LA SCOMMESSA

E SE IL VATICANO II FACESSE LA FINE DEL CONCILIO DI FIRENZE?


 L'11 settembre del 1962 Papa Giovanni XXIII pronunciò il famoso Radiomessaggio ad un mese dall'apertura del Concilio. Oggi - a 50 anni esatti di distanza - è d'obbligo rileggere e riprendere in considerazione quelle parole. *   *   * Il teologo cattolico Giovanni Cereti invita a riflettere sulla possibilità che "la memoria del Concilio venga gradatamente offuscata" con lo scomparire della "generazione di coloro che vi hanno partecipato o che hanno vissuto da vicino la svolta epocale da esso decisa". Così di fatto è avvenuto al Concilio di Firenze (1439), progressivamente rimosso dalla memoria della Chiese romana e bizantina.Trovi l'articolo integrale sul numero 29 di ADISTA Segni Nuovi (28 luglio 2012). Di seguito un estratto:Le decisioni del Concilio Vaticano II vennero accettate abbastanza pacificamente all’interno della comunità cattolica, ma esse non vennero conosciute e meditate a sufficienza, come mostra lo stupore ogni volta che si tiene un corso sui documenti del Concilio nei confronti della straordinaria ricchezza delle affermazioni in essi contenute. Proprio gli attuali tentativi di relativizzare il Concilio o di svalutarlo come Concilio puramente pastorale (espressione che in realtà mostra come esso volesse riguardare tutta la vita e la missione della Chiesa, con un atteggiamento non condannatorio ma dialogante e benevolo dei confronti di tutti) possono costituire l’occasione provvidenziale per riprendere in mano quei documenti e per recepirlo in una maniera nuova e più consapevole da parte di tutta la comunità cristiana. Anche l’incontro previsto per il 15 settembre a Roma  si inserisce in questa prospettiva, in piena sintonia con il cammino che tutta la comunità cristiana compie per rispondere, in continuità con il Concilio, alle nuove e grandi sfide del nostro tempo.Don Giovanni Cereti, docente di Ecclesiologia all'Istituto San Bernardino di Venezia, animatore della Fraternità degli Anawim