LA SCOMMESSA

RUBAGOTTI, DA PADERNO A REBIBBIA PER CONGRESSO RADICALI


Il padernese Gianni Rubagotti ha partecipato al 40° Congresso del Partito Radicale, che si è svolto nei giorni scorsi nel carcere romano di Rebibbia. Gli ho chiesto un commento, che mi ha prontamente inviato.
Sono stato al primo congresso di partito mai tenuto in un carcere. Forse anche il primo a essere convocato dagli iscritti stessi del partito. Sto parlando del congresso del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito tenutosi nel carcere di Rebibbia i giorni scorsi.Un piccolo miracolo laico nato da un partito quasi dissolto perché di fatto gli organi statutari non esistevano più e il leader storico Marco Pannella era scomparso.Ho già fatto visite nelle carceri ma fare un congresso insieme ai detenuti (e ai "detenenti") è una cosa diversa, difficile da descrivere.Posso solo provare a spiegare qualcuna delle emozioni che mi sono rimaste.C'è l'orgoglio di aver dato una opportunità a persone che sono recluse, alcune con l'ergastolo ostativo, cioè senza speranza né di finire la pena da vivi né di poter uscire per lavoro o permessi premio. L'opportunità di stare in mezzo a "non detenuti", di intervenire al congresso, di discutere con noi, seduti nella stessa sala (ma in un'area apposita).Quale altro partito può trasformare la politica, da noi spesso associata alla furbizia, alla ruberia, al malaffare in rieducazione (art. 27 della Costituzione) per i detenuti?C'è il piacere di aver avuto a che fare con la polizia penitenziaria, persone che spesso fanno un lavoro duro, stressante. Sapevate che ci sono casi di suicidio anche tra loro e non solo tra i detenuti?Mi mancherà il momento in cui li salutavo la mattina quando consegnavo loro il documento per entrare, le parole scambiate con loro anche in tono scherzoso, la sensazione che anche loro sentivano di partecipare a qualcosa di unico insieme a noi e ai reclusi. Insieme.C'è l'ammirazione per aver sentito più di un intervento di un carcerato di "lungo corso" e di età avanzata che invece di essere preso dalla disperazione diceva di essersi laureato da poco in giurisprudenza e magari esponeva problemi giuridici complessi. Non hanno certo studiato da privilegiati.C'è la simpatia per la signora detenuta che ha fatto un intervento divertentissimo e per il quale noi "liberi" ci siamo spellati le mani per i continui applausi. Il mio vicino di seggiola continuava a chiedersi cosa ci facesse in carcere una così. E meno male che aveva detto che era la direttrice del carcere che l'aveva incoraggiata a intervenire perché lei era poco comunicativa.C'è lo stupore per aver scoperto che in quel carcere c'è un'ottima torrefazione che fa arrivare il caffé da varie parti del mondo e per aver avuto di fronte al tavolo dove mi sono seduto un giovanissimo detenuto che spiegava che lavorava come fotografo per una cooperativa.E c'è anche il "magone". Perché a Marco partecipare a questo congresso sarebbe piaciuto davvero tanto.Ma c'è soprattutto la voglia che la storia di questo partito continui, perché le lotte come quelle per lo stato di diritto e per il federalismo europeo contro i nuovi nazionalismi in Europa e altrove servono tanto anche a noi "non-reclusi".Servono 3000 iscritti perché questo accada. Ma anche un piccolo contributo, anche con bollettino postale, è utilissimo. Sul sito www.radicalparty.org/it/donation si trova il modo per rendere possibili altre iniziative come quella tenuta a Rebibbia, che potete ascoltare integralmente sul sito www.radioradicale.it (dove trovate anche i congressi degli altri partiti).Gianni Rubagotti