LA SCOMMESSA

ACLI, SCOMPARE LORENZO CANTU'. CHI PRENDERA' IL SUO POSTO?


Lorenzo Cantù (foto rossi l K0 - Il Cittadino MB) E' morto nei giorni scorsi all'età di 83 anni Lorenzo Cantù, presidente delle Acli milanesi negli anni 1987-1996. Il funerale si è svolto ieri pomeriggio a Rocco Briantino (MB).Negli ultimi anni, dopo una vita dedicata interamente al sindacato, alle Acli, alla difesa dei più deboli..., ha continuato a essere un prezioso collaboratore dell'Ufficio diocesano per la Pastorale del Lavoro.Chi prenderà il suo posto? Non tanto in ruoli dirigenziali che da tempo non ricopriva più quanto piuttosto nel campo dell'impegno socio-politico. Come ricordano sempre più spesso il papa e i vescovi italiani, si avverte oggi con urgenza il bisogno di laici cattolici preparati e disposti a spendere la propria vita al servizio del bene comune. La società ha bisogno di figure di spicco (come Lorenzo Cantù) e di persone di profilo più basso, meno visibili forse, ma pronte a lavorare dietro le quinte per costruire una società più giusta che metta al centro la persona (non l'individuo!), il bene comune (non l'interesse prevalente!), il povero (non il consumatore egoista!)...In questa prospettiva vi invito a conoscere meglio la testimonianza si Lorenzo Cantù, dalla quale possiamo attingere coraggio per nuove scelte.Così lo ricorda l'amico Sandro Antoniazzi:Entrato alla Magneti Marelli, una delle grandi aziende di Sesto S.Giovanni, a 14 anni nel 1942, ha vissuto in fabbrica gli anni difficili della guerra e del dopoguerra - quando i rapporti politici erano molto tesi e i cattolici (i “paolotti”) erano spesso una minoranza -, conquistandosi la stima e la fiducia dei lavoratori per la sua disponibilità, la sua franchezza, la sua dedizione. Così nel 1954, presentatosi alle elezioni della Commissione Interna, ne diventò presidente a seguito del successo della Fim-Cisl (a Sesto, che allora era considerata una roccaforte comunista e veniva chiamata “Stalingrado d’Italia”).Alle direzioni aziendali di allora dava fastidio che gli impiegati (Cantù lo era diventato per meriti propri, studiando alla sera disegno e elettronica) si interessassero di sindacato: e così la Magneti Marelli trovò un pretesto per deciderne il licenziamento. Ma per la prima volta tutti gli impiegati, sempre reticenti all’adesione sindacale e alla lotta, scioperarono in massa in sua difesa. Cantù non si doveva toccare perché rappresentava “moralmente” tutti e così la direzione dovette retrocedere. [continua...] Dal sito della Diocesi di Milano:- La morte di Lorenzo Cantù. Guidò le Acli milanesi- La lettera del Cardinale Tettamanzi in ricordo di Lorenzo Cantù Domanda aperta: a Paderno Dugnano, oltre ai volti già noti, c'è qualcuno disposto a impegnarsi cristianamente nella società e nell'ambito politico? Il lavoro da fare è molto, ma gli operai sono pochi...