LA SCOMMESSA

P. MARCO PRADA: SE HAI MANGIATO IL FRUTTO DI UN ALBERO MOLTO ALTO


Video SMA pubblicato su YouTube il 18 agosto 2013(al minuto 5 splendida descrizione del lavoro di padre Marco Prada) Ricevo e pubblico molto volentieri la lettera del palazzolese padre Marco Prada, missionario SMA in Costa d'Avorio:Carissimi              quest’anno il Natale mi trova non più a Madinani, dove ho passato gli ultimi 3 anni, ma a 160 km più a est, precisamente a Korhogo. Dall’inizio di agosto ho cambiato di parrocchia e di diocesi. È una scelta del mio istituto, la Società delle Missioni Africane, che non ha più personale sufficiente per provvedere ai bisogni delle due diocesi del nord della Costa d’Avorio, Odienné e Korhogo. Così è stato deciso di concentrare le poche forze rimaste nella seconda.Korhogo è una città di circa 600.000 abitanti, la più grande del nord del paese. La mia parrocchia è l’ultima creata, delle 6 che coprono il territorio della città, e ha solo 9 anni di vita. È stata dedicata a Louis Wandeté, il primo catechista della nostra regione, la cui beatificazione è in corso.Oltre agli abitanti del nostro quartiere, che si chiama Téguéré, ed è situato nella periferia sud-est di Korhogo, abbiamo 16 villaggi, di cui la metà hanno una presenza cristiana e una cappella dove celebrare regolarmente la messa.In tutto il nord i cattolici sono una minoranza, che con molte difficoltà cerca di difendere il suo spazio nella società. La maggioranza mussulmana non è sempre ben disposta al dialogo e alla tolleranza, e con molta pazienza bisogna ricordare loro che la Costa d’Avorio è un paese laico e pluralista.La popolazione della regione è di etnia senufo, una popolazione tra le più antiche del paese, stanziata in questa regione da più di un millennio, e da sempre dedita all’agricoltura. In tutta la Costa d’Avorio senufo è sinonimo di contadino laborioso e tenace.Fino a pochi anni fa Korhogo era una tranquilla città di piccole dimensioni, abbastanza omogenea, ma gli anni della guerra civile, dal 2002 al 2011 ne hanno sconvolto la fisionomia: il numero degli abitanti è cresciuto a ritmo esponenziale e la città è divenuta un crogiuolo di etnie. E di conseguenza sono cresciuti i motivi e le situazioni di tensione e conflitto.Un vecchio proverbio senufo dice: “Il bambino che ha mangiato a sazietà e il bambino che ha fame non possono giocare insieme”. E in effetti è difficile creare coesione sociale quando le disuguaglianze sono così stridenti tra una classe di cittadini che si è arricchita a dismisura negli anni di guerra civile e in questi ultimi di liberalismo sregolato, e la grande maggioranza che vive di espedienti e che mangia una sola volta al giorno. Il popolo senufo è reputato per la sua docilità e il rispetto per l’autorità, ma questo clichè non vale più per la massa di giovani disoccupati, ingannati dalle promesse elettorali e sempre più tentati dall’uso della violenza. Ma questa situazione non riguarda solo il nord: le tensioni sociali sono evidenti in tutto il paese, e sfociano spesso in proteste non sempre pacifiche. Alla fine di novembre Korhogo e altre città della Costa d’Avorio sono state bloccate per due giorni da una decina di migliaia di giovani militari, ex-ribelli inquadrati nell’esercito, che esigevano un miglior trattamento economico. A Odienné la protesta di un centinaio di giovani ha provocato la distruzione feroce dei commissariati e delle sedi della prefettura e del comune. Episodi del genere sono sempre più frequenti in tutto il paese.La missione della chiesa non è facile in questo contesto, e purtroppo anche tra i cristiani a volte prevale lo spirito rivendicativo e tribalista. C’è un bisogno urgente di creare unità, comprensione reciproca, solidarietà, superamento dei pregiudizi e delle ferite del passato. È un compito che mi spaventa. Bisogna inventare nuove soluzioni, perché quelle a cui mi sono abituato in questi 30 anni di vita missionaria sono del tutto inadeguate. E per questo vi chiedo di continuare a sostenermi con la vostra preghiera: che il Signore dia a noi missionari e a tutti i responsabili della chiesa ivoriana occhi profetici, che sappiano leggere i segni del momento presente, e possano indicare ai nostri cristiani il cammino da intraprendere per costruire un futuro di pace.E concludo presentandovi i miei auguri per questo Natale 2014, richiamandomi a un altro proverbio senufo: “Se hai mangiato il frutto di un albero molto alto, ringrazia il vento”. Se quest’anno non ci sono mancati la forza e il coraggio nei momenti di dolore e di difficoltà, se la speranza è sempre nel nostro cuore e ci premunisce dal pessimismo, se attorno a noi abbiamo saputo vedere tanti gesti di amicizia e di solidarietà, ringraziamo il Signore che ci ha fatto questi doni!Buon Natale!                p. Marco Prada Korhogo, 13 dicembre 2014