LA SCOMMESSA

CORRUZIONE DILAGANTE: SERVE UN CAMBIAMENTO PROFONDO


Vignetta di don Giovanni Berti, prete di Verona,a commento del vangelo della terza domenica di Avvento (Rito Romano)Bisognerebbe riflettere con attenzione sui profili antropologici - oggi drammaticamente diffusi - dell'homo corruptor e dell'homo corruptibilis. Come mai nel nostro Paese dilaga (impunemente!) l'idea che sia possibile e vantaggioso corrompere ed essere corrotti?Se siamo arrivati a questo punto, qualcuno avrà delle responsabilità...Ora però non mi interessa fare una disamina delle cause, quanto piuttosto trovare una via d'uscita per costruire insieme un futuro diverso.Annoto alcuni sentieri da percorrere:1) Denunciamo con forza i gravi limiti della società consumista e individualista nella quale viviamo. Dobbiamo ripetere fino alla noia che l'uomo non è un consumatore, né una monade a sé stante. Persona vuol dire relazione; individuo significa separazione e autosufficienza. 2) Non si tratta qui di fede o non fede, ma di pulizia interiore. Nella nostra società, in cui contano soprattutto le pulsioni e le cose, occorre riscoprire in gran fretta il primato dello spirito. E' socialmente pericoloso chi nella propria giornata non trova momenti di silenzio e di ascolto.3) E' tempo di riscoprire la pratica, caduta in disuso, dell'esame di coscienza: fermarsi e guardarsi allo specchio per riconoscere nella propria vita il bene e il male e, conseguentemente, per cambiare il male in bene. Ma occorre precisare che la coscienza non è "ciò che io penso e decido", ma "il bene che mi chiama e mi mette in cammino". 4) In tempi di confusione è necessario spiegare con pazienza ciò che di per sé sembrerebbe banale e scontato: il bene è meglio del male, l'onestà è più sana di ogni furberia, il rispetto di sé e degli altri è più vantaggioso dell'egoismo. Non è libertà quella che ti porta a fare ciò che ti pare... Gli anziani erano soliti distinguere tra libertà e licenza.5) Non è vero che i buoni fanno il bene. Nella realtà succede esattamente il contrario: il bene ci fa buoni. Il segreto allora è quello di camminare con impegno sulle vie del bene. Mi direte che ognuno ha le sue idee e che è impossibile - soprattutto oggi - trovarci d'accordo. A mio parere ciò è vero solo in parte: ognuno di noi infatti, per il semplice fatto di essere uomo o donna, è in grado di percepire una chiamata interiore che lo spinge a crescere. Il bene si riconosce dai frutti: se ti fa crescere in purezza e trasparenza, se ti rende più responsabile e umano, è bene. Non mancare di rispondere a quell'appello!6) Uno da solo non ce la fa. La via del bene esige comunione, confronto, collaborazione, aiuto reciproco, anche rimprovero e correzione fraterna... Nella società di oggi diventa sempre più urgente creare occasioni di riflessione comunitaria e di confronto a partire dalle diverse prospettive di senso. In fondo siamo tutti cercatori di una via d'uscita e nessuno (neanche il credente) ha la verità in tasca. La verità non si porta in tasca e soprattutto non è mai una soluzione facile. Occorre cercarla insieme la verità, con umiltà e pazienza.7) Per metterti in cammino non aspettare di avere capito tutto. Fai subito quel poco che hai intuito e la luce che riceverai da questa esperienza ti aiuterà a comprendere il resto. Un passo dopo l'altro. Questo significa camminare!