LA SCOMMESSA

E SE IL PARROCO FOSSE A SPESE DEI FEDELI?


 Renzo Trevisiol, cattolico palazzolese, lancia una riflessione stimolante che sorprenderà più d'uno. Lo ringrazio per l'invito a pensare oltre il consueto.LE PARROCCHIE SI “MERITANO” UN PARROCO?Non ho mai capito (e mai approvato) il fatto che OGGI i parroci ricevano lo stipendio dalla CEI e non siano i fedeli della parrocchia a provvedere al loro sostentamento. Esistono certamente realtà di povertà, di precarietà se non di miseria, dove i fedeli fanno già fatica a provvedere alle proprie famiglie, ma sicuramente non è così per la grande maggioranza delle parrocchie ambrosiane. In fondo un parroco se vuole edificare una comunità fondata sul VANGELO ne condivide le realtà, nelle gioie e nelle FATICHE e non appare nemmeno lontanamente quello che ha lo stipendio assicurato, ma si sente uno che ”si AFFIDA, si CONSEGNA” al SERVIZIO dei parrocchiani, che non lo devono sentire come un funzionario che tanto, via uno ne arriverà un altro: nel tentativo di fare della parrocchia una COMUNITA’, la CONDIVISIONE E’ NECESSARIA, altrimenti di che VANGELO parliamo/VIVIAMO? E allora che bello il gesto di un parroco che al suo ingresso dicesse: lo stipendio che ricevo dalla CEI è per i poveri della parrocchia, a me basta CONDIVIDERE quello che i miei parrocchiani possono darmi: se possono poco, mi basterà (CONDIVIDERO’) il poco, se possono di più, lo userò per il necessario. E se una parrocchia “normale” non riesce a fare questo, altro che COMUNITA’.... (non ho il coraggio di trovare epiteti), è una aggregazione qualsiasi già MORTA.Renzo Trevisiol