LA SCOMMESSA

LORO E NOI


 “Desideriamo chiedere scusa al fratello immigrato o profugo se non riusciamo a dargli l’accoglienza che merita”. È uno dei passaggi di una lettera dal vescovo di Locri-Gerace, mons. Francesco Oliva, che sarà letta domani [=domenica, N.d.R.] in tutte le parrocchie della diocesi. Pur nella scarsità di mezzi e risorse, come Chiesa “cerchiamo - scrive il presule - di fare la nostra parte nell’opera di accoglienza, di mettere a disposizione le poche strutture che abbiamo, anche se mancano i mezzi economici, per renderle idonee. È un piccolo segno di partecipazione”. Mons. Oliva chiede scusa ai migranti “per tutte le volte, che, nella disperazione, ci siamo lasciati prendere da forme di esasperato individualismo e di egoismo. Mentre il fratello ci chiedeva asilo e attenzione, abbiamo rinserrato ‘i cancelli’ del nostro cuore”. “Non vogliamo lasciarci rubare la vocazione ospitale”, è l’appello del vescovo della Locride, tra le più povere e con un forte tasso di emigrazione che invita a “rinnegare ogni tentazione razzista”. “Non crediamo - sottolinea - che gli immigrati possano essere fautori di sconvolgimenti nella sicurezza sociale”. Da qui l’invito perché le parrocchie siano “uno spazio aperto, luoghi di dialogo, d’integrazione nella varietà delle sensibilità umane, spazi di dialogo e d’incontro, ove ci si educa a dialogare, a rispettarsi e a elaborare proposte d’inclusione sociale”.SIR 18.04.2015, h 16:34 Leggi integralmente la lettera del Vescovo di Locri (pdf)