LA SCOMMESSA

SULL'ORATORIO


 Di seguito riprendo la riflessione di don Paolo Brambilla, apparsa ieri sul notiziario "Passaparola" della Comunità pastorale di Paderno e Villaggio Ambrosiano:Questa domenica e la prossima, i nostri oratori festeggiano l’inizio delle attività; per questa occasione rilancio tre parole che ci possono aiutare a “guardare” con occhio evangelico la ricchezza (così l’ha definita il Papa) dell’oratorio:- per molti l’oratorio è la PORTA della fede; è cioè l’accesso praticabile non solo per compiere un cammino di fede, ma dove imparare anche i linguaggi e la “grammatica” elementare della fede (quella che forse una volta si imparava direttamente a casa). Occorre mantenere aperta questa porta, desiderare di oltrepassarla; non solo valutando quali “offerte” l’oratorio oggi mi fa, ma a quale desiderio profondo esso può far crescere dentro di me.- per altri (non tutti) l’oratorio è diventato una CASA; ovvero un luogo non solo dove fruire di alcuni servizi (anche quello dell’educazione alla fede), ma un luogo nel quale imparare a mettersi a servizio nella corresponsabilità. Penso a tutte le persone che, a diverso titolo e in diverso modo sono non solo collaboratori dell’oratorio, ma collaboratori della grazia di Dio, nella misura in cui vivono con “inutilità” (e quindi con gratuità) il proprio servizio.- per tutti, ma proprio per tutti, l’oratorio tiene viva (e questo in oratorio va cercato, prima di tutto il resto) l’esigenza del SALTO della fede: il desiderio cioè che l’oratorio non sia il punto di arrivo, la “cuccia calda” nella quale “stare bene”, ma la molla che ci fa balzare in piedi riconoscendo il Signore che passa e che ha un dono da offrirci. Bartimeo ce lo insegna.Don Paolo