LA SCOMMESSA

VERA SEREGNI: LA PAURA E IL SORRISO DELLA MORTE


 Ho ricevuto stamattina la notizia triste della scomparsa di Vera Seregni, per molti anni insegnante elementare a Incirano e impegnata socialmente in tante battaglie del territorio. L'ho conosciuta nell'ambito delle manifestazioni contro le riforme della scuola, nelle quali era attivissima per conto della CGIL. Poi, dal 2010 abbiamo lavorato insieme con impegno nel Comitato No Inceneritore per fermare il progetto di Paderno Energia srl al Villaggio Ambrosiano. Negli ultimi mesi ha affrontato con la consueta forza la grave malattia, che ha spento prematuramente la sua grande energia vitale. L'ultima volta che l'ho sentita è stata l'8 gennaio scorso, via facebook, dopo aver letto alcune sue poesie molto intense. Mi aveva dato il consenso per la pubblicazione con queste parole: "Se ti fa piacere, senz'altro. Non ho nulla in contrario. In questo momento  storico  della  mia  vita  scrivere è ciò che più mi serve, anche se ho sempre  scritto. I canali della scrittura sono sempre  efficaci. Piuttosto dovrai dirmi se qualsiasi tematica è gradita. Grazie e buona serata".La ricordo - come tanti a Paderno Dugnano - con profondo affetto e stima per il suo impegno educativo, sociale, culturale e politico. La foto che la ritrae in questo post è del 21 febbraio 2016, durante la manifestazione per i diritti civili in Piazza Duomo a Milano.In questo momento di dolore pubblico due sue poesie, che mi avevano molto colpito. La pauraHa le spineacuminatedella coronaposta sulla frontedel Cristo.Aspettoin silenzio,che i soldativengano a prendermi.Urlo senzafiato alcunoal vuoto:allontana da meogni calice!Sono già ubriacadi ogni odoredell'abbandono.(13 gennaio 2016)Nessuno tocchi CainoIL SORRISO DELLA MORTEMORTE: Vieni, hai sfidato le mie braccia d'acciaio,Il mio sorriso di pietra,le mie fauci d'argento.Davvero pensavi di fuggire al mio alito di ghiaccio?Bambino,cresciuto nella convinzione che la vita fosseuna corsa verso un muro.Davvero pensastiche io perdessi la partita?Che ti lasciassi andare?Libero?Cosa credevi piccolo?La mia fame è perpetuae la mia sete si estende all'infinito.In omnia saeculasaecolorum .Bambino,cresciuto nella convinzioneche il coraggio fosse una partita a scacchicon l'oscurità.Io sono l'oscurità,io ti culleròfra braccia di acciaio,perché anche la morte ha un guizzo di pietàper la stoltezza del genere umano.BAMBINO: madre,ora che la morte è al mio fianco,vedo con chiarezza il tuo volto.Mentre il mio corpo è lamieratra le lamiere,cemento tra il cemento,so che la morte mi dimostra affetto.Madredella vita che io ebbi in dononon volli cogliere il senso.Credetti che correre a fianco della morte stessafosse virile.Credetti che l'uomo potessemostrare il suo coraggionegando la paura.Non vedevo il tuo coraggio,non vedevo le tue lacrime.Non sapevo esistesseil coraggio di vivere.Semplicemente di viveregiorno dopo giorno,cercando la dignitànel quotidiano.Mi perdonerai?Mi perdonerò?Ora,chiuso in queste lame d'acciaio,mi accorgo che la morteha il tuo stesso sorriso,sul suo volto scendonolacrime di pietà.Per meche non avrò futuro,per teche resterai prigionieradell'angoscia,fino a che morte non ci separi.(7 gennaio 2017)Ciao, Vera!Continuo a camminare con te nel mistero insondabile della vita...