LA SCOMMESSA

CASATI: " CATTOLICI IN POLITICA? COME UN FUORICLASSE IN PANCHINA"


 Il Vicepresidente del Consiglio provinciale di Milano, Ezio Casati, ha rilasciato questa intervista al blog La Scommessa di Paderno Dugnano. Lo ringrazio per per aver accettato il confronto. Nell’ambito delle scelte politiche che cosa sta succedendo nel mondo cattolico padernese?Quando si parla di cattolici in politica mi sembra doveroso ricordare un dato evidente, ormai assodato da tutti, ovvero: l’elettorato e i politici che si definiscono culturalmente cattolici si trovano in tutte le opzioni politiche, dal centrosinistra al centrodestra. Detto questo mi sembra altrettanto evidente che in politica i cattolici profondamente attenti ai valori del cristianesimo, impegnati nella realizzazione concreta della dottrina sociale della Chiesa, siano molto meno presenti. La politica vede nella mediazione un metodo abituale di confronto, però il cristiano (sia esso impegnato nei partiti o nella società) non può mediare su certi argomenti. Esistono temi, come la difesa della dignità della persona, il diritto alla vita, l’accoglienza e la solidarietà, sui quali non si può derogare o praticare compromessi. Per quanto riguarda la realtà padernese trovo che lo scenario nazionale, quello della presenza cattolica distribuita sui due fronti politici, sia pienamente rispecchiato.Si muove qualcosa a Paderno tra i cattolici del centrosinistra o prevalgono sentimenti di disaffezione e disorientamento?Partirei da una lettura delle ultime elezioni regionali che, anche a Paderno Dugnano come nel resto della Lombardia, hanno visto crescere fortemente l’astensionismo. Purtroppo la disaffezione dei cittadini alle urne colpisce trasversalmente tutto l’elettorato, senza distinzione fra cattolici e non. Credo comunque che il cattolico socialmente impegnato sia meno propenso ad astenersi dal voto. Se poi andiamo a guardare le preferenze di voto espresse dai cittadini, il Partito Democratico, anche a Paderno Dugnano, ha fortemente premiato suoi candidati di matrice culturale cattolica. Non è un caso che i consiglieri più votati del PD in tutta la provincia di Milano, Fabio Pizzul, Carlo Borghetti e Francesco Prina, siano tre esponenti molto attivi del cattolicesimo democratico. Nel PDL milanese e lombardo mi sembra invece stia prevalendo l’area laica. Per quanto riguarda la Lega Nord invece mi sembra sempre più caratterizzata su posizioni culturalmente distanti dalla dottrina sociale della Chiesa. Molte posizioni leghiste fanno appello ad un senso di società che esclude il diverso, per etnia cultura e ceto sociale. Il singolo, soprattutto in questi momenti di crisi economica e sociale, tende a chiudersi, ma non ci si può trincerare dietro la paura. E’ pericoloso e sbagliato.Quali percorsi occorre intraprendere a livello locale per trasmettere ai più giovani la memoria del Concilio Vaticano II e il patrimonio ideale del “cattolicesimo democratico”?Occorre a mio avviso fare un enorme lavoro sulla voglia di essere attivi piuttosto che passivi. Dobbiamo dare ai giovani le motivazioni e gli insegnamenti necessari per ribadire e costruire una comunità viva e socialmente solidale. Come ci hanno sempre insegnato, non solo predicando ma guidandoci concretamente, i Cardinali di Milano Carlo Maria Martini e Dionigi Tettamanzi la politica deve essere al servizio della polis. Si deve ribadire che fare politica significa servire i bisogni dei cittadini e delle famiglie. L’agire in politica, senza brama di potere alcuno, diventa una delle più alte forme di carità cristiana. E’ questo l’impegno concreto, non solo di testimonianza, che i cristiani impegnati in politica devono alle giovani generazioni. Attenzione infine a non confondere un serio e motivato impegno dei giovani, che spontaneamente si attivano, con atteggiamenti giovanilistici artefatti o, peggio, costruiti dagli adulti.Nella nostra città ci sono nodi da sciogliere tra politica e comunità cristiana?Diciamo che il nodo di fondo è che il mondo cattolico, dando un’immagine calcistica, vive come quel fuoriclasse tenuto in panchina. I politici si accorgono di lui solo quando ci sono le elezioni, per essere ancora più chiari: alla politica, ai partiti, l’aspetto numerico del voto cattolico interessa parecchio sotto elezioni, un po’ meno i valori e le aspettative. Un altro problema è il rischio che il cattolico nelle istituzioni si omologhi a linee di partito che stravolgono il suo orizzonte di valori. Gli eletti, anche a livello locale padernese, che si identificano nel mondo cattolico non scendano a compromessi, non si adeguino alle facili linee di partito. Il cristiano deve essere tale in qualsiasi realtà esso viva: in famiglia, al lavoro e anche in politica.