LA SCOMMESSA

QUALE POLITICA A SINISTRA NEL 2016


 A poche ore dall'inizio del nuovo anno propongo alcune riflessioni locali sulla situazione politica nazionale. Anzitutto segnalo dal blog Qui Paderno Dugnano: Il futuro a sinistra. Un invito di Daniela Camorali e Il futuro a sinistra. 2 L'opinione di Pietro Occhiuto della Fiom CGIL Monza e Brianza.Di seguito l'intervento dell'ex sindaco Gianfranco Massetti:Partiti e politicaGiuseppe Sala e/o la fine dei partitiLa vicenda della candidatura a Sindaco di Giuseppe Sala, nelle primarie del centrosinistra di Milano, pone degli interrogativi che sarebbe sbagliato rimuovere. Queste riflessioni mi sono suggerite dall'intervista che lo stesso ha rilasciato il 23 dicembre all'emittente milanese Radio Popolare. In un suo sfogo Sala afferma più o meno testualmente ”oggi qualcuno del centrosinistra milanese mi considera un ufo ma quando gli stessi ambienti mi chiesero di fare il candidato al posto di Pisapia?”. Sala cita esplicitamente due persone: Pierfrancesco Majorino e Roberto Cornelli.Ora io non ho motivi per non credere alle sue affermazioni e neppure per essere contrario a Sala per partito preso, però mi chiedo: perché quella richiesta di alcuni anni fa? Non è che non si veda la differenza tra un sondaggio di autorevoli esponenti milanesi per una candidatura milanese da contrapporre alla Moratti e quella di oggi quando un leader nazionale “impone” un suo nome ad una città scavalcando partiti e cittadini, ma il senso politico di questa scelta mi sembra la stessa.Non si vuole fare la domanda cattiva che pure sorge: se Sala è scelto da Renzi non va bene, se è scelto da Majorino e Cornelli invece si?Altre sono le domande importanti da farsi:1. I partiti, il partito, il PD è un'organizzazione politica che non è più in grado di esprimere un suo pensiero politico (ed un suo candidato) e quindi procede per nomine esterne di “salvatori della patria” con loro culture ed esperienze, tra le più diverse, dando così un giudizio di inadeguatezza dei partiti stessi?2. I partiti, o meglio il partito politico con queste operazioni di innesto, di apertura all'esterno si arricchisce nella sua cultura politica, nella sua visione sociale, nelle sue capacità di progetto o invece si impoverisce e diventa un “ricettacolo” di varie personalità?3. I partiti non rischiano così di diventare dei taxi per la classe dirigente di un comune o di un Paese. E la formazione di questa classe dirigente si costruisce per nomine dall'alto (e da fuori) a cui far seguire solo poi la legittimazione popolare con le primarie, inficiandone così anche le potenzialità democratiche?4. A una classe dirigente di manager della cosa pubblica (Sala, Passera, Della Valle, Cantone..) quale discorso politico, quale progetto sociale corrisponde? Quest'ultimo sembra ormai indifferente. Una classe dirigente a “senso unico” è in formazione. Infatti solo manager, banchieri, imprenditori, baroni, primari e dirigenti vari sembrano avere l'appeal di una certa politica.5. Se è così non si capisce qual è il senso della vita democratica dei partiti e il ruolo di tanti iscritti e militanti chiamati sempre a ratificare scelte poco condivise. Certo c'è stato un tempo che invece i partiti sembravano troppo chiusi e meno permeabili alla cosiddetta “società civile” ma oggi, al contrario, sembra che i partiti siano incapaci di proporre soluzioni innovative e sembrano al servizio non di un progetto pubblico ma di carriere personali.6. Infine quali sono le competenze che si richiedono a chi è destinato ad assumere responsabilità pubbliche rilevanti (sindaco, presidente di regione, ministro)? Forse quelle di avere immagine di successo, di essere alla moda, di avere amicizie importanti, di avere a disposizione rilevanti risorse finanziarie  con annessi potentati, magari nell'ombra?E in tutto questo, per dirlo con leggerezza: ”dov'è la sinistra, dov'è la destra”?31 dicembre 2015Gianfranco Massetti