Alla fine Don Gabriele Sala è partito, dopo i saluti organizzati nei giorni scorsi dalla Comunità pastorale di Paderno e Villaggio Ambrosiano in occasione della festa patronale di S.Maria Nascente. Pubblico di seguito alcune immagini, ricevute da Alberto Manzoni. Si riferiscono principalmente all'eucaristia di giovedì 8 settembre celebrata con e per ammalati e anziani e presieduta dal vescovo ausiliare mons. Erminio De Scalzi. Una nota di colore: De Scalzi, che è abate di Sant'Ambrogio, dall'epoca medioevale porta anche il titolo di "conte di Limonta", paese del Triangolo Lariano dove don Gabriele aiuterà il parroco locale (anche se abiterà a Bellagio, che è in diocesi di Como). Alla luce di queste prerogative, il vescovo ha detto in tono scherzoso: "Don Gabriele sarà mio vassallo!".
Alla celebrazione di giovedì pomeriggio hanno partecipato, come di consueto, anche fedeli di Dugnano, dato che l'Unitalsi – che si è occupata del trasporto malati e della loro assistenza durante il rito – è cittadina e in queste occasioni coinvolge aderenti di più parrocchie. E' stato certamente significativo nella festa liturgica di Maria Nascente e a pochi giorni dalla canonizzazione di Madre Teresa porre al centro della comunità le persone più deboli e sofferenti.Con il vescovo ausiliare hanno concelebrato don Gabriele, il parroco entrante don Paolo Boccaccia e don Giuliano Alberti, incaricato del Villaggio Ambrosiano.
Domenica mattina la celebrazione più partecipata e solenne con la presenza, tra gli altri, di don Renato Rebuzzini e don Matteo Saita. Al termine della messa, dopo i saluti del Sindaco e dell'on. Casati, è stato letto il seguente saluto della comunità pastorale: Carissimo don GabrieleDal momento che Lei ci ha chiesto di essere sobri in questi momenti di saluto – per esser precisi ci aveva chiesto di non fare niente –, cerchiamo di obbedire al suo desiderio. In questi vent’anni magari non sempre le abbiamo obbedito, e d’altro canto Lei pur avendoci educato all’obbedienza – valore da salvaguardare nella Chiesa – ci ha esortato anzitutto alla partecipazione consapevole alla vita della comunità cristiana, nel riconoscimento e nell’assunzione delle responsabilità che ciascuno ha, a partire dal proprio Battesimo.Probabilmente in occasioni come questa si dovrebbero elencare le cose che il parroco uscente ha fatto e i gruppi che lo ringraziano commossi eccetera.Posto che commossi lo siamo davvero, sempre per obbedirle lasciamo stare gli elenchi, anche perché riepilogare ventun anni di presenza fra noi, di cui nove dedicati alla comunità pastorale composta dalle parrocchie di Paderno e Villaggio Ambrosiano, richiederebbe parecchio tempo. Chi scriverà la storia del paese lo farà.Val la pena, però, ricordare almeno che questo altare venne consacrato nell’ottobre 2002 dal cardinale Dionigi Tettamanzi, nella sua prima “uscita” del genere nella veste di arcivescovo di Milano, da poco succeduto all’indimenticato cardinale Carlo Maria Martini.
Anche l’elenco di chi la saluta sarebbe chilometrico. Basterebbe dire che oggi tutti le dicono: «Grazie don Gabriele, grazie padre e fratello nella fede, grazie pastore generoso». Glielo dice chi cura e pulisce la chiesa; chi canta, legge, serve la Messa; chi segue la segreteria e prepara gli avvisi; chi accompagna le famiglie nell’impegno educativo, quindi nella catechesi e nella formazione; chi si occupa del tempo libero di bambine e bambini, ragazzi e giovani; chi opera nel vasto campo caritativo, spesso dietro le quinte; chi tenta di mettere in luce il vangelo con gli strumenti della cultura e della comunicazione; chiunque, in qualsiasi “categoria”, gruppo o associazione, contribuisce secondo le proprie forze e risorse alla vita della comunità.Vogliamo, tuttavia, ricordare in particolare gli ammalati, ai quali peraltro è stato dedicato giovedì un momento speciale, come da tradizione della nostra festa patronale.E una parola va spesa per il suo costante interessamento alla famiglia e alle famiglie, con un cenno per l’esperienza delle vacanze estive, che vedeva il parroco di giorno camminare con piccoli e grandi sui sentieri – simboli della strada di ciascuno – e la sera giocare a carte come don Camillo con i suoi compaesani.Le dicono pure grazie le autorità civili e i responsabili del volontariato civico; le realtà associative e i gruppi della società civile, che hanno trovato in Lei non solo un’autorità morale, ma anche un interlocutore disinteressato, credibile e attento; tante persone, comuni cittadini che abbiamo sentito dire: «Mi spiace che don Gabriele vada via». Lo dicono sapendo che è un atto dovuto, che – come recita un detto popolare – “l’è ona roeuda che gira” e che l’affetto avuto per Lei sarà riservato anche a don Paolo.Ecco, vede? Alla fine è venuto fuori un elenco.Lo abbiamo detto: obbedire non è facile. Il Signore Gesù ci ha insegnato come fare. Ci ha chiesto pure di seguirlo in questa scelta. La salutiamo in questo Anno santo della misericordia, voluto da Papa Francesco. E allora noi non possiamo che affidarci alla misericordia del Signore, che la sua Mamma, la Maria Bambina che onoriamo in questa chiesa (come in Duomo), riuscirà ad ottenerci.Infine, in questi casi si usa fare dei regali. Sempre nello stile della sobrietà, le doniamo un orologio dove le lancette scorrono sullo sfondo delle nostre tre chiese: Santa Maria Nascente, Sacra Famiglia e Madonna del Pilastrello. La stessa foto è sul libretto della Messa, che ciascuno può conservare a casa.Paderno Dugnano, 11 settembre 2016