LA SCOMMESSA

GIUSEPPE DE CAPITANI D'ARZAGO: ALTRE NOTIZIE


Il senatore Giuseppe De Capitani D'Arzago (a sin. con cilindro in mano)accompagna la duchessa di Pistoia Lydia di Arenbergin visita alla Fiera Campionaria di Milano - aprile 1929 A integrazione di quanto ho scritto nel "post" del 4 luglio scorso ricevo da Luciano Bissoli questo interessante contributo che pubblico volentieri nel 70° anniversario della morte: Ho visto il tuo blog del 4 luglio in merito alla figura del marchese Giuseppe de Capitani. In aggiunta ai riferimenti che tu dai per l'approfondimento della sua figura dovresti anche inserire quanto viene indicato nel II tomo del Dizionario della Chiesa Ambrosiana che qui ti trascrivo (è parte della scheda n° 7 del mio corso "Conoscere Paderno" che tengo alla UTE anche quest'anno).Di antica famiglia lombarda, nacque a Milano il 15 febbraio 1870. Laureatosi in legge all’Università di Pavia, crebbe alla scuola del sen. Bassano Gabba, eminente giurista, di cui fu fedele e apprezzato collaboratore. Entrato nella vita politica – come militante tra i cattolici – liberali – fu eletto deputato nel 1913. Carriera brillante la sua: qualche anno dopo veniva infatti chiamato a far parte del primo governo Facta come sottosegretario al tesoro (marzo 1921 – luglio 1921) e poi del primo governo Mussolini come ministro dell’agricoltura (ottobre 1922 – agosto 1923). Nominato nel 1924 presidente della Cariplo e successivamente della federazione delle Casse di Risparmio italiane, fu per un biennio anche presidente dell’Istituto internazionale di risparmio: cariche che stanno ad indicare la competenza che gli veniva riconosciuta e il prestigio che godeva negli ambienti economici – finanziari italiani. Per un breve periodo fu anche podestà di Milano (settembre 1928 . ottobre 1929) e, per lunghi anni (1929 - 1943), senatore del Regno; del senato fu vicepresidente dal 1934 al 1936. Nel 1934 gli venne affidata anche la carica molto impegnativa di reggente della Veneranda Fabbrica del Duomo che conservò sino al 1945, quasi alla vigilia della sua morte avvenuta il 17 novembre 1945. In quegli anni la Fabbrica del Duomo correva il rischio di essere assimilata, per le mutate disposizioni legislative conseguenti la ratifica del Concordato, a una comune fabbriceria, nonostante la propria particolare fisionomia giuridica che durava da secoli. Il Card. Schuster sollecitò più volte presso le autorità la soluzione di questo problema; nell’incontro con il capo del governo Mussolini, tenutosi nella sacrestia capitolare del Duomo il 5 dicembre 1934, venne deciso lo scioglimento del Consiglio della Fabbrica e la nomina di un reggente, che fu designato nel De Capitani d’Arzago con decreto prefettizio 7 dicembre 1934. In breve tempo il reggente, come documentano i pro - Memoria inviati a Mussolini, si fece un quadro completo dei problemi più urgenti della Fabbrica del Duomo che affrontò con molto realismo. Innanzitutto preparò una bozza di statuto per la Fabbrica, propose provvedimenti per sanare il bilancio – aumento dell’assegno erariale (da L. 120.000 a 500.000) e autorizzazione governativa al Comune per un’addizionale sull’imposta di famiglia da versare, appunto, al Duomo, promosse importanti lavori quali le porte di bronzo, della facciata, gli organi….., si preoccupò della cantoria e intuì l’importanza di un museo per la cattedrale.Su richiesta del card. Schuster, durante gli anni della seconda guerra mondiale, provvide a far sistemare nei sotterranei della Cariplo 38 casse con documenti di archivio musicale e 89 dell’archivio storico della Fabbrica. Fu quella di D. a favore del Duomo, un’azione intelligente e solerte che, forse per la sua amicizia personale con Mussolini e per i suoi rapporti con il regime, gli storici hanno del tutto trascurato. Merita comunque di essere riconosciuta e ricordata con obiettività. (A. Majo, Giuseppe de Capitani d’Arzago, insigne e dimenticato benefattore del Duomo, “Civiltà Ambrosiana”, 3 (1986), 2, pp 108-121 e riportato sul Dizionario della Chiesa Ambrosiana, vol.II, pp 1003 – 1004.Significativo anche il sostegno dato dal  de Capitani, in qualità di presidente della Cariplo, quando nel 1926 stanziò 500.000 lire per spese straordinarie all'Ambrosiana. Un'attenzione quindi per l'importante istituzione della Chiesa milanese e un gesto d'affetto per l'antico rettore dell'Ambrosiana, don Achille Ratti, a quel tempo pontefice (Pio XI). Non va nemmeno dimenticato che sua fu l'iniziativa (1931) della costruzione del caveau della Cariplo. Una sorta di sommergibile in acciaio e cemento, progettato dall'architetto Greppi, con l'aiuto di Muzio, calato a 17 metri di profondità nel lago che si era creato per via della falda acquifera (alta a quel tempo). Inaugurato nel 1941 raccolse i tesori d'arte del Duomo, dell'Ambrosiana e di Brera durante la Guerra.Tanti sono i testi disponibili sul personaggio e utile anche la scheda dell'Archivio storico del Senato che non cita però la sua reggenza alla Fabbrica del Duomo di Milano.Un personaggio che a parte il fatto di essere stato iscritto dal 1919 al partito fascista è stato, a quantro risulta, un capace amministratore dei beni pubblici. SalutiLuciano Bissoli