LA SCOMMESSA

QUARESIMA 2013, GIORNO 33


   21 marzo - primaveraGiovedìLetture del giorno  Un conto è parlare di pace, un conto è sperimentare che cosa significhi fare pace con i propri nemici. La chiesa (cioè ognuno di noi) si rinnova nella misura in cui fa esperienza di perdono e riconciliazione.Scrive padre Timothy Radcliffe (ex Maestro Generale dei Domenicani):Quando ci riuniamo la domenica per riascoltare la storia che è alla base della nostra fede, le parole potenti che udiamo ci parlano di perdono, di sangue versato per il perdono dei peccati. La parola è una parola perfetta che assolve e risana, Invece nella nostra cultura c'è una resistenza assai radicata al concetto di perdono. Immagino che derivi in parte dal sospetto che le persone inclini al perdono, specialmente i cattolici, siano ossessionate da un insano complesso di colpa. Io non sono cresciuto in questo tipo di cattolicesimo, essendo stato educato dai benedettini, così ricchi di umanità. Esaminando il problema più a fondo, mi domando se in realtà la nostra cultura diffidi del perdono, perché non lo ritiene una cosa buona. Forse nella nostra cultura contemporanea c'è la convinzione che, escludendo il senso più privato e personale, il perdono sia dannoso e perfino pericoloso. Se è eccessivo, la società si sgretola. Dovrebbe essere strettamente razionato, come il burro, la cioccolata, e altre cose buone! Eppure è il nucleo della nostra fede!Timothy Radcliffe, Cantate un canto nuovo. La vocazione cristiana,EDB, Bologna 2002, pag. 22