LA SCOMMESSA

ARIS BARAVIERA: PD, LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI


Tomás Saraceno, On Space Time Foam, 2012klatmagazine.com Ricevo da Aris Baraviera, iscritto al Partito Democratico di Paderno Dugnano, le seguenti considerazioni sul Congresso svoltosi il 18 gennaio scorso. Sull'argomento vedi i precedenti "post" (comunicato stampa congresso, riflessioni Massetti e commenti PRC e PdCI).LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMIStoria recente del PD di PadernoDomenica ho partecipato al congresso cittadino che ha eletto Paola Cattin nuovo segretario, un congresso che ha ridato entusiasmo al partito che stava attraversando una fase piuttosto depressiva.Oltre ai buoni propositi per il futuro, ho ascoltato con attenzione le analisi sulla sconfitta elettorale delle amministrative, sconfitta inaspettata che a distanza di mesi lascia ancora l’amaro in bocca visto lo spread di spessore  politico tra i due schieramenti in campo e vista soprattutto la cattiva amministrazione Alparone.L’opinione che mi sono fatto, in particolare frequentando il circolo padernese dal 2008 al 2011, è che il PD abbia sottovalutato la capacità organizzativa di Alparone. Il sindaco in carica si è rivelato per la seconda volta il deus  ex machina della politica padernese, dimostrando di essere un tipo scaltro che punta tutto sulla capacità di aggregare giovani, sull’entusiasmo e sulla comunicazione  politica (anche prendendo le distanze furbescamente da Forza Italia). E’ così che il centrodestra ha spiazzato il PD padernese che, pur essendo più competente dal punto di vista strettamente politico, non ha mai puntato e creduto sulla partecipazione alla vita di circolo e si è via via involuto verso una marcata autoreferenzialità.  Il segretario uscente, Figus, pur essendo una persona  intelligente e generosa, aveva fin da subito palesato delle grosse difficoltà nell’attività di team building. Molti interventi al congresso di  domenica scorsa lo hanno descritto un po’ come l’Highlander del circolo, l’ultimo baluardo del PD padernese  lasciato solo dai compagni di sventura.  Una solitudine, a mio avviso, non imputabile al fato né alle disillusioni postmoderne della politica… ma ad una sua precisa indole accentratrice e stakanovista.Peccato che i big del partito non abbiano mai sottolineato che nel circolo non c’era la necessaria  pluralità, non hanno mai detto con chiarezza che le persone non vanno coinvolte solo quando ci sono le elezioni, che i giovani non sono importanti solo quando fanno da claque in campagna elettorale. Gli opinion leaders del partito – sempre preziosi nel dare consigli sull’attività del consiglio comunale, ma sempre presenti purtroppo anche quando si tratta di fare il gioco delle due correnti antagoniste - hanno preferito tacere sulla tendenza isolazionista  del circolo. Se ci avessero raccontato qualcosa anche sulla autoreferenzialità del partito, sulle problematiche delle partecipazione e sulle caratteristiche accentratrici del segretario, probabilmente ci sarebbe stato tutto il tempo per correggere il tiro, coinvolgere nuove risorse e soprattutto trattenere la gente che si stava allontanando.A mio avviso nel Circolo era necessaria più trasparenza sulle decisioni che venivano prese e si doveva fare di tutto per allargare la partecipazione. Occorreva indicare le sedi e le date nelle quali venivano prese le decisioni strategiche del partito per non alimentare le voci secondo le quali sarebbero sempre gli stessi a decidere indipendentemente dal Segretario di turno e dal Coordinamento. Bisognava dividersi meglio le responsabilità, i compiti e i doveri. Era necessario difendere il Coordinamento perché era l’organo eletto, ma fin da subito eluso e mortificato. Per vincere contro Alparone sarebbe servito un circolo capace di fare da intermediario tra la cittadinanza e il Consiglio Comunale.Ma i big hanno un’alta autostima e non credono nell’organizzazione né al detto “l’unione fa la forza”. Sono convinti di incarnare essi stessi il partito. La loro è la solitudine dei numeri primi.Baraviera Aris