LA SCOMMESSA

BUONA PASQUA


Beato Angelico, Noli me tangere (1438-1446 circa) Convento di San Marco, Firenze   Per il mattino di PasquaIIo vorrei donare una cosa al Signore,ma non so che cosa.Andrò in giro per le stradezuffolando, così,fino a che gli altri dicano: è pazzo!E mi fermerò soprattutto coi bambinia giocare in periferia,e poi lascerò un fioread ogni finestra dei poverie saluterò chiunque incontrerò per viainchinandomi fino a terra.E poi suonerò con le mie manile campane sulla torrea più ripresefinché non sarò esausto.E a chiunque venga- anche al ricco - dirò:siedi pure alla mia mensa,(anche il ricco è un povero uomo).E dirò a tutti:avete visto il Signore?Ma lo dirò in silenzioe solo con un sorriso.IIlo vorrei donare una cosa al Signore,ma non so che cosa.Tutto è suo donoeccetto il nostro peccato.Ecco, gli darò un'iconadove lui - bambino - guardaagli occhi di sua madre:così dimenticherà ogni cosa.Gli raccoglierò dal pratouna goccia di rugiada- è già primaveraancora primaverauna cosa insperatanon meritatauna cosa che non ha parole;e poi gli dirò d'indovinarese sia una lacrimao una perla di soleo una goccia di rugiada.E dirò alla gente:avete visto il Signore?Ma lo dirò in silenzioe solo con un sorriso.IIIIo vorrei donare una cosa al Signore,ma non so che cosa.Non credo più neppure alle mie lacrime,e queste gioie sono tutte povere:metterò un garofano rosso sul balconecanterò una canzonetutta per lui solo.Andrò nel bosco questa nottee abbraccerò gli alberie starò in ascolto dell'usignolo,quell'usignolo che canta sempre soloda mezzanotte all'alba.E poi andrò a lavarmi nel fiumee all'alba passerò sulle portedi tutti i miei fratellie dirò a ogni casa: «pace!»e poi cospargerò la terrad'acqua benedetta in direzionedei quattro punti dell'universo,poi non lascerò mai morirela lampada dell'altaree ogni domenica mi vestirò di bianco.IVIo vorrei donare una cosa al Signore,ma non so che cosa.E non piangerò piùnon piangerò più inutilmente;dirò solo: avete visto il Signore?Ma lo dirò in silenzioe solo con un sorrisopoi non dirò più niente.David Maria Turoldo, O sensi miei...,Rizzoli, Milano 1992, pp. 364-366