi).Dicono niente questi nomi?Ora, io posso immaginare che sia stata dura svegliarsi un giorno e trovarsi sindaco, dopo aver sognato metropolitane e rimborsi dei biglietti, niente ICI e buoni regionali per i servizi sociali da distribuire a tutti.Posso immaginare che sia stata veramente dura sognare di vacche grasse e scoprire che erano quelle di plastica dei formaggini per giunta sgonfie.Però adesso è ora di darsi una sveglia e decidere se si è all’altezza del compito, per quanto arduo, oppure non sia il tempo di tornare a dormire sui banchi dell’opposizione.Marco Coloretti