LA SCOMMESSA

DISTURBI ALIMENTARI: NELLA VOCE DI GIOVANNA LA SOFFERENZA DI TANTI


 Domani, 15 marzo, ricorre la Giornata dedicata alla sensibilizzazione sui disturbi alimentari. Ricevo da Giovanna Baracchi questa riflessione molto personale ed intima. La ringrazio per questo coraggioso gesto di condivisione. Scrive Giovanna: "In accordo con mia figlia ti invio questo scritto atto non solo a sensibilizzare ma anche a rendere pubblica (e non è facile) un'esperienza che tanti genitori hanno vissuto con sofferenza e solitudine".Voglio dedicare questo mio appello a una persona, alla sua voglia di farcela, al suo io più nascosto che chiede aiuto: mia figlia.Esistono diari non scritti da famiglie che ogni giorno completano pagine di sofferenze invisibili, drammi che a volte assumono l'aspetto della tragedia solo nel finale, quando la malattia del disturbo alimentare balza per un momento sulle pagine della cronaca per poi scomparire velocemente.Domani sarà la giornata dedicata alla sensibilizzazione dei disturbi alimentari, qualcosa che si fa sempre fatica a recepire quando si parla di mente, un dramma che colpisce sempre più la giovane popolazione e di cui lo Stato non si fa abbastanza carico. Mancano le strutture, mancano i supporti alle famiglie troppo spesso abbandonate a loro stesse, uno Stato che non si occupa delle giovani vite di chi ne è affetto dimostra ancora una volta inefficienza visto che in alcune regioni non esiste nulla a cui potersi rivolgere all'insorgere della malattia.Il cibo, l'ossessione, il senso di abbandono, l'inadeguatezza, l'esclusione, la depressione, il conflitto con la famiglia d'origine sono solo alcuni aspetti del disturbo alimentare meglio conosciuto come bulimia, anoressia, obesità.La discesa verso gli inferi, un passo avanti e tre indietro, consiste nel vedere i propri figli sprofondare senza poter concedere ancore di salvezza se non cercando soluzioni attraverso strutture che a volte creano danni anziche' miglioramenti.I canoni della perfezione, la magrezza, la bellezza, sono il frutto di una società che abbandona l'io per gettarsi sulla superficialità, l'abbandono dell'individuo per lasciar posto al solo aspetto esteriore è ciò che conta ed allora la mente divaga, non accetta quel corpo segnato da leggere imperfezioni e lo rigetta facendosi del male. Difficile per un genitore comprendere, i figli hanno tutto, sono coccolati, seguiti, accuditi, eppure accade che loro non se ne accorgano: stanno male dentro.La paura di non essere accettati, la solitudine di non esser capiti, la paura nell'affrontare gli altri subentra assieme al disagio.L'epidemia silenziosa prosegue inesorabile, tantissimi solo gli adolescenti che vivono afflitti da questo problema ma è solo con la conoscenza che può esser sconfitta, parliamone, rompiamo questa muraglia che ci vuole rinchiusi nelle nostre case, facciamo riemergere la solidarietà umana di cui ancora siamo capaci per aiutare i nostri ragazzi ad uscire da un labirinto pericoloso, accogliamo  le loro richieste, i loro segnali, il loro cuore. Il nostro domani saranno loro domandiamo più strutture adeguate per combattere le malattie del nostro tempo affinché nessuno possa lasciarsi morire di fame che è solo quella fame d'amore che la nostra cecità non è più in grado di riconoscere.Ho condiviso questo scritto in accordo con mia figlia, la nostra sarà una battaglia ancora lunga ma non ci arrenderemo.Giovanna Baracchi