LA SCOMMESSA

COSTRUIRE LA CITTA' A PARTIRE DAGLI ULTIMI


 A Bruxelles Rosario Valcke era uno degli ultimi della città e - ironia della sorte (amara, e tremendamente eloquente!) - è stato l'ultimo ad essere identificato e riconosciuto dalla polizia.Corriere.it (1 aprile): Bruxelles, identificata l’ultima vittima: il clochard Rosario Valcke *   *   * Il mio pensiero va agli ultimi della nostra città, qualcuno li chiama "invisibili". Di fronte a queste persone sono possibili diversi atteggiamenti che provo a sintetizzare, ricorrendo ad una schematizzazione che potrebbe risultare un po' forzata. Alcuni "vivono male" gli ultimi, perfino il vederli provoca in loro fastidio e repulsione. Succedeva del resto anche al giovane Francesco d'Assisi prima della conversione... Talora si prova il desiderio di sopprimerli, o almeno di tenerli lontano dalla vista e dal proprio raggio di azione.Altri davanti ai poveri assumono un atteggiamento paternalista: li aiutano facendo calare dall'alto un'elemosina che li lascia in basso. Non di rado i poveri diventano l'occasione per sentirsi umani. I cosiddetti ricchi buoni hanno i "loro" bisognosi da sostenere (occorre riconoscere che spesso nei loro confronti fanno non poco).Poi ci sono quelli che scelgono di mettersi in relazione con i poveri, che vuol dire correre il rischio di mettersi in gioco. Stare, per quanto possibile, al loro livello. Abitare con loro e agire insieme a loro per cercare una via di uscita dalla condizione di marginalità e di esclusione. Don Milani, per fare un esempio tra i tanti possibili.Mi pare che questi tre atteggiamenti trovino una rappresentazione anche nel campo politico. Da una parte c'è l'ostracismo nei confronti di coloro che sono "sporchi, brutti e cattivi" o semplicemente diversi (il ritornello di solito è il seguente: "Io non sono razzista, ma..."). Accanto a questa posizione c'è chi si rende conto che non si può negare la realtà: i poveri esistono e, tutto sommato, hanno il diritto di vivere. Si ricorre allora a sussidi che rendano migliori le loro esistenze (senza che ciò ci conduca a cambiare la nostra ed il quadro complessivo di riferimento). Per dirla con un'immagine: si può essere buoni, ma occorre difendere con vigore... la libertà di segnare il confine tra "noi" e "loro".Infine ci sono quelli che, nonostante le difficoltà, sono convinti che gli uomini siano tutti uguali (anche e soprattutto quando essi appaiono nelle loro multiformi ed evidenti diversità). Guardare negli occhi un altro e riconoscersi in lui genera un senso di coappartenenza e suscita la voglia di costruire insieme un mondo più giusto. Con fatica e sincerità si cerca di rimuovere ciò che impedisce una società inclusiva e accogliente. Fraterna.