LA SCOMMESSA

PENTECOSTE E FESTA DELLA REPUBBLICA: LE SOMIGLIANZE NON MANCANO


Quest'anno la Pentecoste (domenica 31 maggio) e la Festa della Repubblica Italiana (martedì 2 giugno) sono vicinissime l'una all'altra. Tra queste due feste mi piace pensare che ci sia qualche somiglianza. Nonostante le ovvie ed evidenti diversità. La Pentecoste è una festa religiosa con duemila anni di storia (o più, se si considera la matrice ebraica); la festa della Repubblica invece è una ricorrenza civile e ha una vita molto più breve (solo 63 anni di età: ricorda infatti il referendum istituzionale del 2 giugno 1946). Se vuoi approfondire il senso delle due feste, dai un'occhiata alle schede di approfondimento: Pentecoste e Festa della Repubblica.
Pierangelini S. Recchioni, Pentecoste (acquarello, 1988)Ma torniamo all'intuizione iniziale: tra le due feste esiste un qualche legame, almeno sul piano simbolico.Con la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli la Pentecoste segna l'inizio della Chiesa. E' un tempo nuovo per la comunità dei discepoli di Gesù: dopo l'ascensione al cielo, il risorto non è più presente tra i suoi con il suo corpo glorificato ma attraverso lo Spirito santo, il Consolatore.Con la vittoria della repubblica sulla monarchia nel referendum del 2 giugno '46 comincia una fase assolutamente nuova nella storia italiana:  dopo la tragedia della Seconda Guerra Mondiale, nasce la Repubblica Italiana (con la sua Costituzione in vigore dal 1° gennaio 1948).Le somiglianze continuano... Perché lo Spirito santo è, per i credenti, il principio costitutivo della Chiesa. Fatte salve le differenze (non di poco conto) esiste una certa analogia con la Carta costituzionale,  che è il principio unificante della comunità nazionale.
Lo Spirito santo è principio di uguaglianza all'interno della Chiesa: è lo Spirito che rende i battezzati membra del corpo di Cristo che è la Chiesa, con pari dignità e differenti carismi e ministeri. Se vuoi saperne di più, senti che cosa ha detto il Vescovo di Cremona, mons. Dante Lafranconi, alla Giornata Mondiale della Gioventù a Sydney (luglio 2008). Anche la Costituzione si preoccupa di garantire l'uguaglianza di tutti i cittadini, anzi di tutti gli uomini: "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo" (art. 2) e "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali" (art. 3). Certo, ci sarebbe molto altro da dire, da specificare, da precisare...  Bisognerebbe essere più sottili nelle distinzioni per evitare di stabilire un nesso troppo facile (e ingenuo) tra la Pentecoste e la Festa della Repubblica. Ma questo non è il luogo per dispute approfondite. Mi limito alla suggestione suscitata dall'accostamento delle due festività. E mi piace pensare che... la festa di Pentecoste è la più "democratica" di tutte le feste cristiane. Perché lo Spirito santo è il più vivo antidoto nei confronti di ogni uniformità e dittatura.Concludo con le parole del papa Benedetto XVI (Omelia di Pentecoste, 15 maggio 2005):“La Chiesa deve sempre nuovamente divenire ciò che essa già è: deve aprire le frontiere fra i popoli e infrangere le barriere fra le classi e le razze. In essa non vi possono essere né dimenticati né disprezzati (…) Vento e fuoco dello Spirito Santo devono senza sosta aprire quelle frontiere che noi uomini continuiamo ad innalzare fra di noi; dobbiamo sempre di nuovo passare da Babele, dalla chiusura in noi stessi, a Pentecoste”.Per approfondire l'insegnamento del papa sulla Pentecoste clicca qui.Giovanni Giuranna
Vignetta di don Giovanni Berti - gioba.it